
Taranto, il sindaco Bitetti lascia dopo 50 giorni: “Inagibilità politica, non posso continuare” Photo Credit: agenziafotogramma.it
28 luglio 2025, ore 23:45
Dopo le contestazioni sull’ex Ilva e l’accordo di decarbonizzazione, il primo cittadino si dimette. Ora ha 20 giorni per confermare la scelta o tornare in carica
CRISI ISTITUZIONALE A TARANTO
A Taranto si apre una crisi istituzionale: il sindaco Piero Bitetti ha lasciato il suo incarico a poco meno di due mesi dall’insediamento. La decisione è stata formalizzata con una lettera protocollata in cui parla di “inagibilità politica”, spiegando di non poter proseguire in un contesto così conflittuale. La scelta arriva dopo una serata ad alta tensione, seguita a un incontro pubblico sul destino dell’ex Ilva. Durante il confronto, Bitetti aveva assicurato ai presenti la volontà di ascoltare tutte le parti in causa e di esaminare con attenzione ogni aspetto legato all’accordo di decarbonizzazione proposto dal Governo. Tuttavia, all’uscita è stato circondato da manifestanti che lo hanno insultato gridando “assassini”. Per ragioni di sicurezza, il primo cittadino è stato costretto a rientrare in Municipio. Nel suo intervento, Bitetti aveva ribadito di non aver mai smesso di pensare alla vicenda dell’acciaieria dal giorno della proclamazione, il 17 giugno. Secondo il sindaco, il piano di transizione presentato da Roma, che prevede 13 anni di tempo, non tutela sufficientemente la città e necessita di correzioni più incisive.
LA PROTESTA DELLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE E COSA SUCCEDE ORA
Le associazioni ambientaliste, invece, hanno adottato toni ancora più severi. Annamaria Moschetti, pediatra di Peacelink, ha citato dati allarmanti: un aumento del 50% dei disturbi dello spettro autistico rispetto alla media provinciale, segno – sostiene – della necessità di fermare immediatamente ogni fonte di esposizione inquinante. La rinuncia di Bitetti giunge in un momento critico: il 30 luglio è fissato un consiglio comunale straordinario proprio sull’accordo con il Governo, mentre il giorno successivo si terrà un vertice al Ministero delle Imprese e del Made in Italy. La mancanza di una guida politica potrebbe complicare ulteriormente questi passaggi fondamentali per il futuro di Taranto. Secondo la normativa, il sindaco dispone ora di 20 giorni per confermare la decisione o revocarla. In caso contrario, la città dovrà affrontare un nuovo capitolo di incertezza in una delle fasi più delicate della sua storia recente.