Governo, le storie delle vittime del blocco degli sfratti scuotono la maggioranza: “No al welfare con la casa degli altri”

Governo, le storie delle vittime del blocco degli sfratti scuotono la maggioranza: “No al welfare con la casa degli altri”

Governo, le storie delle vittime del blocco degli sfratti scuotono la maggioranza: “No al welfare con la casa degli altri”


Dopo i furbetti del vaccino anche i furbetti degli immobili: le decisioni dei giudici sono diventate carta straccia, e sono state legittimate situazioni di illegalità consolidate, facendo scattare il semaforo verde per molti approfittatori nel nostro Paese

Daniela, Beatrice, Laura, Alessandro, Debora, Maddalena, Massimiliano, Andrea, Giuseppe, ecc.: tanti nomi diversi, tante storie simili causate dal blocco degli sfratti per morosità fino al 30 giugno 2021, confermato (per ora) anche dal governo Draghi, e in particolare dal ministro della Giustizia Marta Cartabia.


Le testimonianze

Chi ha un appartamento affittato che pensava alla fine del contratto di dare in comodato d’uso a suo figlio, ma l’inquilino non paga più da metà anno del 2018, e sta ancora dentro e non ha nessuna intenzione di andare via. Chi non percepisce direttamente la locazione sempre da prima della pandemia. Chi nelle stesse condizioni è proprietario di un piccolo negozio a Milano e oramai non è più in grado di pagare tutte le tasse immobiliari previste dall’attuale legislazione, a cominciare dall’Imu. Chi non è più capace di onorare il mutuo della casa in cui vive con la propria famiglia composta da quattro persone. Chi vorrebbe ristrutturare l’immobile utilizzando l’ecobonus al 110% ma non può farlo. Chi ha scoperto che l’inquilino è un evasore totale, che ha ben 200.000 euro di debiti con l’Agenzia delle entrate e va in giro tranquillamente con un Suv con fermo amministrativo. Chi è un papà di 4 figli e senza l’affitto ormai non sa più come andare avanti.



“Non sulla mia pelle”

Le denunce raccolte da Confedilizia (le potete leggere sul sito www.confedilizia.it) su quello che è stato definito un furto legalizzato sono tantissime e continuano ad arrivare incessantemente all’organizzazione nazionale storica dei proprietari di casa. Le storie delle vittime del blocco degli sfratti accendono i riflettori su uno dei lati oscuri della pandemia. Le decisioni dei giudici che hanno stabilito - spesso e volentieri dopo anni e anni di contenzioso, e quindi di indisponibilità del “bene” posseduto – di restituire ai proprietari i loro immobili, sono diventate carta straccia, e sono state legittimate situazioni di illegalità consolidate, facendo scattare il semaforo verde per i molti approfittatori che purtroppo esistono in Italia. Oggettivamente non è socialità, ma è un sopruso avallato dallo Stato, perché non c’è alcun risarcimento per il proprietario che anzi deve continuare a corrispondere le tasse del caso.


L’appello

Se ci sono persone in difficoltà (e fra i tanti beneficiari del blocco – insieme con i ladri – ci sono naturalmente anche quelle), sono Stato, Regioni e Comuni che devono farsi carico del problema. Con il blocco degli sfratti, invece, non si fa distinzione fra inquilini in difficoltà e inquilini che se la passano molto meglio dei proprietari (ce ne sono a valanga), e i privati cittadini vengono obbligati a svolgere una funzione che invece è propria del settore pubblico. Come ci sono i furbetti del vaccino ahinoi ci sono i furbetti del Covid. Ma così chi avrà una casa in più la terrà vuota. Se potrà, la affitterà ai turisti, quando finalmente potremo riaverli. E continuando così quanto ai locali commerciali, il futuro saranno la desertificazione delle città, il degrado e l’insicurezza. Per questo crescono, pure dentro l’ampia maggioranza che sostiene l’esecutivo-Draghi, i no al welfare con la casa degli altri.


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