Crisi, il governo incassa la fiducia anche del Senato ma è senza maggioranza assoluta; il centrodestra invoca l’intervento del Quirinale

Crisi, il governo incassa la fiducia anche del Senato ma è senza maggioranza assoluta; il centrodestra invoca l’intervento del Quirinale

Crisi, il governo incassa la fiducia anche del Senato ma è senza maggioranza assoluta; il centrodestra invoca l’intervento del Quirinale


156 sì alla fiducia i no sono 140, 16 gli astenuti, il governo incassa la fiducia anche del Senato ma è senza maggioranza assoluta, Conte è più debole; Il centrodestra invoca l’intervento del Quirinale, attesa per le prossime mosse di Mattarella

Al Senato il governo incassa la fiducia, ma è bagarre prima del risultato della votazione di fiducia al Senato. Dopo l'esame dei video delle telecamere dell'Aula di Palazzo Madama è stato verificato che il senatore ex M5S Ciampolillo e il senatore del Psi Nencini hanno annunciato il loro voto prima che la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, chiudesse la votazione. I voti a favore sono stati 156, con un margine di sette voti superiore alla maggioranza che era fissata a quota 149. "Se non ci sono i numeri il governo va a casa", ha detto nel pomeriggio il presidente del Consiglio Giuseppe Conte proprio nel giorno più difficile per il suo esecutivo. I senatori di Italia viva si sono astenuti mentre, a sorpresa, due senatori di Forza Italia, Maria Rosaria Rossi e Andrea Causin, hanno votato sì alla fiducia, come fatto ieri alla Camera dall'ormai ex azzura Renata Polverini.

L'astensione di Iv

Il leader di Iv, Matteo Renzi, ancora una volta nel pomeriggio ha sferrato un duro attacco al premier per il "mercato indecoroso di poltrone" e ha chiarito: "Serve un esecutivo pià forte". Parole a cui il premier, altrettanto duramente, ha replicato: "Sono sempre stato disponibile al dialogo, ma Iv ha scelto la via dell'arroganza". E ha annunciato: "Se avremo la fiducia sarà rafforzata la squadra di governo".
Tornando ai voti, i renziani, come già avvenuto ieri alla Camera, si sono astenuti. La linea è stata decisa nel pomeriggio in un'assemblea, anche se nel gruppo di Italia viva i senatori Ernesto Magorno e Gelsomina Vono avevano espresso la volontà di votare no. Dello stesso parere anche una nutrita pattuglia di altri renziani. I senatori del Misto, Pier Ferdinando Casini e Mario Monti, hanno annunciato il loro sì alla fiducia, come l'ex 5S Gregorio De Falco. L'Udc, invece, ha votato no come il centrodestra. "Non cercate volenterosi, ma complici per non perdere poltrona", ha attaccato il leader della Lega Matteo Salvini rivolgendosi a Conte. Che poi ha citato una frase shock nei confronti dei senatori a vita (in Aula presente Liliana Segre, accolta in mattinata da un lungo applauso) pronunciata, sostiene, da Beppe Grillo: "O non muoiono mai o muoiono troppo tardi", ha detto Salvini suscitando le proteste di maggioranza e opposizione.

Il nuovo appello ai costruttori

Nel suo discorso Conte questa mattina ha rinnovato l'appello ai volenterosi che hanno a cuore il destino dell'Italia, ha ricordato Emanuele Macaluso, storico dirigente comunista scomparso oggi e ha citato Mattarella. Ha affrontato il tema della crisi: "È complicato governare con chi dissemina mine nella maggioranza". E ha ricordato che la riforma della legge elettorale verso il proporzionale si farà "con il Parlamento".
Insomma, alla fine il dato principale è che il governo Conte 2 è diventato un governo di minoranza, perché al Senato c’è la maggioranza relativa, non assoluta (161). Meloni e Salvini hanno chiesto l’intervento del Colle, e ora l’attesa è tutta per il nuovo colloquio Mattarella-Conte, probabilmente fra poche ore.


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