
Bagheria, il giallo di Simona Cinà, la Procura smentisce la famiglia e attende l’esito dell’autopsia Photo Credit: Ansa Foto/Instagram Simona Cinà
05 agosto 2025, ore 14:15
La giovane pallavolista è morta durante una festa in villa. Indagini in corso, al momento nessun indagato
SI INDAGA A BAGHERIA PER RICOSTRUIRE LA VICENDA
Una serata di festa, un traguardo da celebrare, e poi l’improvviso dramma. La morte di Simona Cinà, giovane pallavolista di Capaci, avvenuta nella notte tra il 1° e il 2 agosto durante una festa di laurea in una villa di Bagheria, continua a sollevare domande e ad alimentare dubbi. La Procura di Termini Imerese, che coordina le indagini, ha diffuso una nota per chiarire alcuni aspetti della vicenda e per smentire notizie ritenute inesatte. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, nel corso dei rilievi all’interno della villa sono state rinvenute bottiglie di alcolici e bicchieri nei pressi del bancone del bar. Questa circostanza contrasta con quanto dichiarato dalla famiglia della ragazza, che aveva sostenuto di non aver trovato tracce di alcol durante il sopralluogo successivo alla tragedia. La Procura ha ribadito che tali elementi sono stati documentati, confermando così la versione fornita da diversi testimoni presenti alla festa.
I SOCCORSI, UNO DEI PUNTI CONTESTATI
Un altro punto contestato riguarda la dinamica dei soccorsi. I magistrati hanno spiegato che, una volta scoperto il corpo di Simona sul fondo della piscina, in una zona poco illuminata e lontana dal cuore della festa, almeno due ragazzi si sono subito tuffati nel tentativo di salvarla. Hanno riportato il corpo in superficie e iniziato manovre di rianimazione fino all’arrivo dei soccorritori. Tutti i presenti sentiti fino a questo momento, precisano gli inquirenti, hanno collaborato pienamente con le autorità, fornendo testimonianze ritenute coerenti.
LE DICHIARAZIONI DELLA FAMIGLIA DI SIMONA
Le dichiarazioni dei familiari di Simona hanno espresso fin dall’inizio dolore e perplessità per quanto accaduto. In particolare, sono stati sollevati dubbi sull’assenza di alcuni elementi tipici di una festa di laurea, come la torta, e sul fatto che i vestiti della ragazza non fossero immediatamente visibili. Su questo punto la Procura ha chiarito che gli abiti non sono scomparsi, ma sono stati sequestrati dai carabinieri come parte delle prove raccolte. Inoltre, non emergono indizi che facciano pensare a un’alterazione della scena o alla scomparsa di oggetti rilevanti. La piscina, descritta inizialmente come piccola e illuminata, secondo i rilievi presentava invece un angolo con scarsa visibilità, proprio dove è stato trovato il corpo della giovane atleta. Questa circostanza potrebbe aver reso più difficile accorgersi immediatamente di quanto stava accadendo.
ATTESA PER L'AUTOPSIA
L’indagine, avviata con l’ipotesi di omicidio colposo e attualmente senza indagati, prosegue nel tentativo di chiarire ogni aspetto della tragedia. I magistrati hanno sottolineato come l’autopsia, fissata per giovedì, rappresenti un passaggio fondamentale per comprendere le cause del decesso. Tra le ipotesi al momento considerate vi è quella di un malore o di un incidente, senza però escludere del tutto altre eventualità. Gli avvocati della famiglia, Gabriele Giambrone e Davide Carnese, hanno ribadito che i genitori di Simona non cercano colpevoli a tutti i costi, ma desiderano soltanto conoscere la verità. Hanno inoltre espresso piena fiducia nell’operato della Procura e dei carabinieri, convinti che l’indagine stia procedendo nel rispetto delle regole e con l’obiettivo di fare luce sull’accaduto. Infine, i magistrati hanno lanciato un appello a non diffondere informazioni non verificate, sottolineando che la priorità resta una sola: restituire alla famiglia di Simona una ricostruzione chiara e completa dei fatti. In un clima ancora carico di dolore e di domande senza risposta, l’intera comunità attende che la verità emerga, portando almeno un po’ di chiarezza su una tragedia che ha sconvolto tutti.