Volano schiaffi alla Casa Bianca. Rissa tra Musk e Bessent prima della lite con Trump

Volano schiaffi alla Casa Bianca. Rissa tra Musk e Bessent prima della lite con Trump

Volano schiaffi alla Casa Bianca. Rissa tra Musk e Bessent prima della lite con Trump Photo Credit: agenziafotogramma.it


L’ex stratega del presidente Usa ha raccontato di uno scontro fisico tra il patron di Tesla e il segretario al Tesoro

Volano schiaffoni alla Casa Bianca. E no, a essere protagonista questa volta non è il presidente degli Usa Donald Trump (nonostante le sue passate apparizioni televisive nel match di wrestling più seguiti dai media). A mettersi le mani addosso sarebbero stati, varie settimane fa, l’uomo più ricco del mondo, Elon Musk, e il segretario al Tesoro Scott Bessent. Alla base del diverbio, una nomina governativa che li ha visti su posizioni opposte e una scelta di POTUS che avrebbe acuito le asperità tra i due. A rivelarlo, lo storico stratega del presidente, Steve Bannon, negli ultimi tempi accanito oppositore del miliardario sudafricano.


La nomina della discordia

Riavvolgiamo il nastro. Torniamo alla metà di aprile di quest’anno, periodo in cui i primi screzi tra Trump e Musk si potevano intuire, ma non erano ancora culminati con gli scambi al veleno che abbiamo letto negli ultimi giorni. Tutto nasce dall’esigenza di nominare un commissario ad interim dell’Irs, l'Internal Revenue Service, incaricato della riscossione delle tasse americane (l’equivalente della nostra Agenzia delle Entrate). Bessent e Musk avevano proposto un candidato a testa e il giorno della lite si trovavano presso lo Studio Ovale in attesa di apprendere la decisione del tycoon. La scelta del capo della Casa Bianca, ricadendo sul nome suggerito dal primo, aveva acceso un’ampia discussione, culminata con uno scontro fisico fuori dalla stanza.

Secondo quanto ricostruito dal Washington Post – a colloquio con Steve Bannon – il segretario al Tesoro avrebbe accusato Musk (allora ancora impegnato nell’attività di coordinamento del Doge) di non aver mantenuto la promessa di scoprire frodi per mille miliardi di dollari. “Sei un impostore – avrebbe urlato Bessent – Sei un totale impostore”. Di fronte all’insulto, il miliardario sudafricano si sarebbe lanciato contro il rivale come un giocatore di rugby”, colpendolo con una spallata al costato. L’altro avrebbe risposto picchiandolo e la situazione sarebbe degenerata al punto da richiedere l’intervento dei funzionari della Casa Bianca nei corridoi della West Wing.


Il preludio di una fine annunciata

Appreso dello scontro fuori dall’ufficio del consigliere alla sicurezza nazionale, il presidente Trump pare abbia perso le staffe. “Questo è troppo” avrebbe esclamato. E sarebbe stato proprio a partire da quel momento che il declino del rapporto tra il presidente e Musk avrebbe preso una piega insanabile culminata con gli scontri in pubblico tra i due. In molti hanno fatto ironia sull’occhio nero con cui il patron di Tesla si era presentato il giorno in cui annunciò l’allontanamento dal Doge. “È stato mio figlio”, aveva detto il miliardario corroborato dal commento divertito di Trump: “Se conosceste X – il figlio di Musk, ndr. – sapreste che ne è capace”. In effetti, i tempi non coincidono, difficile immaginare che l’ematoma sia stato il risultato dello scontro con Bessent. Eppure la lotta con il segretario al Tesoro sembra abbia in qualche modo anticipato quanto poi si sarebbe visto successivamente.

Nel frattempo gli scontri durissimi tra il presidente ed Elon Musk continuano a fomentare ipotesi di ritorsioni dall’una e dall’altra parte. In particolare, Trump sarebbe pronto a tagliare i sussidi federali alle aziende dell’imprenditore e avrebbe fatto un giro di telefonate ai più influenti giornalisti televisivi americani (in particolare quelli vicini alla propria area politica), attaccando direttamente l’ex “buddy”, descrivendolo apertamente come “pazzo” e “tossicodipendente”, probabilmente invitando – anche se non esplicitamente – ad attaccarlo sui media.


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