Nuovi mezzi per andare a lavoro: “gli sci” di Giovanni e Bruno, due medici che lavorano al Pronto soccorso del San Matteo di Pavia

Nuovi mezzi per andare a lavoro: “gli sci” di Giovanni e Bruno, due medici che lavorano al Pronto soccorso del San Matteo di Pavia

Nuovi mezzi per andare a lavoro: “gli sci” di Giovanni e Bruno, due medici che lavorano al Pronto soccorso del San Matteo di Pavia


Ci siamo svegliati sommersi dalla neve, qualsiasi appassionato di montagna avrebbe scalpitato per assaporarla anche solo per un istante. Ci siamo sentiti al telefono poco dopo la sveglia: "Andiamo in policlinico con gli sci?" - "Andiamo!". Queste le parole che descrivono l’impresa di Giovanni Cappa e Bruno Barcella due medici specializzandi di Medicina d'urgenza

Bruno e Giovanni (K per gli amici) non potevano non “assaporare” la neve e così lo hanno fatto: direzione lavoro ma con un mezzo alternativo! La loro è un’amicizia nata da poco, nel Novembre del 2019. Hanno iniziato entrambi la specialistica in medicina d’urgenza e fin da subito hanno riscontrato un buon feeling. Se fuori nevica bisogna trovare una soluzione per andare a lavoro: pensato e fatto! Pronti gli sci di Giovanni e Bruno, due medici specializzandi di Medicina d'urgenza che lavorano al Pronto soccorso del San Matteo di Pavia.


Età e Passioni

Bruno ha 28 anni e moltissime passioni, sogni, obiettivi oltre a medicina. E’ appassionato di alpinismo in ogni sua forma, di ciclismo/mountainbike e di viaggi (rigorosamente quelli “slow”, zaino in spalla in stile backpacker, in cui ogni giorno dormi in un posto diverso incontrando varie culture). Se le passioni fossero ancora poche, Bruno suona la chitarra a tempo perso, ha 2 brevetti di subacquea e corre per tenersi in forma e partecipare a piccole gare. Giovanni anche lui ventottenne doc, ha la passione per la subacquea, il mare e la conservazione degli oceani, portata avanti da organizzazioni come Sea Shepherd, di cui è orgogliosamente volontario. Le sue passioni non finiscono qui, ce ne sono altre come: la montagna, le escursioni, la natura, il volontariato tramite Croce Rossa e Rotaract, i viaggi ai confini del mondo e una grande passione per “il cibo”. Con questi due medici specializzandi non ci si annoia per nulla e per non farsi mancare niente, i due amici, hanno iniziato un corso di apnea.


I sogni da piccoli e la realtà da grandi

Giovanni da piccolo ha oscillato tra due grandi passioni: fare l'archeologo o diventare pirata. Quest’ultima è una cosa che gli è parzialmente riuscita, perché ha fondato i Medical Pirates: un gruppo di amici, medici e operatori sanitari che si lanciano in spedizioni ed eventi ai confini del mondo, come il Mongol Rally. Bruno da piccolo voleva fare il geologo, una passione per ora accantonata, ma per il futuro chissà! Si sta dedicando anima e cuore alla medicina d’urgenza ed in futuro non gli dispiacerebbe unire l’amore per la montagna a quello di medico; lavorare per il 118, partecipare a delle spedizioni, dedicarsi all’elisoccorso, al soccorso alpino o fare il medico umanitario.


Tiriamo le somme di questo anno 2020 appena concluso

Per Bruno e Giovanni di sicuro il 2020 è stato un primo anno di specializzazione davvero difficile, un “battesimo di fuoco” in quanto catapultati in prima linea nella pandemia. Di questo anno vogliono ricordare le cose meno “mediche” ma più “umane”: i sorrisi strappati ai pazienti in un momento difficile in cui si sentivano impotenti e soli (non potendo vedere i propri cari). In questo anno che si è appena concluso hanno visto e respirato molta sofferenza ma la pandemia ha avuto un forte ruolo di unione tra i medici strutturati, gli infermieri, gli oss e tutti i medici specializzandi.


I loro idoli

Per Bruno sono due alpinisti: Walter Bonatti e Nives Meroi, la prima alpinista italiana a scalare il K2. Per K: Kary Mullis, il premio Nobel per la chimica nel 1993 che ha scoperto la PCR, una tecnica di biologia molecolare che viene usata in tutti i laboratori del mondo.


Le storie che racconterebbero ai loro figli per infondere coraggio e positività

Giovanni racconterebbe la storia di Amelia Earhart, avventuriera, aviatrice americana, prima donna a sorvolare l'atlantico con un aereo, distruggendo ogni pregiudizio e stereotipo della sua epoca. Bruno ne avrebbe tante di storie da raccontare, tutte quelle che facciano capire che nulla è impossibile e gratuito; con pensiero positivo, tanta forza di volontà e un pizzico di fortuna, si riesce a compiere e raggiungere ogni cosa e traguardo.


Un sogno comune

Partecipare all’Atlantic Challange: una gara che prevede di attraversare l’oceano Atlantico con una barca a remi; per realizzare questo sogno è necessaria una dura preparazione, il giusto equipaggiamento e molti fondi!


Frasi motivazionali che appartengono alla loro filosofia di vita

Per Bruno la frase è: “non preoccuparti delle cose, occupatene”. Non gli piace passare il tempo a preoccuparsi per i vari eventi avversi della vita, preferisce occuparsene in modo attivo. Giovanni invece utilizza una locuzione latina: “homo faber fortunae suae”. L'uomo è artefice del proprio destino: ti piacerebbe fare una cosa? Falla! Non ti piace quello che stai facendo? Cerca una soluzione! Siamo convinti che sentiremo parlare ancora di questi due amici, si inventeranno qualcos’altro! Magari non una slitta, ma di sicuro si faranno venire in mente piccole, grandi, “imprese” da compiere! 

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