Mostra del Cinema di Venezia 2025, A House of Dynamite di Kathryn Bigelow: trama e recensione del film in concorso

Mostra del Cinema di Venezia 2025, A House of Dynamite di Kathryn Bigelow: trama e recensione del film in concorso

Mostra del Cinema di Venezia 2025, A House of Dynamite di Kathryn Bigelow: trama e recensione del film in concorso


Mostra del Cinema di Venezia 2025, A House of Dynamite di Kathryn Bigelow: trama e recensione del film in concorso

Sesta partecipazione al Lido di Venezia e quarta volta in concorso. Kathryn Bigelow, prima donna a vincere il premio Oscar come miglior regista, torna dietro la macchina da presa dopo un lungo silenzio, portando alla Mostra del Cinema “A House of Dynamite” un’opera che, almeno sulla carta, prometteva molto. Il tema trattato è urgente e potente, ma la regista sembra affidarsi troppo al carico emotivo e politico della materia, sacrificando la cura della messa in scena, che risulta spesso grezza e poco incisiva.

A HOUSE OF DYNAMITE, LA TRAMA

Quando un missile di provenienza ignota viene lanciato contro gli Stati Uniti, scatta immediatamente una corsa contro il tempo. Le agenzie di intelligence e la difesa nazionale si mobilitano per analizzare ogni possibile indizio: la traiettoria del missile, i sistemi di lancio utilizzati, e qualsiasi comunicazione intercettata. L'obiettivo è duplice: identificare con precisione chi sia il responsabile di questo attacco e valutare le potenziali minacce imminenti. Nel frattempo, i vertici politici e militari si confrontano per decidere la risposta più adeguata, bilanciando l'urgenza di una reazione rapida con la necessità di evitare errori che potrebbero scatenare un conflitto su larga scala. In questo clima di tensione, ogni secondo conta, e le decisioni prese in quei momenti possono determinare il destino di molte vite e la stabilità internazionale.


A HOUSE OF DYNAMITE, LA RECENSIONE

Animata da un’urgenza evidente, che qua e là riesce anche a emergere con forza, A House of Dynamite resta però un’operazione più significativa per le sue intenzioni che per la sua reale efficacia. Il ritorno di Kathryn Bigelow, pur atteso e carico di aspettative, lascia una sensazione di parziale completezza, come se il film non riuscisse mai davvero a trovare la sua forma più definita. La suddivisione in capitoli, concepita probabilmente per dare ordine a una narrazione frammentata, risulta fin troppo didascalica e finisce per imbrigliare l’energia del racconto anziché esaltarla. Questa scelta formale, invece di conferire ritmo e chiarezza, tende ad appesantire la struttura e a interrompere il coinvolgimento emotivo. Allo stesso modo, la narrazione corale, costruita su una molteplicità di punti di vista, risulta più ambiziosa che davvero efficace: se in alcuni momenti apre prospettive stimolanti, finisce però per frammentare il racconto, generando confusione e diluendo l’impatto emotivo della storia. A livello visivo, A House of Dynamite non sembra pensato per il grande schermo: l’immagine è spoglia, il linguaggio filmico piuttosto piatto, e si ha la sensazione che la pellicola possa funzionare meglio in una visione domestica, magari su una piattaforma streaming, piuttosto che in sala. Ci sono ovviamente degli spunti interessanti: la decisione di non rivelare chi abbia effettivamente lanciato il missile sembra voler sottolineare come la minaccia non derivi da un unico responsabile, ma piuttosto da un mondo intero che, in modi diversi, si mostra ormai ostile a un’America del tutto impreparata e vulnerabile. Inoltre risulta efficace la scelta di ancorare il film non a un semplice “se dovesse accadere”, ma a un vero e proprio monito, suggerendo che gli eventi narrati non sono solo possibili, ma inevitabili, quasi profetici nella loro drammaticità. La pellicola sicuramente incontrerà l’apprezzamento di gran parte del pubblico e potrebbe avere una buona durata nel tempo, ma resta la sensazione che A House of Dynamite avrebbe potuto offrire qualcosa di più. Il ritorno di Bigelow si rivela tiepido e privo di quella incisività che ci si sarebbe auspicati da una regista del suo calibro.



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