Meno partenze ma un migrante su tre muore in mare

Meno partenze ma un migrante su tre muore in mare

Meno partenze ma un migrante su tre muore in mare


E' l'allarme lanciato da Unhcr, percentuale mai così alta nonostante drastico calo flussi

Gli arrivi dei migranti in Europa continuano a diminuire, ma il Mediterraneo non è mai stato così pericoloso: Unhcr Italia lancia l'allarme, rilevando che quest'anno una persona su tre ha perso la vita lungo la rotta libica, la percentuale più alta negli ultimi anni. I dati dei primi quattro mesi del 2019 confermano la tendenza di un robusto calo dei flussi: sono poco meno di 12.500 i migranti entrati in Europa via mare dal primo gennaio fino al 10 aprile, con una diminuzione del 22% rispetto ai 16.200 circa arrivati nello stesso periodo dell'anno scorso, secondo le cifre dell'Oim. In Italia, dove il governo ha attuato una politica di chiusura dei porti, si registra una riduzione più drastica: 623 i migranti arrivati nelle nostre coste, rispetto ai 7.389 registrati nei primi mesi del 2018: oltre il 90% in meno, addirittura il 97% in meno, in confronto al 2017. Mentre sia Grecia che Spagna hanno accolto quasi 5.800 persone ciascuna. Ma è il conto delle vittime a destare preoccupazione. Sono 422 i profughi inghiottiti dal Mediterraneo in questi primi mesi dell'anno: un morto ogni tre persone che hanno tentato la traversata, la percentuale più elevata sul totale delle partenze dal 2014. Per l'Alto Commissariato Onu per i rifugiati "questa situazione non può continuare", e ci sono delle precise responsabilità, dentro e fuori dalla Libia. L'Unhcr punta il dito contro le autorità del paese nordafricano: "Non esiste un porto sicuro in Libia e nessuna nave governativa effettua operazioni di ricerca e soccorso", è la denuncia. E di certo la guerra tra Tripoli e Bengasi, che va avanti da oltre un mese, non contribuisce a migliorare il controllo delle frontiere.


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