
Leoncavallo: anticipato lo sgombero di via Watteau, era programmato per il nove settembre, era lì dal 1994
21 agosto 2025, ore 16:00
Per il ministro Piantedosi ristabilita la legalità, Meloni:"Rispetto della legge ovunque" , i legali del Leoncavallo parlano di situazione anomala
La polizia esegue l'ordine di sfratto nei confronti dello storico centro sociale Leoncavallo a Milano. Gli accessi a via Watteau sono presidiati dalle forze dell'ordine, dalle prime ore del mattino. Lo sfratto era stato nuovamente notificato per il 9 settembre. Ma oggi si è anticipato. Con tutta probabilità si chiude un periodo storico.Il centro sociale più famoso d’Italia, fu fondato a Milano nel 1975 in via Leoncavallo. Da lì venne sgomberato nel 1994, anche quella volta era agosto .Poco dopo si trasferì nell'attuale sede di via Watteau.
Piantedosi: “È ristabilita la legalità”
"Lo sgombero del centro sociale Leoncavallo segna la fine di una lunga stagione di illegalità. Per trent'anni quell'immobile è stato occupato abusivamente. E al danno si è aggiunta la beffa: lo Stato costretto persino a risarcire i danni dell'occupazione. Oggi finalmente viene ristabilita la legalità. Il governo ha una linea chiara: tolleranza zero verso le occupazioni abusive. Dall'inizio del nostro mandato sono già stati sgomberati quasi 4mila immobili. Lo sgombero del Leoncavallo è solo un altro passo di una strategia costante e determinata che porteremo ancora avanti". Così il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi.
"Decenni di illegalità tollerata, e più volte sostenuta, dalla sinistra: ora finalmente si cambia. La legge è uguale per tutti: a fuera!". Lo scrive sui suoi social il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, che da giovane consigliere della Lega lo difendeva.
Lo sfratto del centro sociale di via Watteau era stato spostato un centinaio di volte e lo scorso novembre il ministero dell'Interno era stato condannato a risarcire 3 milioni di euro ai Cabassi, proprietari dell'area, proprio per il mancato sgombero. Chiedendo a sua volta un risarcimento dei tre milioni a Marina Boer, la presidente dell'associazione Mamme del Leoncavallo.
Nei mesi scorsi proprio questa associazione ha presentato una manifestazione d'interesse al Comune per un immobile in via San Dionigi che poteva rappresentare un primo passo per lo spostamento del centro sociale.
Prefettura: “Lo sgombero evita nuove azioni di risarcimento”
L'esecuzione dello sgombero del centro sociale Leoncavallo "consentirà anche di evitare ulteriori azioni risarcitorie nei confronti dello Stato". A chiarirlo è la Prefettura di Milano che, in una nota, ricorda che "nella mattinata odierna hanno avuto luogo le operazioni di sgombero dell'immobile in Via Watteau numero 7 a Milano di proprietà della società 'L'Orologio srl', occupato abusivamente da parte della 'Associazione mamme antifasciste del Leoncavallo'.
"Al termine delle operazioni, la struttura è stata riconsegnata alla proprietà per la sua messa in sicurezza - continua Palazzo Diotti -. L'immobile in questione era stato occupato senza titolo dal settembre 1994, e l'autorità giudiziaria aveva da tempo condannato gli occupanti a rilasciare l'immobile. Dal 2005 vi sono stati numerosi tentativi di accesso da parte dell'ufficiale giudiziario, risultati infruttuosi".
Meloni: governo per rispetto della legge ovunque
"In uno Stato di diritto non possono esistere zone franche o aree sottratte alla legalità. Le occupazioni abusive sono un danno per la sicurezza, per i cittadini e per le comunita' che rispettano le regole. Il Governo continuerà a far sì che la legge venga rispettata, sempre e ovunque: è la condizione essenziale per difendere i diritti di tutti". Lo scrive il presidente del Consiglio Giorgia Meloni su X.
L'attivista Luciano Muhlbauer: "Una sorpresa non del tutto inaspettata"
Il Leoncavallo aveva aperto una raccolta fondi, per il suo "diritto ad esistere" dopo che era stato fissato al 9 settembre lo sfratto.
"Nel suo 50esimo anno di storia il Leoncavallo è sotto sfratto. L'attuale spazio di via Watteau - spiega sul proprio sito il Leonka nato nel 1975 in via Leoncavallo - rischia realmente di scomparire per sempre. Per questo abbiamo deciso di aprire una Cassa di Resistenza. Vi chiediamo di donare alla Cassa "ognun* secondo le sue capacità".
Leoncavallo sui social: “Ci sgomberano, accorrete numerosi”
"Sono arrivati! Ci stanno sgomberando. Accorrete numerosi in via Watteau": è l'appello lanciato dal Leoncavallo sui suoi social dopo che stamattina è stato eseguito lo sfratto con la presenza ingente di forze dell'ordine, polizia e circa 130 carabinieri.
I legali del Leoncavallo
Il provvedimento col quale la Questura ha disposto lo sgombero del Leoncavallo è "anomalo" secondo l'avvocato Mirko Mazzali, che ha assistito il centro sociale nel corso della lunga vicenda giudiziaria il cui epilogo è arrivato oggi con l'esecuzione dell'ultima sentenza. L"anomalia", spiega Mazzali, deriva dal fatto che "le forze dell'ordine sarebbero dovute andare il 9 settembre, come indicato dall'ufficiale giudiziario, ma hanno anticipato a oggi con un'ordinanza del Questore. Bisogna capire la ragione e su quali presupposti è stato fatto". Per Mazzali, "ripetere dopo 40 anni lo sgombero del Leoncavallo non e' un'idea felice e dimostra debolezza, andrà letta l'ordinanza del Questore. In ogni caso, esaurite le vie giudiziarie, ora il problema diventa politico perche' non e' possibile che questa esperienza finisca cosi'".
'La sfratto era stato programmato per il 9 settembre, ma sapevamo che l'anticipo sarebbe potuto succedere per pressioni politiche ricevute dal ministero dell'Interno''. Così Marina Boer, presidente dell'associazione Mamme del Leoncavallo, appena uscita dai locali di via Watteau 7, in seguito allo sfratto in corso da questa mattina. Alla fine di tutto, dice, ''c'è molta delusione e amarezza; ora certamente ci rivolgeremo alla città per avere un riscontro e speriamo che non sia la fine. Certo -conclude- cercare un'alternativa logistica sarà molto difficile''.