
Il Pd conferma il sostegno a Sala: “Ma servono garanzie e una svolta”, il nodo San Siro e l’addio di Tancredi Photo Credit: foto agenzia fotogramma.it
20 luglio 2025, ore 21:38 , agg. alle 22:36
Dopo l’incontro con il sindaco, i Dem ribadiscono l’appoggio ma chiedono discontinuità. La crisi sull’urbanistica diventa banco di prova. Sullo sfondo, la delicata partita della vendita di San Siro
Il Partito Democratico conferma la fiducia al sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ma chiede al primo cittadino segnali concreti di cambiamento. È quanto emerso da un incontro definito "costruttivo" tra il gruppo dirigente milanese del Pd e il sindaco, in un momento in cui le inchieste giudiziarie sull’urbanistica hanno scosso Palazzo Marino e alimentato dubbi sulla tenuta della giunta fino al 2027.
Svolta necessaria
“Serve una svolta”, è il messaggio che arriva dai Democratici. Una svolta soprattutto sulle politiche urbanistiche, travolte dalle indagini che coinvolgono anche l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, per il quale la Procura ha chiesto gli arresti domiciliari. Tancredi, figura chiave degli ultimi anni nella gestione del PGT e dei grandi progetti immobiliari della città, si appresta a lasciare l’incarico. La sua lettera di dimissioni è già pronta e dovrebbe essere ufficializzata a breve. Per il Pd, il suo passo indietro è il punto di partenza per una fase nuova. Si apre ora la partita sulla sua sostituzione, con l’ipotesi di una figura tecnica, esterna alla politica, che possa garantire equilibrio e credibilità fino al termine del mandato. In ballo c’è anche il futuro del nuovo Piano di governo del territorio e il Piano straordinario per la casa: 10mila nuovi alloggi destinati alla classe media su aree pubbliche.
San Siro
Ma il vero banco di prova politico sarà la vendita dello stadio Meazza e delle aree limitrofe alle società Inter e Milan. Un’operazione complessa e contestata, che va avanti dal 2019 e che oggi rischia di essere travolta dalle inchieste. Sala vuole concluderla entro fine luglio, prima che il 10 novembre scatti il vincolo di tutela del secondo anello, che renderebbe impossibile l’abbattimento dell’impianto. Il Pd, però, si mostra cauto. Non tutti nel partito sono convinti che questo sia il momento giusto per procedere con una delibera così delicata. Almeno cinque consiglieri comunali della maggioranza sarebbero contrari alla vendita, e il fronte degli scettici potrebbe ampliarsi dopo gli ultimi sviluppi giudiziari.
Sala chiede compattezza
Sala, dal canto suo, ha chiesto garanzie politiche al Pd: vuole che il partito garantisca il sostegno in aula, in nome della continuità amministrativa e della concretezza delle decisioni. Il sindaco ha fatto sapere di non voler “tirare a campare” e ha ribadito la propria estraneità rispetto alle accuse mosse dalla Procura. Vuole poter chiudere il mandato nel 2027 con una giunta coesa e capace di rilanciare l’azione amministrativa.
Verso una nuova fase
Secondo il segretario milanese del Pd, Alessandro Capelli, è tempo di aprire un “confronto serrato con la città” sui temi più urgenti: diritto alla casa, accessibilità, sviluppo sostenibile, equità sociale. Tutti terreni su cui si gioca non solo il futuro della giunta Sala, ma anche quello del centrosinistra a Milano. In questo quadro complesso, il Pd si prepara a un nuovo incontro col sindaco per definire i prossimi passi. La sensazione è che si sia vicini a un accordo che potrebbe blindare politicamente Sala fino alla fine del mandato, a patto che arrivino segnali chiari di discontinuità.