
Il Ministro degli Esteri Antonio Tajani a RTL 102.5: “Sul terzo mandato c’è il rischio autoritarismo” Photo Credit: Agenzia Fotogramma
11 giugno 2025, ore 12:00
Ius Scholae: “La lega non ha studiato ciò che proponiamo. Studi attentamente”
Antonio Tajani, Ministro degli Esteri, interviene su RTL 102.5, all’interno di Non Stop News con Enrico Galletti, Massimo Lo Nigro e Giusi Legrenzi.
LE PROTESTE CONTRO LE POLITICHE MIGRATORIE DI TRUMP
«Per ora la questione dell’invio di migranti nel carcere di Guantanamo è solo un articolo del Washington Post, non c’è nessun annuncio ufficiale. Le prime informazioni, che però vengono dal Dipartimento per la sicurezza nazionale e ci dicono che Guantanamo verrebbe utilizzata per i clandestini di Stati che non accettano i rimpatri, cosa che invece in Italia ha già detto l’amministrazione americana tempo fa che era disposta a riprendere gli irregolari nel pieno rispetto dei loro diritti e dell’assistenza consolare, quindi non dovrebbero esserci possibilità per gli italiani di essere portati a Guantanamo. Comunque, domani pomeriggio ho già in agenda una telefonata con il segretario di Stato Rubio e cercherò di avere ulteriori chiarimenti, ma mi pare che questa sia la situazione non da drammatizzare, perché gli italiani verrebbero ripresi in Italia. Gli irregolari non sappiamo quanti sono, non abbiamo notizie, però con un questionario che era stato inviato ai diversi paesi tempo fa, l’Italia aveva fatto sapere che era disposta a riprendere gli irregolari. Quindi, per quanto ci riguarda, faremo di tutto perché non ci siano italiani che vangano portati a Guantanamo. La situazione è questa in questo momento».
USA: IL RUOLO DI MEDIAZIONE TRA RUSSIA E UCRAINA
«La situazione è certamente complicata. Noi stiamo sostenendo tutte le iniziative per far sì che possa esserci un dialogo tra l’Ucraina e la Russia e si possa arrivare al cessate il fuoco. Gli incontri di Istanbul non hanno avuto grandi risultati politici, se non portare alla liberazione di prigionieri di entrambe le parti. La Russia non mi pare che voglia accelerare i tempi per arrivare ad un cessate il fuoco, anche per ragioni economiche, assolutamente non condivisibili. La Russia ha un esercito di un milione di uomini che viene pagato il doppio di quanto viene pagato un operaio russo. Putin ha riconvertito tutta la sua industria in un’industria di guerra e per lui sarebbe difficile fare marcia indietro rapidamente perché pagherebbe un prezzo altissimo dal punto di vista economico. Noi però dobbiamo spingere affinché la Russia faccia marcia indietro e lo strumento possono essere nuove sanzioni, di cui si è discusso ieri a Bruxelles e c’è questo orientamento a dare nuove sanzioni alla Russia se non fa rapidi passi verso il cessate il fuoco, cosa assai improbabile. Le sanzioni dovrebbero mettere, da un punto di vista finanziario, in difficoltà Putin, quindi non in grado di pagare come sta facendo oggi con stipendi così alti i soldati, e in questo troverebbe delle grandi difficoltà. Teniamo presente che i soldati vengono pagati così tanto perché ogni giorno ci sono anche mille morti tra le forze armate russe al fronte. Questo è il punto9 debole di Putin che però sta andando avanti perché non può evidentemente fare marcia indietro. Io ritengo che non prima degli ultimi mesi dell’anno si possa arrivare a un risultato positivo. Comunque lavoriamo tutti quanti per raggiungere la pace lì e in Medioriente».
LA SITUAZIONE A GAZA
«Saranno circa un’ottantina i palestinesi che arriveranno da Gaza in Italia con tre voli. Adam, il bambino che ha perso il padre e nove fratelli in un bombardamento, arriverà a Milano e verrà ricoverato al Niguarda perché ha delle fratture multiple, sarà curato lì e verrà accompagnato dalla mamma. Poi ci sono altri bambini palestinesi che verranno ricoverati in altri ospedali italiani, da Roma a Milano, come Bergamo. La situazione purtroppo continua a essere inaccettabile e Israele continua a non ascoltare gli appelli che noi lanciamo affinché ci sia un’immediata fine dei bombardamenti. Ha vinto contro Hamas, basta bombardare la popolazione civile, è inaccettabile. Hamas, che ovviamente è la causa di questa guerra, deve liberare immediatamente tutti gli ostaggi israeliani e smetterla di farsi scudo con la popolazione civile palestinese. È una situazione molto complicata e tutti stiamo lavorando per un cessate il fuoco, ma anche qui la situazione è veramente difficile. Noi sosteniamo tutte le proposte, anche dalla ricostruzione di Gaza, che vengono dai Paesi arabi e siamo disponibili, qualora dovesse esserci una missione di pace per riunificare la Palestina, a inviare truppe italiane per una missione di pace per costruire lo Stato Palestinese, che dovrà riconoscere Israele ed essere riconosciuto da Israele. Tutto questo tramite un programma delle Nazioni Unite oppure di una coalizione a guida della Lega Araba».
IL REFERENDUM SULLA CITTADINANZA
«Noi abbiamo presentato una proposta di legge sullo Ius Italiae, che punta a regolare nel modo migliore possibile la concessione della cittadinanza, che è una cosa seria e non deve essere regalata a nessuno. Il governo ha già accettata e trasformato in norma la seconda parte della nostra proposta dello Ius Italie che riguarda le famose concessioni di cittadinanze sullo Ius Sanguinis, cioè per diritto di sangue. Venivano regalati troppi passaporti italiani a persone che non sapevano l’italiano e volevano il passaporto soltanto per andare a Miami dal Sudamerica oppure per venire in Europa a viaggiare. E su questo abbiamo ottenuto già un risultato, Forza Italia ha vinto questa battaglia perché la cittadinanza italiana è una cosa seria, anche per chi è un migrante regolare nel nostro paese. Ce ne sono 900.000 nel nostro Paese e noi diciamo che bisogna leggere attentamente quello che propone Forza Italia. Non siamo razzisti, ma vogliamo che la cittadinanza venga concessa dopo dieci anni di frequentazione a scuola con profitto, quindi persone che hanno studiato e sono sempre state promosse. Dopo dieci anni di scuola puoi chiedere la cittadinanza italiana anche se sei stato ai giardinetti: questo è quello che noi vogliamo cambiare, non una proposta razzista, ma una proposta che punta ad avere dei cittadini italiani nuovi che sanno la storia, la geografia, la costituzione, che parlano perfettamente italiano, che sono persone integrate e che vogliono sentirsi italiane. È l’esatto contrario di quello che vuole fare la sinistra, che punta soltanto a concedere la cittadinanza dopo cinque anni. È una cosa impossibile, tant’è che è stato bocciato anche il referendum. Dieci anni di scuola sono ben altro, quindi la nostra è una proposta seria perché la cittadinanza va concessa a chi si sente italiano e non soltanto a chi ha vissuto qui in Italia. Sono due cose ben diverse. Io credo che la Lega non abbia ben studiato quello che noi proponiamo, se studiasse attentamente quello che noi proponiamo e siamo pronti al confronto con tutti, credo che alla fine ci darebbero ragione, perché la nostra è tutt’altro che una proposta razzista e poi è parte del programma di centro-destra, con il quale abbiamo vinto le elezioni, che al punto 6 dice “Il centro-destra si impegnerà all’integrazione economica e sociale dei migranti regolari”, quindi un tema che va affrontato. Noi vogliamo che la cittadinanza italiana sia una cosa seria e non soltanto una pratica burocratica. Vogliamo far sì che chi arriva in Italia e viene da qualsiasi altra parte del mondo, se volesse diventare italiano deve andare a scuola, deve conoscere la storia, la geografia e deve essersi integrato nella scuola. Questo è il modo migliore e insisto sui dieci anni. Nulla che mi leghi con le proposte della sinistra, la nostra è una proposta seria e punta a far sì che la cittadinanza sia qualcosa di veramente conquistato e non soltanto legato al tempo di presenza ma anche alla reale volontà di diventare italiani».
IL FRONTE FISCALE
«Io non sono contrario alla rottamazione, ma credo che sia prioritario, se noi vogliamo aiutare il ceto medio, il taglio dell’IRPEF, cioè passare dal 33%, allargando la base imponibile fino a 60.000 euro. Questo significa aiutare il ceto medio. Insisto sul fatto che il provvedimento deve essere strutturale e non occasionale, perché la rottamazione è occasionale e il taglio dell’IRPEF è strutturale, perché ridurre le tasse significa permettere ai cittadini di aumentare i consumi. Se aumentano i consumi, aumenta la produzione industriale ed entrano più soldi nelle casse dello Stato. Questo è un percorso virtuoso che aveva sempre sostenuto Berlusconi, che è un paradigma della politica fiscale di Forza Italia quindi meno tasse per avere più consumi e quindi anche più soldi nelle tasche dello Stato e più produzione da parte dell’industria. È un circuito virtuoso, che parte proprio dalla riduzione della pressione fiscale al ceto medio».
IL TERZO MANDATO
«Io sono sempre pronto a discutere su qualsiasi argomento, però ritengo che due mandati siano sufficienti, perché non servono incrostazioni di potere. Non è una questione di volontà popolare, perché possono portare anche Mussolini alle elezioni. Il ragionamento è che un Presidente di Regione, nel suo territorio, ha più potere si quanto ne abbiamo il Presidente del Consiglio e il Presidente della Repubblica sul territorio nazionale, quindi troppo tempo seduto su una poltrona, si rischia di far sì che ci siano autoritarismi e incrostazioni di potere, motivo per il quale anche negli Stati Uniti, il Presidente viene eletto per due volte soltanto e come in tutte le grandi democrazie ci sono dei limiti alla eleggibilità. Non è un fatto personale. Il problema non è che si fanno delle leggi per Zaia e guai a pensare che noi di Forza Italia facciamo delle scelte legate alle persone, le facciamo per principio. Il ragionamento sul parlamentare è completamente diverso, perché esercita soltanto il potere di controllo sull’attività di governo e svolge attività legislativa, non esecutiva. E ripeto, il presidente della Regione ha più poteri di quanti ne abbiano il Presidente del Consiglio e il presidente della Repubblica, quindi ha nelle sue mani una concentrazione di poteri molto forte e restare troppo al potere non è mai una cosa positiva in una democrazia».
ABBASSARE IL QUORUM
«Noi abbiamo già presentato una proposta di legge per aumentare le firme a un milione, perché quando la partecipazione è così bassa, non bisogna fare analisi uguali per il voto politico amministrativo e per il referendum. Il referendum per legge prevede un quorum e se c’è un quorum vuol dire che i cittadini possono anche non andare a votare se no sono convinti delle proposte referendarie. Certamente abbiamo speso molti soldi, perché noi dobbiamo mandare le schede elettorali in giro per tutto il mondo e abbiamo dovuto utilizzare l’aereo di Stato dove c’erano difficoltà. Insomma, è costato molto questo referendum che ha visto una partecipazione molto bassa. Questo deve farci riflettere e anche quando si fanno iniziative referendarie, che hanno come obiettivo soltanto quello di regolare dei conti all’interno delle coalizioni oppure fare un attacco al governo, non va bene. Quando bisogna cambiare una legge che è stata approvata dal Parlamento, bisogna sempre fare in modo che ci sia un quorum alto, e fare più dei quesiti che abbiano senso e maggior partecipazione».