Il 6 luglio del 1960 la semifinale degli Europei Francia-Jugoslavia finì con 9 gol segnati, un record

Il 6 luglio del 1960 la semifinale degli Europei Francia-Jugoslavia finì con 9 gol segnati, un record

Il 6 luglio del 1960 la semifinale degli Europei Francia-Jugoslavia finì con 9 gol segnati, un record


La partita si giocò al Parco dei Principi di Parigi davanti a 26mila spettatori con tanti episodi originali

Una partita da record

Il buongiorno si vede dal mattino. E' quello che devono avere pensato i 26 mila spettatori del Parco dei Principi di Parigi che hanno assistito alla prima gara della fase finale degli Europei, la semifinale Francia-Jugoslavia del 6 luglio 1960, finita 4-5 con mille emozioni e tanti episodi strampalati e con un risultato che dopo 61 anni è ancora il record di gol in 90'. Una girandola senza fine di emozioni, errori a raffica del portiere, topiche di un arbitro poco atletico, con un gol indotto da un fotografo. E' una scommessa quella del dirigente francese Henry Delauney, ideata negli anni '30 e poi varata nel 1958 a tre anni dalla sua morte: ma la coppa Europa per Nazioni nasce sotto una cattiva stella nel 1960, anno delle Olimpiadi di Roma, boicottata da Inghilterra, Germania Ovest e Italia. Avrebbe dovuto vincere a spasso la Spagna, dominatrice per cinque anni consecutivi della Coppa dei Campioni col Real Madrid, ma il dittatore Franco si rifiuta di giocare con l'Urss. In semifinale gli accoppiamenti sono Urss-Cecoslovacchia e Francia-Jugoslavia e le gare si svolgono a Parigi e Marsiglia.


La gara

Si fronteggiano Francia e Jugoslavia. I padroni di casa, che rispetto ai mondiali di Svezia rinunciano ai due fuoriclasse Kopa e Fontaine, sono favoriti e hanno il miglior giocatore in Wisnieski. La Francia rimonta il primo gol jugoslavo, si porta in vantaggio prima 3-1, poi il portiere Lamia, campione col Nantes, commette un errore marchiano per il 3-2 al 55'. Poco male perchè al 62' l'attaccante Heutte avanza in chiaro fuorigioco verso la porta e rallenta aspettando l'interruzione, ma l'arbitro 50enne decisamente poco atletico, il belga Grandain, non fischia. Un fotografo francese si accorge di tutto e avverte l'attaccante che segna il 4-2 fra le proteste degli jugoslavi. Tra il 75' e il 79' il portiere Lamia va in panico e subisce tre reti senza attenuanti. La Jugoslavia s'impone 5-4 poi perde 2-1 ai supplementari la finale con l'Urss del grande portiere Jascin. L'arbitro Grandain dopo pochi mesi va in pensione. Il portiere francese viene cacciato con ignominia dalla nazionale, ma le grandi emozioni vissute e l'avvento della tv lanciano in orbita il torneo. 

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