Giuseppe Conte si è dimesso, si apre ufficialmente la crisi di governo, da domani le consultazioni

Giuseppe Conte si è dimesso, si apre ufficialmente la crisi di governo, da domani le consultazioni

Giuseppe Conte si è dimesso, si apre ufficialmente la crisi di governo, da domani le consultazioni


Con le dimissioni, annunciate in mattinata nel consiglio dei Ministri, finisce dopo 500 giorni il Conte due

Giuseppe Conte ha rassegnato le dimissioni. Si apre così, ufficialmente, la crisi di governo e finisce il Conte Due, l’esecutivo sostenuto da Cinque Stelle, Pd, Leu e, fino a pochi giorni fa, da Italia Viva. Sono passati 500 giorni. Dopo aver cercato, restando in sella, di allargare la maggioranza ai cosidetti volenterosi dopo lo strappo di Iv, Conte ora spera di ottenere il reincarico e di creare un governo di salvezza nazionale. Ma le incognite e i sospetti incrociati sono molti. Di fatto tutto è cominciato con la fuoriuscita delle ministre di Renzi ed ora la questione è passata nelle mani del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che sarà, l’unico arbitro di questa partita. Una partita che, alla fine, potrebbe avere molti risultati.


Cosa accadrà

Cominciamo con l’ipotesi della irrealtà: lo scioglimento delle Camere. A due anni dalla fine della legislatura, con l’elezione del nuovo presidente della Repubblica, nessuno di quelli che sta seduto in Parlamento vuole andare a casa. Le ragioni sono molteplici: in pochi sono sicuri della rielezione, i posti, con il taglio del numero dei parlamentari, saranno decisamente meno, e, nessuno vuole lasciare per strada due anni e rotti di emolumenti. A casa non si va, in ogni caso. Ad un’eventuale minaccia di scioglimento delle Camere, c’è da scommettere che, magicamente, una maggioranza che dovesse sostenere qualsiasi tipo di governo, si troverebbe. Fino a qui lo scenario più improbabile.


Gli scenari per la soluzione della crisi

Quello più probabile, anche se i numeri in percentuale non sono altissimi, è il reincarico a Conte. Mattarella chiede tempi certi e numeri stabili. Sui numeri al Senato manca Italia Viva. Si può ricucire lo strappo? Forse sì. Renzi chiederebbe più ministri, Conte, Pd e Cinque Stelle ingoierebbero il rospo, ma sarebbero nelle mani dell’ ex presidente del Consiglio. Un’altra ipotesi è quella che è stata chiamata, con molta fantasia, maggioranza Ursula. Per Ursula si intende Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea. In sostanza si tratterebbe dei partiti che in Europa l’hanno votata: quelli che hanno appoggiato il Conte Due più Forza Italia.


L'incognita Berlusconi

E proprio su Forza Italia si sono aperti dei ragionamenti nemmeno troppo complessi. Berlusconi ha detto o “governo di unità nazionale o urne”, ma Salvini e Meloni stanno facendo di tutto per convincerlo a bloccare eventuali fuoriusciti perché, in caso di un governo di centrodestra, lo stesso Berlusconi sarebbe il nuovo capo dello Stato ad inizio 2022. I sondaggi, infatti, darebbero alla coalizione di centrodestra numeri sufficienti per scegliersi da sola il presidente della Repubblica. C’è l’ipotesi di un governo di unità nazionale con un presidente del Consiglio di spessore internazionale che garantirebbe sul Recovery Plan. Il nome di Mario Draghi è il più accreditato, ma anche il più improbabile. Tra qualche ore cominceranno le consultazioni, poi, prima della fine della settimana conosceremo le decisioni del presidente della Repubblica.


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