
Garlasco, nuovo sopralluogo dei Ris nella villa dei Poggi con laser e scanner. Nordio: l'incertezza nuoce alla magistratura Photo Credit: fotogramma
09 giugno 2025, ore 11:35
L'obiettivo dei carabinieri è quello di riprodurre in 3d la casa dell'omicidio e lavorare per individuare la traiettoria delle tracce di sangue. Il Guardasigilli mette in guardia la magistratura sull'incertezza delle sentenze
Laser scannar e droni nella villetta di Garlasco. Con questi strumenti gli uomini del Ris sono entrati in via Pascoli dove venne ritrovato il corpo di Chiara Poggi il 13 agosto del 2007.
LE NUOVE INDAGINI
L’approfondimento dell’indagine, rilanciata dai social del Tg1, avrebbe l’obiettivo di riprodurre in 3d la casa e ricostruire le traiettorie delle tracce di sangue. Secondo quanto si è appreso dagli inquirenti, l'attività nella villetta sarebbe stata pianificata da tempo, con tanto di notifica alle parti. Niente di inaspettato, dunque. Per l’omicidio è stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere l’ex fidanzato della vittima, Alberto Stasi, e nel nuovo filone di indagini attualmente l’unico indagato è Andrea Sempio. La famiglia Poggi aveva richiesto di estendere il prelievo del DNA a persone vicino a Chiara, oltre quelle già previste nelle liste delle indagini, per evitare soprese future su nuovi indagati, nella speranza di mettere un punto alla dolorosa vicenda.
L’INCERTEZZA NUOCE ALLA MAGISTRATURA
Il ministro della giustizia Nordio, pur ribadendo la volontà di non voler entrare nella vicenda giudiziaria, ha espresso perplessità sul fatto che una persona assolta in primo e secondo grado poi venga condannata senza rifare dall'inizio il processo, come è successo a Stasi. L’incertezza del giudizio nuoce ai magistrati, ha aggiunto il guardasigilli. "Oggi i tempi dei processi si sono ridotti e si stanno riducendo, e di questo dobbiamo essere grati alla magistratura che lavora, lavora molto e lavora bene - spiega - Quello che invece, a mio avviso, può essere alla base di questa caduta è l'incertezza del diritto, cioè il fatto che, a parità di condizioni, Tizio viene condannato di qua, Caio viene assolto di là, e poi magari dopo vent'anni si fa un altro processo e si rimette in discussione quello che è stato fatto vent'anni prima. Tutto questo disorienta il cittadino, che da un lato può anche prendersela con il legislatore, ma essenzialmente vede nel magistrato il responsabile di questa fonte di disorientamento".