Decreto-lavoro, arriva la mobilitazione dei sindacati, ma crescono gli occupati, quasi 300mila in più

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Decreto-lavoro, arriva la mobilitazione dei sindacati, ma crescono gli occupati, quasi 300mila in più


A marzo il tasso di disoccupazione è sceso al 7,8% (-0,1 punti) e il numero dei disoccupati torna sotto il livello psicologico dei 2 milioni scendendo a 1.980.000 unità, un livello che non si toccava dal novembre 2022. Cala pure la disoccupazione giovanile

Un maggio di mobilitazione. Dopo la tradizionale manifestazione del primo maggio, quest'anno a Potenza, Cgil Cisl e Uil si preparano a tornare in piazza insieme e per tre volte di fila, di sabato. Ad accompagnarle, lo slogan "Per una nuova stagione del lavoro e dei diritti". Il primo appuntamento sabato prossimo, 6 maggio a Bologna, poi il 13 a Milano e il 20 a Napoli. Tre manifestazioni interregionali (nell'ordine per il Centro, il Nord e il Sud), che fanno seguito alla campagna di assemblee nei luoghi di lavoro e nei territori tenute a partire da aprile. I sindacati chiedono al governo un cambiamento delle politiche economiche, sociali e occupazionali. E di ottenere risposte, dai salari alle pensioni, dal fisco all'occupazione, stabile e di qualità.


La mobilitazione

La mobilitazione unitaria decisa ad inizio aprile, prima del decreto lavoro che ora diventa un nuovo bersaglio, vede al centro tutte le questioni considerate prioritarie dai sindacati: la tutela dei salari e delle pensioni, erosi dall'inflazione; il rinnovo dei contratti, con lo stanziamento delle risorse necessarie per il pubblico impiego; la riforma del fisco con "una forte riduzione" del carico su dipendenti e pensionati, una maggiore tassazione degli extraprofitti e delle rendite finanziarie; il potenziamento dell'occupazione e della sicurezza, il contrasto alla precarietà. Cgil, Cisl e Uil dicono "basta morti sul lavoro" e insistono sulla riforma previdenziale.


Gli interventi

Prossimo appuntamento, dunque, sabato 6 in piazza Maggiore a Bologna, dove dal palco si alterneranno gli interventi dei lavoratori, dei pensionati e dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri. Poi a Milano all'Arco della pace e a Napoli alla Rotonda Diaz, sempre con la presenza dei tre leader sindacali.


Disoccupazione

Eppure ci sono buone notizie perché a marzo il tasso di disoccupazione è sceso al 7,8% (-0,1 punti) e il numero dei disoccupati torna sotto il livello psicologico dei 2 milioni scendendo a 1.980.000 unità, un livello che non si toccava dal novembre 2022. Stesso calo (-0,1 punti) anche per il tasso di disoccupazione giovanile che resta comunque su livelli allarmanti, al 22,3%. Invariato al 33,8% il tasso di inattività. E' quanto fotografa l'Istat nei suoi dati sull'occupazione nel mese di marzo. Il miglioramento del dato viene però oscurato dal calo - sia marzo su febbraio, sia marzo su marzo - delle persone in cerca di lavoro e dall'aumento del numero degli inattivi su base annua. Si segnala poi, su base mensile, un aumento degli inattivi fra gli uomini egli over 50 a vantaggio di donne e giovani. In numeri assoluti a marzo gli occupati sono aumentati di 22mila unità (+0,1%) rispetto a febbraio e di 297mila unità (+1,3%) rispetto al marzo 2022. Con questi numeri il tasso di occupazione risulta stabile al 60,9% su febbraio e sale di 0,9 punti percentuali su marzo 2022. "La crescita dell'occupazione rispetto al mese precedente porta gli occupati a 23milioni 349mila". L'aumento rispetto a marzo 2022, è dovuto alla crescita "dei dipendenti permanenti e degli autonomi e a fronte di una diminuzione dei dipendenti a termine", commenta l'Istat.


Il raffronto

Nel raffronto con il mese di febbraio, l'aumento dell'occupazione riguarda uomini e donne, dipendenti e tutte le classi d'età tranne quella dei 25-34enni, che invece risultano in calo. Il numero di persone in cerca di lavoro, rispetto a febbraio 2023, diminuisce (-1,1%, pari a -22mila unità) tra gli uomini, le donne e tra chi ha almeno 35 anni. La stabilità del numero di inattivi - tra i 15 e i 64 anni - è sintesi della crescita tra gli uomini e tra chi ha 50 anni o più e della diminuzione tra le donne, i 15-24enni e i 35-49enni. Confrontando il primo trimestre 2023 con quello precedente, si registra un incremento del numero di occupati (+0,4%, pari a +90mila unità).


La crescita

La crescita dell'occupazione, osservata nel confronto trimestrale, si associa questa volta all'aumento delle persone in cerca di lavoro (+0,6%, pari a +12mila unità) e alla diminuzione degli inattivi (-1,0%, pari a -125mila unità). Il numero di occupati a marzo 2023 supera quello di marzo 2022 dell'1,3% (+297mila unità). In numeri assoluti, l'aumento riguarda uomini, donne e tutte le classi d'età, ad eccezione dei 35-49enni che però per effetto della dinamica demografica negativa mantiene un tasso di occupazione in crescita (+0,5 punti) a fronte di un tasso di occupazione nel complesso in aumento di 0,9 punti percentuali. "La diminuzione del numero di occupati 35-49enni è meno marcata di quella della corrispondente popolazione complessiva" osserva l'Istat. Infine rispetto a marzo 2022, diminuisce sia il numero di persone in cerca di lavoro (-5,1%, pari a -106mila unità) sia il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-2,2%, pari a -281mila).



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