Chi è Sébastien Lecornu, il nuovo primo ministro francese incaricato da Macron

Chi è Sébastien Lecornu, il nuovo primo ministro francese incaricato da Macron Photo Credit: ANSA / LUDOVIC MARIN / POOL
10 settembre 2025, ore 08:00
39 anni, ministro della Difesa, prende il posto di François Bayrou che ha perso la fiducia dopo meno di nove mesi di governo
Emmanuel Macron ha scelto un uomo di fiducia per affrontare la più difficile delle sfide politiche: dare stabilità alla Francia in assenza di una maggioranza chiara. A 39 anni, Sébastien Lecornu, già ministro della Difesa e da sempre considerato uno degli alleati più leali del presidente, assume la guida del governo con un mandato preciso: negoziare, mediare, tessere accordi. Non tanto per formare un esecutivo in tempi rapidi, quanto piuttosto per rendere governabile un’Assemblée Nationale profondamente divisa. Il compito che lo attende è tutt’altro che semplice. Prima ancora di pensare alla composizione del nuovo esecutivo, Lecornu dovrà cercare sostegni per la legge finanziaria del 2026, banco di prova che potrebbe determinare la tenuta della legislatura. La missione è chiara: ottenere un consenso minimo che consenta di evitare blocchi e sfiducie. Non sorprende quindi che all’Eliseo si guardi soprattutto ai socialisti come possibile partner di un’alleanza allargata, seppur fragile.
Il profilo
Nato nel 1986 a Eaubonne, in Val-d’Oise, Lecornu ha iniziato giovanissimo il suo percorso nella politica gollista, per poi unirsi al progetto macroniano dal 2017. Ha ricoperto vari incarichi ministeriali, dall’Oltremare fino alla Difesa, mostrando una continuità di carriera che lo ha reso uno dei volti più stabili dell’attuale classe dirigente. Oggi entra a Matignon come uno dei premier più giovani della Quinta Repubblica, senza però ambizioni presidenziali, condizione che rassicura Macron e gli garantisce piena fiducia. Il nuovo capo del governo si presenta dunque come un negoziatore, figura incaricata non di imporre ma di costruire compromessi. Sarà chiamato a rassicurare i mercati, a evitare lo spettro di un downgrade del rating francese e, soprattutto, a impedire che il malcontento sociale si trasformi in paralisi del Paese. Una missione che molti definiscono impossibile.
Le Pen, "ultima cartuccia del macronismo"
Le prime reazioni alla nomina confermano la tensione del clima politico. Marine Le Pen ha liquidato Lecornu come “l’ultima cartuccia del macronismo”, mentre Jean-Luc Mélenchon ha parlato di “commedia triste”. Nel Partito socialista il segretario Olivier Faure non ha escluso né confermato aperture verso l’esecutivo, pur avendo posto condizioni precise, come l’introduzione della cosiddetta “tassa Zucman” sui grandi patrimoni. Il profilo scelto da Macron, però, non è casuale. Lecornu è conosciuto per la sua capacità di mantenere un tono pacato anche nei momenti di maggiore tensione. Già collaboratore di Edouard Philippe, è stato apprezzato come interlocutore trasversale, in grado di dialogare sia con la destra sia con la sinistra. In passato non sono mancate polemiche per i suoi contatti con esponenti del Rassemblement National, ma proprio questa abilità nel muoversi tra campi politici opposti lo rende, agli occhi di Macron, il candidato ideale per il difficile ruolo di mediatore.