Caivano, Maurizio De Giovanni a RTL 102.5: "Sintomo di degrado culturale, istituzioni sanno, ma non fanno nulla"

Caivano, Maurizio De Giovanni a RTL 102.5: "Sintomo di degrado culturale, istituzioni sanno, ma non fanno nulla"

Caivano, Maurizio De Giovanni a RTL 102.5: "Sintomo di degrado culturale, istituzioni sanno, ma non fanno nulla"


Lo scrittore, conoscitore della realtà napoletana, commenta la terribile storia dell'omicidio di Maria Paola, uccisa dal fratello per la relazione con un transessuale

Per commentare la terribile storia dell'omicidio di Maria Paola, la 18enne che aveva una relazione con un transessuale e che per questo è stata uccisa dal fratello a Caivano, in provincia di Napoli, a Non Stop News su RTL 102.5 oggi è intervenuto Maurizio De Giovanni, scrittore e profondo conoscitore della realtà napoletana. Quello che è avvenuto nelle scorse ore non è un caso, ma il risultato di un ambiente, di una realtà, di modi di vivere e di pensare fin troppo diffusi, soprattutto tra i giovani. Nelle parole di De Giovanni, un fortissimo richiamo alla responsabilità dell’intera società, perché tutti sono chiamati a far pressione su chi ha il dovere di correggere storture insopportabili.


Caivano e il degrado culturale

"Questo episodio è il sintomo di un pauroso degrado innanzitutto culturale. In questi luoghi la dispersione scolastica sfiora il 50%, questo significa che un ragazzo su due nell'età della scuola del pubblico non va a scuola. E nessuno fa niente. Napoli è la terza città di uno dei sette Paesi più industrializzati del mondo. Non parliamo dell'Asia centrale, del Terzo mondo, dell'Africa. Nei posti civili i vigili urbani vanno a prendere un ragazzo che non va a scuola, gli vanno a chiedere perché non ci va". 

De Giovanni ha sottolineato che il problema è l'arretratezza culturale e il degrado che portano i ragazzi lontano dagli istituti scolastici. In questo modo, "lo sviluppo della criminalità organizzata è un normale bypass sociale da parte di certi aggregati". A proposito dei fatti di Caivano, lo scrittore ha completato il discorso aggiungendo che la storia in questione è anche pregna di "omofobia" e di "poca accettazione di certi fenomeni sentimentali che non fanno male e che dovrebbero essere all'ordine del giorno in un Paese civile. Ma in un Paese civile le istituzioni fanno il loro lavoro e questo non lo è". 


La situazione del Parco verde

De Giovanni ha delineato un quadro desolante per il Parco verde "universalmente riconosciuta come la piazza di spaccio più grande di Europa. Tutti lo sanno, ma nessuno fa niente. Qui c'è la consapevolezza del fenomeno criminale". 

"Vi farei vedere in che condizioni operano le scuole in quel contesto. Condizioni terribili, non possono esercitare alcun tipo di autorità e di disciplina. Questo è un problema di arretratezza culturale del Meridionale". 



Il caso del piccolo Ivan a Modica

De Giovanni, per evidenziare che i recenti fatti tragici abbiano un filo rosso a legarli, ha ricordato quanto accaduto al piccolo Ivan che a Modica, in Sicilia, a 21 mesi, "dopo aver avuto diversi ricoveri per maltrattamenti, alla fine è stato ucciso per percosse dal compagno della madre". Lo scrittore, con sincera indignazione, si è chiesto "Come è possibile che, dopo più ricoveri, fosse ancora nella disponibilità dell'uomo che lo ha ucciso?". Domanda alla quale è praticamente impossibile trovare una risposta logica, purtroppo. 

Di seguito trovate il video integrale dell'intervista a Maurizio De Giovanni, da oggi in libreria con la sua nuova opera dal titolo Troppo freddo per settembre, edito da Einaudi e ambientato nei quartieri spagnoli di Napoli. 



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