Addio ad Enrico Lucherini, il primo ad inventare il lavoro di addetto stampa delle star

Addio ad Enrico Lucherini, il primo ad inventare il lavoro di addetto stampa delle star Photo Credit: agenziafotogramma.it
28 luglio 2025, ore 22:41
Si è spento a 92 anni Enrico Lucherini, leggendario press agent delle star, creatore di eventi memorabili e maestro della comunicazione cinematografica
ADDIO AD ENRICO LUCHERINI
Si è spento a Roma, a un soffio dai 93 anni, Enrico Lucherini, autentica leggenda della promozione cinematografica italiana. Figura chiave dietro le quinte del mondo dello spettacolo, Lucherini ha riscritto il ruolo dell'addetto stampa, trasformandolo in un’arte fatta di creatività, provocazione e grande senso dello show. Il suo nome è indissolubilmente legato alle carriere di icone come Sophia Loren, Claudia Cardinale e Gina Lollobrigida, ma anche a centinaia di episodi rimasti nella memoria collettiva del cinema italiano.
LA CARRIERA E LE FAMOSE "LUCHERINATE"
La sua è stata una vita vissuta al massimo, capace di trasformare ogni evento in una notizia e ogni personaggio in un fenomeno mediatico. La sua abilità di confezionare "notizie" – spesso frutto di sapiente invenzione – ha dato origine al neologismo “lucherinata”, entrato perfino nei vocabolari. Il regista Giuseppe Tornatore gli aveva dedicato una battuta rimasta famosa: “L’Alzheimer, quando vede Lucherini, scappa”. La carriera di Lucherini ha avuto inizio quasi per caso. Dopo un tentativo fallito di intraprendere gli studi in medicina per volere del padre, e una breve parentesi da attore, scoprì il suo talento per l’organizzazione e la comunicazione durante una tournée teatrale in Sud America. Da lì partì tutto: eventi, conferenze stampa, promozioni cinematografiche indimenticabili. Memorabile l’episodio del 1959, quando per il film "La notte brava" convinse le attrici a buttarsi in piscina a fine riprese, ottenendo la copertina dei giornali dell’epoca. Sapeva essere ironico, esuberante, generoso e allo stesso tempo temuto. Lucherini non si limitava a “vendere” i film, ma creava vere e proprie narrazioni attorno agli attori e alle attrici. "Ero un cane come attore, ma ho continuato a recitare nella vita", diceva con il suo consueto sarcasmo. Aveva un talento naturale per capire le dinamiche dello spettacolo, e anche se si lamentava dei cambiamenti introdotti dai social network, rimaneva uno degli ultimi grandi artigiani della comunicazione nel mondo del cinema.
IL RAPPORTO CON LE STAR
Il suo rapporto con le star era spesso intenso, talvolta conflittuale. Indimenticabile il sodalizio con Sophia Loren, che considerava come una sorella. Tra i pochi che non riuscì mai a gestire con facilità, c’era Monica Vitti: “Ribelle, ingestibile. Una grande, ma difficile”. Ma non portava rancore, e parlava sempre con affetto – e senza filtri – dei suoi assistiti. La sua casa ai Parioli, ricca di fotografie e ricordi, era un salotto culturale frequentato da chiunque contasse qualcosa nel cinema italiano. Anche dopo aver smesso ufficialmente di lavorare a 80 anni, ha continuato a essere punto di riferimento per generazioni di attori, registi e giornalisti. Con la sua morte se ne va non solo un protagonista del dietro le quinte, ma anche un pezzo di storia del nostro cinema. Uno di quelli che “pur di far parlare del film”, s’inventava qualsiasi cosa. Purché se ne parlasse.