Addio a Jim Lovell, eroe dell’Apollo 13, è stato una leggenda dell’esplorazione spaziale

Addio a Jim Lovell, eroe dell’Apollo 13, è stato una leggenda dell’esplorazione spaziale Photo Credit: ANSA/WIKIPEDIA/NASA Human Space
09 agosto 2025, ore 09:00
Aveva 97 anni ed è stato il comandate della sfortunata missione spaziale che avrebbe dovuto raggiungere la Luna
È morto all’età di 97 anni Jim Lovell, astronauta statunitense celebre per essere stato il comandante della sfortunata ma eroica missione Apollo 13. Era nato a Cleveland il 25 marzo 1928, Lovell si è spento a Lake Forest, in Illinois. Ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’esplorazione spaziale. È infatti, stato protagonista di quattro missioni spaziali: Gemini 7, Gemini 12, Apollo 8 (la prima missione con equipaggio ad orbitare attorno alla Luna) e infine l’Apollo 13, la più drammatica di tutte ed allo stesso tempo la più simbolica. È proprio grazie alla sua leadership e al lavoro dell’equipaggio e del team a Terra che l'Apollo 13, pur non riuscendo a raggiungere il suolo lunare, è diventata sinonimo di ingegno, sangue freddo e spirito di squadra.
La missione
Lanciata l’11 aprile 1970 dal Kennedy Space Center, Apollo 13 era la settima missione con equipaggio del programma Apollo e doveva rappresentare il terzo allunaggio della NASA. L’equipaggio era composto da Jim Lovell (comandante), Jack Swigert (pilota del modulo di comando) e Fred Haise (pilota del modulo lunare). Swigert aveva sostituito all’ultimo momento Ken Mattingly, escluso per una potenziale esposizione alla rosolia. Ma a soli due giorni dal lancio, una drammatica esplosione in uno dei serbatoi di ossigeno del modulo di servizio mise in pericolo la vita dell’equipaggio e rese impossibile l’allunaggio. Da quel momento, l’unico obiettivo divenne il ritorno in sicurezza sulla Terra. Con il modulo principale gravemente danneggiato, i tre astronauti furono costretti a rifugiarsi nel modulo lunare "Aquarius", originariamente progettato per due persone e per una permanenza di soli due giorni sulla Luna. Grazie a soluzioni tecniche improvvisate dagli ingegneri della NASA, il LM riuscì a supportare tre uomini per quattro giorni, fino al rientro.
Una missione mancata
Apollo 13 rientrò sulla Terra il 17 aprile 1970, dopo aver compiuto un’orbita lunare e seguito una traiettoria di rientro libero. L’ammaraggio nell’Oceano Pacifico fu seguito in diretta da milioni di spettatori in tutto il mondo, col fiato sospeso. Il blackout radio durante il rientro, durato 86 secondi in più del previsto, fu uno dei momenti più angoscianti dell’intera missione. Nonostante il mancato sbarco, Apollo 13 è universalmente considerata un trionfo della competenza umana e della capacità di gestire le emergenze nello spazio.
L’eredità di Lovell
Dopo la missione, una commissione investigativa analizzò l’accaduto, evidenziando diversi errori progettuali e raccomandando modifiche fondamentali per le missioni future, già attuate a partire da Apollo 14. La storia dell’Apollo 13 ha continuato a ispirare generazioni, grazie anche al successo del film del 1995 "Apollo 13", diretto da Ron Howard, e tratto dal libro Lost Moon, scritto dallo stesso Jim Lovell. L’astronauta ha anche partecipato alla miniserie "From the Earth to the Moon" del 1998, contribuendo a raccontare quella straordinaria avventura al grande pubblico.
Il ricordo della NASA
“Siamo addolorati per la scomparsa di Jim Lovell, comandante dell'Apollo 13 e veterano di quattro voli spaziali. La sua vita e il suo lavoro hanno ispirato milioni di persone. Il suo coraggio sotto pressione ha contribuito a tracciare la nostra strada verso la Luna e oltre, un viaggio che continua ancora oggi”, ha scritto la NASA in un commosso post pubblicato su X (ex Twitter).
Un eroe con un posto nella storia
Jim Lovell non mise mai piede sulla Luna, ma il suo nome resterà per sempre tra i grandi dell’era spaziale. La sua prontezza, il suo sangue freddo e la sua dedizione alla missione sono diventati esempio per intere generazioni di astronauti e ingegneri.