Web pericoloso per minori, più cyberbulli e revenge porn

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Nel 2019 già 269 denunce, presto una sala operativa per i ragazzi

Aumentano le denunce per cyberbullismo tra i minorenni e sono decine le segnalazioni di ragazze che vedono pubblicate le proprie foto o numero di telefono sui siti pornografici. Un fenomeno con trend in crescita, secondo i dati della Polizia postale, che sta lavorando alla creazione di un Centro per la tutela dei minori online con una sala operativa attiva 24 ore su 24, anche in collegamento con le scuole. Il progetto, che partirà nei prossimi mesi, punta ad affiancare e collaborare con il Centro per il contrasto alla pedopornografia su internet, già attivo da tempo. Nel 2019, fino al 31 agosto scorso, le denunce da parte di minori per cyberbullismo sono state 269 con 80 minorenni denunciati mentre gli stessi numeri erano stati rispettivamente 388 e 60 in tutto il 2018. Numeri parziali che però registrano un forte aumento rispetto allo scorso anno. Fino a settembre di quest'anno, sempre tra i ragazzi, la diffamazione online è il reato più denunciato (78 vittime e 18 denunciati) seguito da minacce o molestie (67 e 9). In aumento anche la denuncia per diffusione di materiale pedopornografico online (42 e 47). "Riceviamo le denunce di decine di ragazze che segnalano proprie foto e numeri di telefono messe in rete su siti pornografici" dopo la rottura di una relazione con il proprio fidanzatino, col quale "si rompe quel rapporto di fiducia che si pensava di avere", ha detto il capo della polizia postale, Nunzia Ciardi, parlando del fenomeno del sexting e del revenge porn durante la presentazione alla Camera del progetto contro il Cyberbullismo, "Il web sei tu". 
"Ci sono tante vittime che hanno avuto la vita sconvolta - spiega Ciardi - Abbiamo numerose denunce, ma sappiamo che sono soltanto una quota piccola del fenomeno. Ci sono tantissimi casi non denunciati". Il capo della polizia postale ha precisato che "i rischi riguardano anche i ragazzi, per i quali e' facile accettare online la richiesta di amicizia di una ragazza avvenente, per poi trasferirsi in altre chat. Spesso si tratta di bande di cybercriminali, che poi avanzano richieste di ricatto. Ci sono ragazzi che non hanno retto a questo tipo di pressione e si sono suicidati". "Su questi nuovi reati moltissimo c'e' ancora da fare - ha spiegato - Federica Zanella, deputata e presidente dell'associazione 'Stop Cyberviolenze' - . Noi siamo impegnati con proposte di legge specifiche, dalla 'age verification' per i social alla Sim card a misura di minore. E con il progetto 'Il web sei tu' coinvolgeremo scuole per redigere un volume composto da 14 capitoli, tanti quanti sono i temi sensibili".


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