
Uomo ferito a Ostia, vicino Roma. E’ stato trovato in un carrello, sarebbe stato torturato Photo Credit: Fotogramma.it
03 luglio 2025, ore 07:00
Il 40enne, di origini brasiliane, versa in gravi condizioni. Il suo pestaggio sarebbe legato all'esplosione del 26 giugno della palestra di Gianni Di Napoli, ex campione di pugilato
Le botte e sul corpo i chiari segni di una tortura terribile, di quelle che raccontano i prigionieri di guerra: qualcuno gli ha strappato le unghie. Poi ha abbandonato il corpo dell’uomo in un carrello della spesa, in mezzo alla strada, mettendogli un cartello al collo, tra i pesanti insulti anche la scritta “infame”. E’ accaduto a Ostia, sul litorale romano, la vittima, un 40enne di origine brasiliana, ora è ricoverata all'ospedale Grassi in gravi condizioni. Il pestaggio gli ha provocato la frattura di entrambe le gambe, dei pollici ed ha subito l'asportazione delle unghie. Sevizie feroci che avrebbe subito altrove, in un luogo chiuso. Chi indaga non esclude che il pestaggio sia legato all'attentato dinamitardo contro la palestra dell'ex campione di pugilato Gianni Di Napoli, di giovedì scorso. Quella scritta “infame” potrebbe riferirsi a qualche genere di collaborazione della vittima con le forze dell’ordine.
AGGRESSIONE FEROCE
L’uomo è stato trovato ferito e abbandonato in un carrello della spesa a Ostia. L'ipotesi è che sia stato sottoposto ad un feroce pestaggio, per le numerose fratture e per l’asportazione delle unghie. La vittima è stata soccorsa lunedì notte ed è stato trasportata all'ospedale Grassi in gravi condizioni. Sulla vicenda è stata aperta un'inchiesta, al momento però gli autori dell’aggressione non sono stati ancora individuati.
IL POSSIBILE LEGAME CON L’ATTENTATO ALLA PALESTRA
Si indaga su quello che appare come un regolamento di conti, ma al vaglio ci sarebbero anche i presunti collegamenti con la bomba che giorni fa ha distrutto la palestra Di Napoli in via delle Azzorre. Nella zona agiscono gruppi criminali, in passato colpiti dalle forze dell’ordine. Sul cartello lasciato al collo della vittima c’era scritto anche “infame”, parola che lascia supporre possa riferirsi a qualche genere di collaborazione della vittima con le forze dell’ordine. L’uomo potrebbe essere ascoltato appena le sue condizioni lo permetteranno.