Ucraina, uccisi 11 italiani. Cremlino, ce ne sono altri che combattono al fianco di Kiev

Ucraina, uccisi 11 italiani. Cremlino, ce ne sono altri che combattono al fianco di Kiev

Ucraina, uccisi 11 italiani. Cremlino, ce ne sono altri che combattono al fianco di Kiev


Mosca ha avvertito “Ai mercenari non si applicano le norme del diritto umanitario internazionale”. L’informazione attraverso i canali diplomatici è arrivata a Palazzo Chigi

Undici italiani sarebbero morti durante il conflitto in Ucraina. Il Cremlino riferisce che “i foreign fighters avrebbero fatto parte di una unità che conta almeno sessanta ‘mercenari’ connazionali". Come riporta il Corriere della Sera, Mosca sottolinea che dieci di loro sarebbero rientrati in Patria, mentre gli altri sarebbero ancora in Ucraina insieme a diverse migliaia di cittadini stranieri in armi. Da un lato stupisce la precisione con la quale il Cremlino quantifica il numero degli italiani che starebbero collaborando al fianco delle forze di Kiev. Dall’altro è complicato verificare l’attendibilità dell’informazione perchè “alle autorità italiane formalmente non risultano queste presenze nelle zone di guerra”.

GLI AIUTI ITALIANI ALL’UCRAINA

Sul fronte politico il nostro Paese sta valutando l’invio a Kiev di nuove armi e di aiuti militari. Solo ieri il presidente Zelensky ha ringraziato l’Italia per le armi già ricevute “in questa guerra si è schierata al nostro fianco. Sono grato al governo, al popolo italiano e a Mario Draghi che aspettiamo qui" ha detto il leader ucraino.

ARTIGLIERIA PIU’ PESANTE

Tra le ipotesi riportate sui quotidiani si parla di “un nuovo lotto di mitragliatrici, razzi controcarro e munizioni: materiali già autorizzati dal decreto di un mese fa". E ancora “i vecchi cingolati per trasporto truppe M113: gli Stati Uniti ne daranno duecento e nei nostri magazzini dovrebbero ancora essercene parecchi in condizioni valide, impiegati ormai solo per compiti secondari. Ancora più immediata sarebbe la consegna dei fuoristrada Iveco Lince a prova di mina, che hanno una blindatura leggera". Tra le risorse da esaminare pure i cannoni semoventi M109 recuperati direttamente dal periodo della Guerra Fredda. Il Comando Interforze dovrà capire quanto tempo occorrerà per renderli di nuovo utilizzabili al cento per cento.

GLI AIUTI DEGLI ALTRI PAESI

Francia, Olanda e Belgio si preparano a donare semoventi molto più moderni di quelli d’origine sovietica posseduti dall’esercito di Kiev. Obici Caesar, M109 e Pzh 2000 sono pronti anche dai tre Paesi europei. Armi regalate anche da Stati Uniti, Gran Bretagna e Canada con proiettili Nato da 155 millimetri, ben superiori alle munizioni russe e con la possibilità di usare sistemi di guida tali da renderli precisi come missili. Da quasi tutti i Paesi arriveranno a Kiev munizioni. Intanto il fronte occidentale gonfia i muscoli davanti al Cremlino, col capo del Pentagono Lloyd Austin che martedì prossimo ospiterà a Ramstein oltre 40 Paesi, Nato e non, per discutere non solo le esigenze difensive immediate di Kiev ma anche quelle "a lungo termine". Quando la guerra sarà finita.


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