Ucraina, massima pressione su Putin, Zelensky fissa ultimatum e Usa confermano missili a Kiev

Ucraina, massima pressione su Putin, Zelensky fissa ultimatum e Usa confermano missili a Kiev

Ucraina, massima pressione su Putin, Zelensky fissa ultimatum e Usa confermano missili a Kiev   Photo Credit: Foto: Ansa/Stringer


30 agosto 2025, ore 19:00 , agg. alle 20:22

Il presidente ucraino dà tempo a Mosca fino a lunedì per il summit, mentre raid russi colpiscono Zaporizhzhia e gli Stati Uniti approvano la vendita di 3.350 missili a lungo raggio

TENSIONE ALTA TRA MOSCA E KIEV

La tensione sul fronte ucraino continua a crescere, con Kiev che esercita una pressione serrata su Mosca per ottenere un incontro tra Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin. Il presidente ucraino ha fissato un termine entro lunedì, avvertendo che, in caso di mancato accordo, chiederà agli alleati internazionali di fornire una risposta chiara e decisa nei confronti della Russia. La situazione rimane tesa: nella notte i raid russi hanno colpito diverse regioni dell’Ucraina, causando almeno un morto e sedici feriti a Zaporizhzhia. Secondo i dati ufficiali, Mosca ha lanciato quasi 540 droni, otto missili balistici e 37 missili di altro tipo. Zelensky ha commentato: "Dimostra ancora una volta di infischiarsene delle parole, contiamo su azioni concrete".

DIPLOMAZIA A LAVORO PER LA PACE

Sul piano diplomatico, la riunione informale dei ministri degli Esteri Ue a Copenaghen ha sollevato il tema delle sanzioni economiche contro Mosca. Il ministro italiano Antonio Tajani ha proposto misure finanziarie mirate a ridurre le risorse della Russia e impedire la remunerazione elevata dei militari coinvolti nel conflitto. Intanto, gli Stati Uniti hanno confermato l’approvazione della vendita di 3.350 missili a Kiev, garantendo a lungo raggio la capacità di colpire profondamente il territorio russo, come sottolineato dall’ambasciatore Usa presso la Nato, Matt Whitaker.

L'ASSASSINIO DI ANDRIY PARUBIY

Il clima di instabilità interna all’Ucraina si è ulteriormente aggravato con l’assassinio di Andriy Parubiy, ex presidente del Parlamento ucraino, ucciso a Leopoli da un individuo travestito da corriere. L’omicidio, confermato dallo stesso Zelensky, ha provocato l’apertura di un’inchiesta da parte della Procura generale. Parubiy sarebbe stato colpito da otto proiettili, un episodio che getta ombre sulla sicurezza dei dirigenti ucraini.

INTANTO, PUTIN VEDE XI JINPING

Sul fronte internazionale, Vladimir Putin ha sottolineato il ruolo strategico della cooperazione con la Cina, definendola un “elemento stabilizzatore” di fronte alle minacce globali, e criticando l’Occidente per la sua politica di militarizzazione. Il presidente russo ha rinnovato la sua posizione prima della partecipazione al vertice SCO di Tianjin.

LA CASA BIANCA TEME CHE ALCUNI STATI EUROPEI OSTACOLINO LA PACE

Negli Stati Uniti, la Casa Bianca osserva con crescente irritazione l’atteggiamento di alcuni leader europei, accusati di ostacolare gli sforzi del presidente Trump per trovare una soluzione negoziata al conflitto. Secondo Axios, Washington ha chiesto alla Commissione del Tesoro di valutare sanzioni europee plausibili contro la Russia, compresa la sospensione di forniture di petrolio e gas, e possibili dazi a India e Cina. Un funzionario Usa ha dichiarato che gli alleati stanno alimentando aspettative irrealistiche su concessioni territoriali, spingendo Zelensky a una resistenza prolungata, con conseguenze economiche e militari per Washington. Tra le tensioni diplomatiche e militari, il dibattito interno alla Nato e tra gli alleati europei resta acceso. Alcuni funzionari statunitensi temono che la rigidità europea possa compromettere i progressi verso la pace, mentre altri vedono in Francia e Regno Unito partner più realistici. La Casa Bianca considera ora la possibilità di sospendere temporaneamente il proprio coinvolgimento diretto nei negoziati, lasciando alle parti belligeranti la responsabilità di trovare un accordo. Come sottolineato da un alto funzionario, “per ballare il tango ci vogliono due persone”: senza flessibilità reciproca, il rischio di stallo appare concreto.


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