Tratta esseri umani, emergenza mai finita, nel 2020 in Italia più di 2000 vittime, l'allarme di Save the Children

Tratta esseri umani, emergenza mai finita, nel 2020 in Italia più di 2000 vittime, l'allarme di Save the Children

Tratta esseri umani, emergenza mai finita, nel 2020 in Italia più di 2000 vittime, l'allarme di Save the Children


La percentuale di bambine e ragazze tra le vittime nel mondo è alta, una su tre; in Europa occidentale e meridionale il numero di vittime minorenni più alto accertato

In Italia, nel 2020, oltre 2000 vittime di tratta

In vista della Giornata Internazionale contro la tratta di esseri umani, che si celebra il 30 luglio,  Save the Children ha realizzato il suo rapporto "Piccoli schiavi invisibili- Fuori dall'ombra: le vite sospese dei figli delle vittime di sfruttamento", mettendo in luce un aspetto ancora più drammatico del fenomeno, quello che riguarda i figli di chi viene sfruttato, che, a sua volta, rischia di essere inghiottito nel sistema. Le vittime, prese in carico dal sistema nazionale italiano anti-tratta, nel 2020, sono state 2.040, la maggior parte sono donne e ragazze e una su 20 è minore. Riguardo alla provenienza, la maggior parte è nigeriana, ma ci sono anche alte percentuali di altri Paesi africani. La forma di sfruttamento più rilevata è quella sessuale, seguita da quella lavorativa.

I figli delle vittime di tratta, vittime a loro volta

Dall’analisi svolta nel rapporto Piccoli Schiavi Invisibili 2021, emerge con chiarezza un aspetto estremo delle violenze subite dalle ragazze vittime di tratta e sfruttamento, che riguarda in molti casi i loro figli. Bambine e bambini, generalmente molto piccoli e a volte nati proprio dagli abusi subiti dalle giovani madri, che non solo assistono alle violenze perpetrate sulle loro madri, ma che rischiano di subire essi stessi violenza per mano di sfruttatori e trafficanti o essere oggetto di ricatto per tenere soggiogate le loro mamme. Il progetto Nuovi Percorsi lanciato da Save the Children ad aprile 2021 in cooperazione con il Numero Verde Anti Tratta e il Dipartimento delle Pari Opportunità proprio per rispondere alle necessità dei nuclei mamma-bambini più vulnerabili, ha sostenuto 50 nuclei nei soli primi due mesi di attività, con una maggioranza di donne di origine nigeriana e 8 in stato di gravidanza. I minori sono 69, di cui 49 nati in Italia e attualmente sotto i 3 anni di età. “Si tratta di bambini spesso figli di ragazze sole, anche giovanissime, che sono state ingannate, vendute, rapite, e che hanno subìto torture e stupri, anche di gruppo, nelle tappe di un viaggio orrendo per raggiungere l’Europa. Una violenza che continua in Italia, subita per poter sopravvivere, perché ancora schiave dei loro trafficanti o per ripagare un debito di viaggio quasi inestinguibile, ora in una condizione di vulnerabilità economica ancora maggiore a causa della pandemia”,  ha spiegato  Raffaela Milano di Save the Chilfren. I loro figli sono due volte vittime dello sfruttamento, hanno vissuto le violenze perpetrate sulla loro mamma e possono aver subito o subire a loro volta violenza, sono spesso minacciati o trattenuti dagli sfruttatori come arma di ricatto per mantenere le madri in trappola, e rischiano così di crescere in una rete chiusa di abusi e violenze”.

L’impatto della pandemia sul business dello sfruttamento

La pandemia ha peggiorato, se possibile, le condizioni di vita delle vittime di tratta: nella fase iniziale dell’emergenza sanitaria, a partire da marzo 2020, si è registrato un calo del numero delle segnalazioni di nuove vittime che sono diventate praticamente invisibili ai servizi di identificazione e protezione. Le reti criminali hanno poi rapidamente intensificato lo spostamento dello sfruttamento dalla strada al chiuso, indoor, una tendenza rilevata già prima del Covid-19, e potenziato lo sfruttamento online.


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