Superman: trama, cast e recensione del nuovo film in arrivo oggi nelle sale italiane

Superman: trama, cast e recensione del nuovo film in arrivo oggi nelle sale italiane

Superman: trama, cast e recensione del nuovo film in arrivo oggi nelle sale italiane   Photo Credit: Ufficio Stampa Warner Bros. Discovery


09 luglio 2025, ore 09:00 , agg. alle 09:51

Il cinefumetto più politico degli ultimi anni, costruito dentro un blockbuster colorato, scanzonato e molto intelligente

Un paesaggio innevato domina la scena. Improvvisamente, qualcosa cade dal cielo sulla distesa ghiacciata. Che cos’è? Un uccello? Un aereo? No, è Superman… o almeno quello che ne resta.

Inizia così la versione di James Gunn dell’Uomo d’Acciaio, il nuovo Superman che da oggi arriva nelle sale italiane.

La pellicola vuole anche essere il primo tassello di un mosaico narrativo più grande: un nuovo DC Universe che, stavolta, sia in grado di funzionare coerentemente.

SUPERMAN, TRAMA E CAST DEL FILM DI JAMES GUNN

Stavolta non c’è spazio per raccontare le origini del personaggio. Poche scritte in apertura spiegano tutto quello che il pubblico è tenuto a sapere. Siamo, come si dice, in medias res, nel bel mezzo di una storia che è già cominciata.

Superman è già da tempo al servizio della Terra, proteggendola da minacce interne ed esterne. All'inizio del film scopriamo che il nostro Uomo d’Acciaio ha perso, forse per la prima volta, e deve fare i conti con dinamiche geopolitiche più grandi di lui. Nel frattempo, mentre lotta senza sosta contro il temuto Lex Luthor, intraprende un viaggio per riconciliare la sua eredità kryptoniana con la sua famiglia umana adottiva a Smallville, una cittadina del Kansas.

Del film sono protagonisti David Corenswet, nel duplice ruolo di Superman/Clark Kent, Rachel Brosnahan come Lois Lane e Nicholas Hoult nei panni di Lex Luthor. Nel cast figurano anche Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nathan Fillion (la saga dei “Guardiani della galassia”, “The Suicide Squad”), Isabela Merced, Skyler Gisondo, Sara Sampaio, María Gabriela de Faría, Wendell Pierce e Alan Tudyk.

Produttori esecutivi di “Superman” sono Nikolas Korda, Chantal Nong Vo e Lars Winther. Dietro la macchina da presa, Gunn si è avvalso del lavoro di suoi collaboratori fidati, tra cui il direttore della fotografia Henry Braham.

SUPERMAN, LA RECENSIONE

Il cinefumetto più politico degli ultimi anni.

James Gunn firma un film che non si limita a intrattenere, ma osa interrogarsi sul presente. Perché oggi, anche l’Uomo d’Acciaio deve fare i conti con il peso del mondo reale.

Una delle cose più riuscite, infatti, di quel primo "Iron Man" – film fondamentale dell’universo Marvel, che da lì a poco sarebbe esploso – era proprio la componente politica con cui la pellicola faceva i conti. Lì c’era l'Afghanistan (d’altronde era il 2008); stavolta, nel blockbusterone scanzonato e colorato di Gunn, ci sono la Russia, l’Ucraina e forse anche echi più o meno espliciti della Striscia di Gaza.

Il cineasta tematizza in modo lucido i conflitti in atto in questo momento, non dimenticando di riflettere anche sul ruolo geopolitico degli Stati Uniti d’America.

Perché è vero che Superman è sempre stato ambientato in una città fittizia come Metropolis, ma è anche vero che, soprattutto da un punto di vista iconografico, è sempre stata costruita come New York.

Chi rappresenta Superman e per conto di quale Stato agisce? Chi ha il potere legislativo sulle sue azioni, e soprattutto, chi risponde dei suoi eventuali errori?

Domande etiche e politiche che avevano già attraversato altri cinefumetti come "Gli Incredibili" della Pixar o "Captain America: Civil War" della Marvel, ma che questa volta vengono utilizzate in modo diretto e quasi esplicito per dialogare con la contemporaneità (esagerando, si potrebbe quasi dire che la pellicola è un instant movie). Il potere del deepfake e delle fake news come arma per influenzare l’opinione pubblica, e gli haters come male assoluto della società: c’è spazio anche per questo nel film di James Gunn, che approfitta dell’occasione per riflettere (metalinguisticamente) anche su sé stesso.

Superman ha perso!

Il film si apre così, tematizzando – forse – non soltanto la crisi che i supereroi stanno vivendo al cinema da qualche anno a questa parte, ma mettendo in scena anche la storia recente, poco edificante, del personaggio sul grande schermo: da diversi anni, infatti, si tenta di farlo decollare all’interno di un progetto editoriale coerente, ma senza successo (questo è il terzo reboot in meno di vent’anni).

La riflessione extra-narrativa prosegue: questo supereroe malconcio e debilitato, per tornare in forze, ha bisogno della luce – una luce che si oppone all’oscurità della versione cinematografica di Zack Snyder del 2013. Non a caso, Gunn e il suo direttore della fotografia scelgono di dare maggiore enfasi cromatica a tutta la pellicola, attribuendole un tono più luminoso e acceso dall’inizio alla fine.

Superman ha perso, sì. Ma nel crollo delle sue certezze si apre uno spiraglio: quello di un’umanità nuova, che non cerca più solo eroi invincibili, ma simboli imperfetti capaci di capire il mondo che li guarda. In un’epoca in cui anche i supereroi devono prendere posizione, Superman smette di volare sopra i problemi e sceglie di entrarci dentro, con tutti i rischi – e il coraggio – che questo comporta. Forse, per poter uscire dalla crisi che il genere vive da diversi anni, occorre proprio sporcarsi le mani con l’attualità. Se questo è il nuovo inizio del DC Universe, allora forse il cinema di supereroi non è morto: aveva solo bisogno di una crisi globale, una buona idea… e un regista con qualcosa da dire, perché l’unico vero supereroe, qui, si non si chiama Superman, ma James Gunn.


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