Stati Uniti, sono 9 mila i migranti trasferiti a Guantanamo dopo i raid anti-immigrazione, ci sono anche italiani

Stati Uniti, sono 9 mila i migranti trasferiti a Guantanamo dopo i raid anti-immigrazione, ci sono anche italiani

Stati Uniti, sono 9 mila i migranti trasferiti a Guantanamo dopo i raid anti-immigrazione, ci sono anche italiani Photo Credit: https://agenziafotogramma.it/


L'ICE continua le operazioni e, secondo il Washington Post, ci sarebbero 800 europei tra gli stranieri presi in custodia e pronti per essere trasferiti a Cuba. Intanto, le proteste si epsandono in tutta l'America: New ork, San Francisco, Seattle e non solo

TENSIONE ALLE STELLE NELLA CITTÀ DEGLI ANGELI

A Los Angeles la tensione è ormai esplosa. Dopo giorni di proteste sempre più accese, la sindaca Karen Bass ha proclamato lo stato di emergenza locale e imposto un coprifuoco notturno nell’area centrale della metropoli. Una mossa drastica, motivata dalla necessità di porre un freno a episodi ripetuti di violenza urbana, danneggiamenti e saccheggi che, con l’arrivo della notte, hanno trasformato le manifestazioni in veri e propri focolai di disordine. La decisione ha effetto su un’area limitata, poco più di due chilometri quadrati, e prevede l’obbligo di restare in casa dalle ore serali fino alle 6 del mattino. Solo residenti, operatori sanitari, giornalisti e forze di soccorso sono esentati dal divieto. Le autorità hanno giustificato il provvedimento citando l’evolversi preoccupante delle proteste iniziate come risposta all’inasprimento delle politiche migratorie, con la città ancora scossa da una serie di arresti condotti dagli agenti federali dell’Immigrazione e delle Dogane (ICE). Le manifestazioni, inizialmente pacifiche, hanno rapidamente assunto toni più accesi dopo il tramonto. Gruppi isolati di manifestanti, approfittando del caos, hanno compiuto atti di vandalismo, appiccato incendi a veicoli e preso d’assalto alcuni negozi nel centro. Di fronte all’escalation, la polizia ha confermato di aver effettuato numerosi arresti di massa, pur senza diffondere dati ufficiali sui numeri.

NON SOLO LOS ANGELES, LA PROTESTA SI ESPANDE IN TUTTA L'AMERICA

Ma le conseguenze del caos non si limitano a Los Angeles. Anche in altre metropoli statunitensi la rabbia è esplosa in piazza. A New York, la protesta contro l’ICE si è concentrata a Foley Square, nel cuore di Manhattan, dove migliaia di manifestanti hanno chiesto lo smantellamento dell’agenzia federale. Dopo ore di cortei pacifici, la tensione è esplosa: scontri violenti con la polizia, uso di spray urticanti e oltre 80 arresti, secondo quanto riferito dal "New York Post". A partecipare, anche esponenti istituzionali come la consigliera di Brooklyn Shahana Hanif e il Public Advocate Jumaane Williams, che hanno accusato duramente l’amministrazione del sindaco Eric Adams di collaborare con il governo federale nel reprimere le proteste e nel sostenere le azioni dell’ICE. Le tensioni sono ormai estese a livello nazionale. In Texas, il governatore Greg Abbott ha annunciato il dispiegamento della Guardia Nazionale in diverse zone sensibili dello Stato, in vista di nuove manifestazioni attese nei prossimi giorni, tra cui un evento programmato a San Antonio denominato “No Kings”. La decisione fa seguito a incidenti avvenuti nei pressi del Campidoglio ad Austin, dove le forze dell’ordine hanno disperso i manifestanti con lacrimogeni e proiettili irritanti. “Protestare è un diritto costituzionale, ma chi danneggia persone o proprietà sarà perseguito con fermezza”, ha scritto Abbott sui social, confermando il pieno appoggio alle forze dell’ordine e l’intenzione di usare “ogni mezzo necessario” per mantenere la calma.

TRUMP VS NEWSOM

Lo scontro più duro, tuttavia, è quello istituzionale. Il governatore della California Gavin Newsom ha criticato apertamente le scelte del presidente Donald Trump, accusandolo di minare le fondamenta democratiche del paese. In un messaggio trasmesso via social, Newsom ha denunciato il ricorso alla Guardia Nazionale come una deriva autoritaria, sostenendo che l’intervento militare nelle proteste rappresenta “un attacco diretto alla democrazia”. Il governatore ha duramente criticato l’uso della forza contro manifestanti civili e ha definito le operazioni dell’ICE “militarizzate” e pericolose. Secondo Newsom, non si tratterebbe più solo di fermare criminali, ma di “terrorizzare intere comunità” sulla base di sospetti generici e pregiudizi etnici. Nel suo intervento, ha ricordato anche l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021, accusando Trump di non opporsi alla violenza quando gli fa comodo, e di voler accentrare il potere ignorando ogni limite costituzionale. “Se permettiamo che qualcuno venga prelevato dalle strade senza mandato – ha dichiarato – allora nessuno di noi è più al sicuro”. Infine, ha lanciato un appello alla cittadinanza per non cedere alla paura: “La vostra voce è l’antidoto. Il silenzio è ciò che Trump vuole. Non glielo concedete”. Intanto, la situazione rimane tesa su più fronti. Mentre le autorità cercano di contenere i disordini, cresce la preoccupazione per l’impatto sociale e politico di queste proteste, che stanno trasformando il dibattito sull’immigrazione in un terreno di scontro aperto tra istituzioni, cittadini e governo federale.


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