Simone Cristicchi a RTL 102.5: “È bellissimo essere al servizio delle emozioni degli altri”

Simone Cristicchi a RTL 102.5: “È bellissimo essere al servizio delle emozioni degli altri”

Simone Cristicchi a RTL 102.5: “È bellissimo essere al servizio delle emozioni degli altri” Photo Credit: Giorgio Amendola


Nel corso di “La famiglia giù al nord”, l’artista in gara al Festival di Sanremo con “Quando sarai piccola”, ha raccontato la nascita del brano e il valore che vuole trasmettere

Simone Cristicchi è in gara al 75° Festival di Sanremo con il brano “Quando sarai piccola”, brano scritto dallo stesso artista insieme a Nicola Brunialti, con la musica composta da Cristicchi e Amara e gli arrangiamenti di Francesco Musacco. Ospite sul Radio Truck di RTL 102.5 a Sanremo, in compagnia di Luca Viscardi, Jennifer Pressman, Luigi Santarelli, Emanuele Carocci e Sara Calogiuri, Simone Cristicchi ha raccontato le sue emozioni dopo le prime due serate del Festival di Sanremo: «Dopo il mio brano, mi sono arrivate tante testimonianze, ma le lacrime del pubblico sono le più belle e sta facendo dei piccoli miracoli. Un mio amico mi ha scritto che dopo averla sentita è andato a casa di sua madre per vedere il Festival con lei. Sono cose enormi che nascono dall’ascolto di una canzone e cambiano qualcosa. Penso che sia una canzone che si rivolga a tutti, anche ai nipoti che hanno i loro nonni. È imponderabile per me che l’ho scritta: quando cantiamo o scriviamo un brano, le canzoni poi diventano degli altri e ne fanno l’uso che preferiscono ed è meraviglioso così. È bellissimo essere al servizio delle emozioni degli altri. Questo pomeriggio alle 16.30 farò il mio primo live a San Siro, scherzo. Qui a Sanremo c’è la concattedrale di San Siro, più piccola del Meazza, ma comunque è “San Siro” e mi esibirò». In seguito, l’artista ha anche spiegato la nascita del brano e le prove con l’orchestra: «Dal punto di vista musicale, l’’abbiamo prodotta durante il primo lock down e l’abbiamo anche scritta in quel periodo, perché avevamo tutto il tempo a diposizione per poter lavorare anche all’arrangiamento che è firmato da Francesco Musacco, un grandissimo musicista che collabora con me da tanti anni. Abbiamo scelto questa orchestrazione che richiama Ennio Morricone, che noi adoriamo, e qui a Sanremo abbiamo fatto suonare tutta l’orchestra, anche i corni. Poi ho sentito dalla prima prova l’orchestra dalla mia parte, addirittura la prima volta che l’abbiamo suonata a Roma, c’erano i violinisti che piangevano». «Nel brano parlo di quelli che io chiamo i “santi silenziosi”, i perfetti signor nessuno, come me e i miei fratelli che si occupano del loro fazzoletto di mondo, della loro piccola realtà senza bisogno di applausi o medaglie al valore, perché è molto meglio un anonimo per bene che un mediocre di successo. Il mondo va avanti grazie a queste persone straordinarie che donano tutto loro stessi per la cura dell’altro» ha aggiunto il cantante in gara alla settantacinquesima edizione del Festival di Sanremo.


Simone Cristicchi e le critiche

«Basterebbe pensare che questa canzone l’ho scritta cinque anni fa e l’ho presentata anche nei Festival precedenti e non è stata presa, e lo dico sena alcun rancore del direttore artistico precedente. Basti pensare che davvero io non mi presento tutti gli anni per cercare di svoltare con la musica. Io faccio la mia vita, lavoro a teatro e ho tutti i miei impegni, che vanno aldilà della discografia e questo dovrebbe far pensare che se io mi presento con la mi umiltà e purezza non c’è niente di strategico. Ho voluto solo portare all’attenzione, grazie a Carlo Conti, un tema che mi sta a cuore. Io ho respirato il profumo degli ospedali, questo senso di abbandono e di sentirsi impotenti e frustarti di fronte ad una situazione così drammatica di avere un genitore fragile. Quindi tutte le critiche mi scivolano addosso» ha dichiarato Simone Cristicchi ai microfoni di RTL 102.5 in merito ad alcune critiche ricevute sul tema scelta per il suo brano.


Il rapporto con Alda Merini

Nel corso di “La famiglia giù al nord”, Simone Cristicchi ha ricordato il suo rapporto di amicizia con Alda Merini: «Il primo incontro con Alda Merini a casa sua era per un’intervista per il mio documentario sui manicomi ed è stato un disastro perché lei aveva queste due anime molto potenti: una dolce, come una bambina di 6 anni, e una feroce come una tigre, capace di massacrarti con uno sguardo. Nel tempo, le cose di sono addolcite e quando vinsi il Festival nel 2007 con “Ti regalerò una rosa”, brano sull’esperienza dei manicomi, la prima cosa che ho fatto è stata portarle a casa sua un grande mazzo di rose rosse e lei si è emozionata molto».



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