Siccità, allarme di Legambiente: sulle Alpi il 53% di neve in meno e nel bacino del Po c'è sempre meno acqua

Siccità, allarme di Legambiente: sulle Alpi il 53% di neve in meno e nel bacino del Po c'è sempre meno acqua

Siccità, allarme di Legambiente: sulle Alpi il 53% di neve in meno e nel bacino del Po c'è sempre meno acqua Photo Credit: agenziafotogramma.it


La siccità è un problema sempre più dilagante. Lo confermano i dati di uno studio pubblicato da Legambiente. Nei prossimi giorni attesa un po' di pioggia, che darà respiro ma non risolverà il problema

Nei giorni scorsi da Venezia sono arrivate immagini inedite: le gondole in secca nei canali rimasti senza acqua. Capita poi sempre più frequentemente di vedere greti dei fiumi con terra, ghiaia, sassi. I bacini dei laghi sono sempre più vuoti, e non soltanto d’estate. La siccità è un problema sempre più dilagante. E’ uno degli effetti del clima impazzito.


L'ALLARME DI LEGAMBIENTE

Legambiente ha pubblicato uno studio, con i dati di Cima Research Foundation. La sintesi è chiara: neve dimezzata sulle Alpi, laghi e fiumi in forte sofferenza, quasi in secca come la scorsa estate, corsi d'acqua che hanno raggiunto uno stato di severità idrica. L’associazione parla di situazione preoccupante e pone l’accento su due aspetti in particolare: sulla carenza di neve, che sull’arco alpino è diminuita del 53% e sul prosciugamento del bacino del Po, con il 61% di acqua in meno. Legambiente ha dunque rivolto un appello al governo Meloni e suggerisce una strategia strutturata in otto punti con interventi di breve, medio e lungo periodo che favoriscano da una parte l'adattamento ai cambiamenti climatici, e dall'altro permettano di ridurre da subito i prelievi di acqua evitandone anche gli sprechi. Il direttore generale di Legambiente Giorgio Zampetti ha ribadito l’allarme: “Il 2023 è appena iniziato, ma sta mostrando segnali preoccupanti in termini di eventi climatici estremi, livelli di siccità. Bisogna da subito ridurre i prelievi nei diversi settori e per i diversi usi prima di raggiungere il punto di non ritorno. Serve poi adottare una strategia idrica nazionale che abbia un approccio circolare”.


OTTO PROPOSTE PER SOPRAVVIVERE

Questi gli otto punti proposti da Legambiente: favorire la ricarica controllata della falda facendo in modo che le sempre minori e più concentrate precipitazioni permangano più a lungo sul territorio invece di scorrere velocemente a valle fino al mare; prevedere l'obbligo di recupero delle acque piovane con l'installazione di sistemi di risparmio idrico e il recupero della permeabilità e attraverso misure di de-sealing in ambiente urbano; in agricoltura prevedendo laghetti e piccoli bacini; interventi strutturali per rendere efficiente il funzionamento del ciclo idrico integrato e permettere le riduzioni delle perdite di rete e completare gli interventi sulla depurazione; implementare il riuso delle acque reflue depurate in agricoltura attraverso le modifiche normative necessarie; riconvertire il comparto agricolo verso colture meno idroesigenti e metodi irrigui più efficienti; utilizzare i criteri minimi ambientali nel campo dell'edilizia per ridurre gli sprechi; favorire il riutilizzo dell'acqua nei cicli industriali anche per ridurre gli scarichi inquinanti; introdurre misure di incentivazione e defiscalizzazione in tema idrico, come avviene per gli interventi di efficientamento energetico, per tutti gli usi e per tutti i settori coinvolti.


IN ARRIVO UN PO' DI PIOGGIA

Le previsioni meteo per i prossimi giorni annunciano precipitazioni che porteranno un po’ di respiro, soprattutto all’agricoltura. Ma la bassa pressione in arrivo dalla metà della settimana non basterà certo per mettere fine all’emergenza siccità. Secondo Coldiretti c’è preoccupazione per le semine primaverile visto il deficit idrico che si attesta tra il 30% e il 40%. Una situazione che non si risolve con un paio di giorni di pioggia. Comunque benedetta.



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