
Sentenza per la strage di Viareggio, confermate le pene al processo ter, ma per Moretti scatta la prescrizione Photo Credit: agenzia ipa
27 maggio 2025, ore 19:30
Il 29 giugno del 2009 il disastro che costò la vita a 32 persone, il legale di Moretti ex ad di Fs e Rfi annuncia il ricorso contro la sentenza della corte d'appello di Firenze
Al processo d'appello ter per la strage alla stazione di Viareggio (Lucca) del 29 giugno 2009, confermata la condanna a 5 anni per l'ex ad di Fs e Rfi Mauro Moretti, tra i 12 imputati per i quali i giudici di secondo grado di Firenze, dopo il rinvio della Cassazione, erano chiamati a quantificare le condanne limitatamente all'entità della riduzione di pena inflitta per le circostanze attenuanti generiche. Non solo a Mauro Moretti ma a tutti gli altri 11 imputati al processo d'appello ter per la strage di Viareggio sono state confermate le pene inflitte nel precedente processo d'appello e poi annullate dalla Cassazione che aveva rinviato nuovamente il procedimento ai giudici di secondo grado del capoluogo toscano al solo fine di determinare la condanna in base alle attenuanti generiche. Così la sentenza emessa dalla corte d'appello di Firenze dopo poco più di due ore di camera di consiglio.
Legale di Moretti: “Amareggiati e delusi, faremo ricorso”
Nel corso dell'udienza precedente, il 18 marzo, il sostituto procuratore generale Salvatore Giannino ha ribadito con fermezza la richiesta di confermare le pene già stabilite nel secondo grado di giudizio, sottolineando come agli imputati debba essere riconosciuta una riduzione di pena per attenuanti generiche solo nella misura di un nono. Giannino ha motivato la sua posizione con il fatto che nessuno degli imputati ha mostrato segni di ravvedimento o ammissione di colpa, né ha mai offerto risarcimenti a titolo personale alle famiglie delle vittime. Il sostituto procuratore ha, inoltre, evidenziato come, in tutti i gradi del processo, gli imputati abbiano tentato di minimizzare o distorcere la realtà dei fatti, costruendo "uno schermo processuale" per alleggerire le proprie responsabilità.
Presidio dei familiari sempre presente
Al cancello del palazzo di giustizia appesi cartelloni anche con i volti delle 32 vittime della strage, innescata dal deragliamento di un vagone che trasportava gpl con conseguenti incendi che devastarono case e strade adiacenti alla stazione. "In questi anni siamo stati presenti a ognuna delle 250 udienze e vogliamo esserci fino in fondo - spiegano l'associazione Il Mondo che vorrei e Assemblea 29 Giugno - Esserci fino in fondo significa anche continuare a essere accanto" ai lavoratori delle Ferrovie "contro un potere che pretende la delega, la passività e la rassegnazione. Familiari e ferrovieri: unità preziosa da consolidare e sviluppare".
L'incidente di 16 anni fa
Era il 29 giugno 2009 quando alle 23,48 un treno merci partito da Trecate, in Piemonte, e diretto a Gricignano, in Campania, deraglia poco dopo aver superato la stazione ferroviaria di Viareggio. Una delle cisterne che trasportano Gpl si rovescia su un fianco e si squarcia sbattendo a forte velocità contro un ostacolo (un picchetto secondo quanto sostenuto dall'accusa, una 'zampa di lepre' stando alla ricostruzione della difesa) e da un grosso foro comincia a fuoriuscire il gas che avvolge i binari e le abitazioni affacciate sulla linea ferroviaria. Pochi minuti piu' tardi, forse innescata dal motore di uno scooter che percorre la strada parallela ai binari, nell'aria satura di Gpl un'esplosione d'improvviso sprigiona una tempesta di fiamme che investe in una frazione di secondo tutto quanto si trova nel raggio di centinaia di metri. Case, negozi, uffici, automobili vengono inghiotti e distrutti dalla nuvola fuoco. Alla fine si conteranno 32 morti
Più di 150 udienze nelle aule dei palazzi di giustizia di Lucca (in primo grado), di Firenze (in appello), di Roma (in Cassazione) e di nuovo Firenze, per un appello bis che ha il compito di ridisegnare le pene anche per i principali imputati. Come Mauro Moretti, che a differenze dei precedenti giudizi, beneficerà dell'intervenuta prescrizione. Ma la sentenza più recente non chiude ancora la pratica: servirà un'altra Cassazione.