Se questo è il Milan, vittoria sul Monza retrocesso in un clima di tensione a San Siro e niente Europa, ora è il momento delle riflessioni

Se questo è il Milan, vittoria sul Monza retrocesso in un clima di tensione a San Siro e niente Europa, ora è il momento delle riflessioni

Se questo è il Milan, vittoria sul Monza retrocesso in un clima di tensione a San Siro e niente Europa, ora è il momento delle riflessioni Photo Credit: https://agenziafotogramma.it/


I Rossoneri battono i Brianzoli, ormai in Serie B, dell'ex Nesta e chiudono al settimo posto (sempre che la Fiorentina non vinca questa sera), fuori dalle competizioni europee e un progetto da rifare da capo

L'INFERNO IN CASA MILAN

Un clima rovente, che era iniziato durante la pre-season, poi una leggera ripresa dopo la vittoria in Supercoppa, ma alla fine è l'inferno in casa Milan, anche nell'ultima di campionato. Proteste prima e durante la gara contro il Monza vinta dalla squadra di Conceicao. La contestazione parte davanti alla sede del club, dove migliaia di tifosi si radunano per esprimere il loro malcontento verso la gestione societaria e tecnica. Poi, a San Siro, la protesta si sposta sugli spalti: cori, fischi e striscioni contro i vertici rossoneri, in particolare contro Ibrahimović e le sue decisioni sul progetto "Milan Futuro", ma anche contro l’intera dirigenza, accusata di non aver puntato sull’allenatore che regalato il quarto scudetto al Napoli.

LA GARA

In campo, i rossoneri battono per 2-0 un Monza ormai matematicamente retrocesso, ma il successo ha un valore relativo. I marcatori sono Gabbia, che segna su calcio d’angolo, e Joao Felix, autore del raddoppio nella ripresa. Tuttavia, l’atmosfera resta gelida: gli ultras disertano parte del match, lasciando uno stadio silenzioso, e rientrano solo dopo aver esposto per quindici minuti un messaggio inequivocabile – “Go Home” – indirizzato alla proprietà e ai dirigenti. Gli unici risparmiati dalla dura contestazione sono Reijnders e Pulisic, apprezzati per l’impegno, mentre il resto della rosa è sommerso dai fischi. Leao e Theo Hernandez, tra i più criticati della stagione, restano in panchina. Il giovane Camarda riceve invece una calorosa accoglienza, subentrando nella ripresa e rappresentando forse l’unica nota di speranza per un futuro diverso. La partita, di fatto, si accende solo nel primo tempo con un tentativo del Monza andato a segno, poi annullato per fuorigioco. Nella seconda metà, il Milan prende il controllo, segna due gol e sfiora il terzo più volte, ma tutto questo non basta a lenire la frustrazione del pubblico. Il fallimento della stagione resta intatto, segnato da esclusione dalle coppe europee e da prestazioni altalenanti. Prima della gara, l’amministratore delegato Giorgio Furlani, intervistato da Dazn, invita i tifosi alla pazienza, annunciando che nella settimana seguente arriveranno comunicazioni ufficiali. Il primo nome atteso è quello di Igli Tare, pronto a ricoprire un ruolo chiave nella rifondazione. Il nuovo direttore sportivo dovrà lavorare sodo e capire subito di cosa avrà bisogno il Milan visto il ritardo accumulato nella scelta di un ds che ai rossoneri serviva dall'addio di Massara. Conceicao è pronto all'addio, la priorità sarà trovare una guida tecnica capace di ricostruire dalle macerie. 

L'ADDIO DI MALDINI E MASSARA E L'INIZIO DELLA CRISI

Ecco proprio l'addio di Maldini e Massara nel 2023 ha complicato da subito il lavoro di una dirigenza, una società che è parsa in confusione da quando è entrata al Milan. Mandare via i due dirigenti artefici di uno scudetto e una semifinale in Champions League, che ai rossoneri mancava dal 2007 quando vinse contro il Liverpool, non è stata la mossa migliore, per Cardinale e compagni, di presentarsi ai tifosi. Se poi si aggiunge la cacciata di una bandiera come Maldini, la situazione si infiamma e non poco. Nel 2024, dopo un secondo posto viene mandato via anche l'allenatore che aveva guidato quei giocatori a vincere il tricolore, Stefano Pioli, la vittima sacrificale dopo una stagione dove i Rossoneri non sono mai riusciti a battere i cugini dell'Inter, che poi hanno vinto il tricolore. Ora, il ciclo di Pioli forse si era concluso con il Milan ed era giusto cambiare, ma con quali idee, con quali principi e quale progetto? Perché prendere Fonseca e poi cacciarlo a dicembre non è stata una grande mossa, ma serviva per dare una scossa. Forse il problema, dopo questi cambi, non è l'allenatore, ma alcuni giocatori che non hanno rispettato chi doveva guidarli in questa delicata stagione di cambiamenti. La scena di Theo e Leao, durante la partita con la Lazio, che non partecipano al mini-break mentre Fonseca stava dando indicazioni, è stata una scena che una società come il Milan avrebbe dovuto punire. Cardinale è un grande imprenditore e sicuramente è una persona che impara dagli errori, ma per capire come si gestisce una squadra di calcio bisogna affidarsi a chi quel club lo ha vissuto da sempre. Perché nessuno si sognerebbe di comprare una compagnia aerea e di mettere come piloti delle persone che non hanno idea di quello che fanno. Ecco, forse alcuni imprenditori americani che hanno comprato o vogliono comprare club calcistici in Italia dovrebbero capire proprio questo, altrimenti si continuerà per tentativi senza risolvere nulla. 


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