Scontro Trump-Zelensky: il presidente americano potrebbe bloccare anche gli aiuti indiretti all'Ucraina. Il leader di Kiev è a Londra e prova a ricucire

Scontro Trump-Zelensky: il presidente americano potrebbe bloccare anche gli aiuti indiretti all'Ucraina. Il leader di Kiev è a Londra e prova a ricucire

Scontro Trump-Zelensky: il presidente americano potrebbe bloccare anche gli aiuti indiretti all'Ucraina. Il leader di Kiev è a Londra e prova a ricucire Photo Credit: Fotogramma.it


Zelensky sui social torna a ringraziare gli Usa. Siamo molto grati agli Stati Uniti. Sono grato al Presidente Trump, al Congresso per il loro sostegno bipartisan e al popolo americano, le parole di Zelensky

Il giorno dopo la disastrosa litigata alla Casa Bianca tra Trump e Zelensky fiumi d’inchiostro vengono spesi in queste ore tra reazioni e racconto del dietro le quinte. Un alto funzionario statunitense racconta che dopo lo scontro la delegazione di Kiev ha atteso per un’ora in una stanza, nella speranza di salvare il salvabile, fino a quando il segretario di stato Marco Rubio "ha chiesto a Zelensky di andarsene”. Pare che a irritare in principio Trump sia stato l’abbigliamento poco formale del leader di Kiev, ma i media sottolineano che in passato anche Churchill si presentò in tuta all’incontro con Roosevelt e più recentemente Musk al cospetto dello stesso Trump. E ora il New York Times prevede un possibile stop Usa anche agli aiuti indiretti all’Ucraina, dalle informazioni d’intelligence all’addestramento. L’Europa si schiera con Zelensky, che è arrivato a Londra dove domani si terrà il vertice dei leader europei sull'Ucraina.

ZELENSKY, GRAZIE A TRUMP E AGLI USA

Il rimprovero di Donald Trump e JD Vance al presidente ucraino, durante la litigata in diretta nello Studio Ovale, di "ingratitudine" nei confronti degli Usa non ha ragione di esistere secondo Daniel Dale che sulla Cnn fa l'elenco -dal 2022 a pochi giorni fa- delle volte in cui il leader di Kiev ha detto 'grazie' ed è pari a 33. Anzi possiamo dire 34, perchè, appena atterrato a Londra, Zelensky dà prova una volta di più della sua gratitudine. "Siamo molto grati agli Stati Uniti per tutto il sostegno. Sono grato al Presidente Trump, al Congresso per il loro sostegno bipartisan e al popolo americano. Gli ucraini hanno sempre apprezzato questo sostegno, soprattutto durante questi tre anni di invasione su larga scala" - ha scritto Zelensky - "Il nostro rapporto con il Presidente americano è più di due semplici leader; è un legame storico e solido tra i nostri popoli". Il leader di Kiev è tornato a ribadire che l'Ucraina è pronta a firmare l'accordo sui minerali, ma continua a chiedere garanzie di sicurezza agli Stati Uniti. "Un cessate il fuoco senza garanzie di sicurezza è pericoloso per l'Ucraina. Nessuno vuole la pace più di noi, ma un cessate il fuoco non funzionerà con Putin. Ha rotto i cessate il fuoco 25 volte negli ultimi dieci anni. Una vera pace è l'unica soluzione".

LA RICHIESTA DI SCUSE RIGETTATA DA ZELENSKY

Dopo le urla, le offese e le prese in giro in mondovisione che hanno trasformato lo Studio Ovale in un ring Donald Trump ha accusato Volodymyr Zelensky di non volere la pace. Malgrado gli affondi incassati e la cacciata dalla Casa Bianca il leader di Kiev, più conciliante, ha affermato addirittura che il rapporto con Trump può esser salvato ma ‘non pensa di doversi scusare', come invece lo ha  sollecitato a fare il segretario di Stato americano, Marco Rubio. 


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