Rudy Guede verso la libertà anticipata, è in carcere per l’omicidio di Meredith Kercher

Rudy Guede verso la libertà anticipata, è in carcere per l’omicidio di Meredith Kercher

Rudy Guede verso la libertà anticipata, è in carcere per l’omicidio di Meredith Kercher


L’unico condannato per la morte della studentessa inglese nel 2007 è rinchiuso nel carcere di Viterbo. Rudy Guede era in semilibertà dallo scorso anno. Ha chiesto lo sconto sulla pena

Rudy Guede ha chiesto al magistrato di sorveglianza di ottenere 45 giorni di sconto sulla fine pena, prevista per il 4 gennaio 2022. Se l’istanza dovesse essere accettata, lascerebbe il carcere Mammagialla di Viterbo il 20 novembre, ovvero sarebbe già libero da due giorni. L’ivoriano è l’unica persona condannata per l’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher, e dallo scorso anno è in regime di semilibertà. Durante la detenzione il giovane si è anche laureato dedicandosi anche ad attività sociali. Attualmente Guede è affidato ai servizi sociali. Nel periodo trascorso in carcere, ha già ottenuto oltre 1.100 giorni di sconto pena. Il giovane ivoriano è stato condannato a sedici anni di reclusione durante il processo con rito abbreviato.


La condanna definitiva

Rudy Guede è stato l’unico condannato per l’omicidio di Meredith Kercher, anche se nel corso di questi anni aveva sempre proclamato la sua innocenza. Sono stati assolti in via definitiva invece Raffaele Sollecito e Amanda Knox, che in un primo tempo erano stati condannati.


La vicenda

La sera del primo novembre 2007 venne uccisa Meredith Kercher, una studentessa che si trovava in Italia nell’ambito di un progetto Erasmus presso l’Università di Perugia. La giovane venne trovata nella camera da letto della casa in cui abitava con altri studenti, con la gola tagliata. Il processo di primo grado finì con le condanne della statunitense Amanda Knox e dell’italiano Raffaele Sollecito, ma i presunti autori del delitto furono assolti e scarcerati dopo il procedimento d’Appello per non avere commesso il fatto. Alla sola Knox fu confermata una condanna a tre anni per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba, che venne ingiustamente accusato dell’omicidio di Meredith Kercher. La Corte di Cassazione però nel 2013 annullò la sentenza e rinviò gli atti alla Corte d'Assise d'Appello di Firenze. Quest’ultima, l’anno successivo confermò la condanna per i due principali imputati: 28 anni e sei mesi per Amanda Knox a 28 anni e 6 mesi, 25 anni di reclusione per Raffaele Sollecito. Condanne che furono annullate senza rinvio dalla quinta sezione penale della Corte di cassazione nel 2015 perché non aver commesso il fatto. Secondo i giudici mancavano prove certe della colpevolezza della Knox e di Sollecito, della mancanza delle loro tracce sul luogo del delitto e perché erano stati commessi diversi errori investigativi. Questa decisione pose fine al caso giudiziario. Il giudice però affermò che Amanda Knox era presente nella casa al momento del delitto di Meredith Kercher, decretandone però la non punibilità.



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