Ritrovati i corpi della mamma e della figlia di Miane nel trevigiano: erano abbracciate

Ritrovati i corpi della mamma e della figlia di Miane nel trevigiano: erano abbracciate

Ritrovati i corpi della mamma e della figlia di Miane nel trevigiano: erano abbracciate Photo Credit: agenzia fotogramma


Questa mattina, alle 10, i soccorsi hanno individuato i cadaveri di Susanna Recchia, 45 anni, e della figlia di 3, su un isolotto del fiume Piave. Erano scomparse venerdì scorso.

LA TRAGEDIA DI MIANE

La comunità di Miane, un piccolo borgo situato tra le colline della provincia di Treviso, è sconvolta dopo il ritrovamento dei corpi di Susanna Recchia, 38 anni, e della figlia di appena 3. Le due erano scomparse lo scorso venerdì dalla loro abitazione lasciando un biglietto ritrovato dall’ex compagno della donna in cui descriveva il disagio che stava vivendo e il desiderio di farla finita. Immediatamente è scattato l’allarme. La comunità trevigiana si è subito mobilitata alla ricerca delle due scomparse. La triste svolta è arrivata quando i soccorritori hanno rinvenuto i loro corpi senza vita su un isolotto del fiume Piave, poco distante dal luogo della scomparsa. Le indagini, avviate immediatamente dopo la denuncia hanno inizialmente faticato a trovare una pista solida. Con il passare delle ore il timore che fosse accaduto qualcosa di grave ha preso piede tra gli inquirenti. Le ricerche si sono concentrate lungo il corso del Piave, data la vicinanza della casa della famiglia Recchia al fiume. Una segnalazione ha indirizzato i soccorritori verso l'isolotto dove, poche ore dopo, è stata fatta la tragica scoperta.


IL RITROVAMENTO

I due corpi sono stati trovati abbracciati sull’ isolotto a valle del ponte di Vidor dove è stata rinvenuta l'auto della donna. Secondo la ricostruzione delle forze dell'ordine, la donna sarebbe entrata nel Piave, non gettandosi dal ponte, ma lasciandosi scivolare, già venerdì sera, da una riva del fiume dove sono state individuate le ultime tracce dai cani molecolari. Poi il corso d'acqua ha trascinato i corpi sull'isolotto a circa un chilometro a valle. Sulla vicenda indaga la Pm di Treviso Barbara Sabbatini che nelle prossime ore deciderà o meno se procedere alle autopsie. Susanna, di professione igienista dentale, oltre alla bimba di tre anni aveva tre figli avuti da una precedente relazione.


LE IPOTESI

Le autorità hanno confermato che entrambe le vittime sono state trovate vestite e senza segni evidenti di violenza, il che lascia aperta la possibilità di un incidente o di un omicidio-suicidio. Tuttavia, al momento, gli investigatori non escludono alcuna ipotesi e stanno analizzando ogni dettaglio, a partire dagli oggetti rinvenuti vicino ai corpi. Mentre si cerca di fare luce su quanto accaduto, emergono alcuni retroscena che potrebbero aiutare a comprendere meglio la vicenda. Secondo fonti vicine alla famiglia, Susanna Recchia stava attraversando un periodo di forte stress, legato a difficoltà lavorative e alla separazione dal padre della bambina. Negli ultimi mesi, vicini e conoscenti avevano notato in lei segnali di disagio, anche se nessuno avrebbe mai immaginato che la situazione potesse degenerare in una tragedia di tale portata. Anche dal racconto dell'ex compagno, padre della bimba, emerge che non aveva mai tenuto comportamenti che lasciassero pensare a quanto poi è accaduto. Anche se - riferisce l'ex compagno - proprio la separazione aveva provocato una sorta di disagio e di disorientamento di Susanna. Gli investigatori stanno ora cercando di ricostruire le ultime ore di vita delle due vittime, analizzando i loro spostamenti e ogni eventuale comunicazione intercorsa con amici o familiari. In particolare, si cerca di capire se Susanna possa aver pianificato il suo allontanamento o se sia stata vittima di un malore improvviso, che avrebbe poi coinvolto anche la piccola.


IL CORDOGLIO DI ZAIA

"La peggiore delle ipotesi si è purtroppo avverata, riempiendoci di tristezza: i corpi di Susanna Recchia e della sua bambina di tre anni sono stati rinvenuti su un isolotto nel fiume Piave, a circa due chilometri dal ponte di Vidor". Lo scrive su Facebook il presidente del Veneto Luca Zaia. "Le ricerche della donna, 45 anni, residente a Miane, e della sua figlioletta - ricorda - erano iniziate subito dopo l'allarme lanciato dal compagno. L'auto era stata ritrovata sabato 14 settembre, alle ore 19, nei pressi del ponte di Vidor. Nonostante il calare della notte, i soccorritori non avevano mai interrotto le operazioni di ricerca nell'area circostante". "Esprimo le mie condoglianze ai loro familiari e cari", conclude Zaia



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