Retromarcia del governo sulla didattica a distanza nel caso di un positivo in classe, si torna alle regole già in vigore

Retromarcia del governo sulla didattica a distanza nel caso di un positivo in classe, si torna alle regole già in vigore

Retromarcia del governo sulla didattica a distanza nel caso di un positivo in classe, si torna alle regole già in vigore


Dopo l'intervento del presidente del consiglio Mario Draghi, è stata ritirata la circolare con la quale si imponeva la quarantena nel caso di un positivo in classe. Assicurato il supporto della struttura del commissario straordinario all'emergenza Figliuolo, è stato ripristinato anche il programma di sorveglianza con testing

Diciamolo subito senza fraintendimenti: nulla cambia, si andrà in quarantena solo nel caso di un positivo al covid in classe per i bimbi della scuola dell’infanzia, due nel caso di alunni tra i 6 e i 12 anni, 3 per tutti gli altri studenti. Dopo 24 ore di follia, tra le chat di classe in fiamme e i tentativi di chiarimenti dei singoli istituti, il governo ha deciso di fare marcia indietro e di ritirare la circolare con la quale si modificavano le regole per la didattica a distanza. È stato lo stesso presidente del consiglio , Mario Draghi, a intervenire per rimettere le cose a posto. Dopo un confronto con il Comitato tecnico scientifico e la struttura del commissario straordinario all’emergenza, Francesco Figliuolo, Palazzo Chigi ha imposto lo stop anche alla disposizione che stabiliva la sospensione del programma di sorveglianza con testing, in vigore solo da 3 settimane.


La prima circolare e la marcia indietro

La prima circolare dei ministeri dell’istruzione e della salute, con il ritorno in dad nel caso di un positivo in classe e lo stop al programma di sorveglianza con testing, era stata firmata due giorni fa. La decisione era stata presa per far fronte al deciso aumento dei contagi nelle scuole. Un cambio di rotta totale, rispetto al protocollo approvato il 3 novembre e poneva come obiettivo principale dell’esecutivo il mantenimento delle lezioni in presenza. Il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi nella mattinata di ieri aveva parlato di "una misura assolutamente prudenziale”, presa per tenere in assoluta sicurezza la scuola. "Abbiamo ritenuto prudente, con una scelta condivisa con le Regioni - aveva sottolineato il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa - di ritornare alla previsione iniziale, con la Dad in caso di un positivo in classe. E' una misura che tiene conto del quadro attuale”. Poi nel pomeriggio l’intervento di Palazzo Chigi che ha rimesso ordine, dopo la consultazione con il generale Figliuolo che ha garantito assistenza per le operazioni di tracciamento. . "In considerazione della sopravvenuta disponibilità manifestata dalla struttura commissariale - è stato chiarito in serata con una nuova circolare congiunta - "potrà essere mantenuto il programma di testing per la verifica della positività dei soggetti individuati come contatti di una classe/gruppo, da effettuarsi in tempi estremamente rapidi, tali da garantire il controllo dell'infezione" .


Le critiche dei presidi 

Le incertezza del governo sulle norme per la didattica a distanza hanno gettato nello sconforto i genitori, seppur solo per 24 ore, con i messaggi  che sono rimbalzati freneticamente nelle chat di classe  per tutta la giornata di ieri. Decisamente critica la posizione dell’Associazione presidi italiani. “Troviamo sconcertante che una nota sottoscritta da due Ministeri sia sospesa dopo neanche 24 ore e che le disposizioni ivi contenute siano gia' considerate superate – ha dichiarato il presidente dell’Anp, Antonello Giannelli - Attendiamo di vedere come il Commissario Figliuolo deciderà di intervenire per rendere finalmente efficienti le ASL e far partire la campagna di testing e tracing che dovrebbe garantire la scuola in presenza. Ai dirigenti e al personale delle scuole, che hanno fatto ben piu' di quanto dovessero, non si deve più chiedere di sostituirsi ai funzionari dei Dipartimenti di prevenzione”



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