“Raccontami la notte in cui sono nato” e “1999. Un attimo prima del mondo com’è”: andiamo a scoprire questi due progetti narrativi con l’autore, Paolo Di Paolo

“Raccontami la notte in cui sono nato” e “1999. Un attimo prima del mondo com’è”: andiamo a scoprire questi due progetti narrativi con l’autore, Paolo Di Paolo

“Raccontami la notte in cui sono nato” e “1999. Un attimo prima del mondo com’è”: andiamo a scoprire questi due progetti narrativi con l’autore, Paolo Di Paolo Photo Credit: “Raccontami la notte in cui sono nato” di Paolo di Paolo, La nave di Teseo


Due storie e due tipologie narrative che si muovono in direzioni differenti, ma con uno sguardo sempre ben fisso su ciò che accade – o forse sarebbe meglio dire ‘è accaduto’ – nel mondo reale

Il fine settimana sulle pagine web di rtl.it e su quelle di radiozeta.it sono scandite ormai da diverso tempo da un appuntamento imprescindibile con il mondo dei libri. Una finestra d’eccezione che affaccia sul panorama editoriale italiano, e che ogni volta ci permette di scoprire alcune tra le novità più interessanti presenti sugli scaffali delle librerie.

Qualcosa che avviene puntualmente nella parentesi dedicata ai libri più interessanti della settimana su queste stesse pagine, oppure in quella in cui, sulle pagine di Radio Zeta, sotto i riflettori ci finiscono i libri per un pubblico senza età.

Una tradizione che si consolida settimana dopo settimana è anche quella che ci permette di scavare più a fondo all’interno delle storie di recente pubblicazione. E questo è possibile grazie alle “chiacchierate” che abbiamo avuto modo di fare con gli autori e le autrici dei diversi racconti, come per “Tornerà la primavera”, “La saga del grifone” e “Le ragioni dell’istinto”, giusto per citare gli ultimi in ordine cronologico.

Oggi sotto la lente d’ingrandimento ci finisce Paolo Di Paolo, autore di “Raccontami la notte in cui sono nato” e “1999. Un attimo prima del mondo com’è”, entrambi pubblicati da La nave di Teseo.


RACCONTAMI LA NOTTE IN CUI SONO NATO, IL RITORNO SUGLI SCAFFALI A OLTRE QUINDICI ANNI DI DISTANZA

Ciao Paolo, partirei da un progetto di qualche tempo fa che ritorna sugli scaffali, "Raccontami la notte in cui sono nato": cosa troviamo in questa storia?

“Troviamo, penso, la matrice di quello che ho scritto poi negli anni, e questo potrebbe essere anche un'ovvietà, essendo il primo romanzo. Ma è una cosa che tu metti a fuoco solo molto a posteriori. C'è una famosa prefazione di Calvino a “Il sentiero dei nidi di ragno”, che è il suo primo romanzo, una postfazione fatta a distanza di tempo, in cui dice in fondo che bisognerebbe scrivere solo il primo libro perché col primo libro si rompe un silenzio, sostanzialmente si dice tutto ciò che si ha da dire. Mi era forza sempre un po' eccessiva, enfatica, tanto più che Calvino poi non aveva un rapporto proprio del tutto pacifico con quel primo libro, come nessuno credo abbia un rapporto pacifico col primo libro.

Però bisogna riconoscere proprio questo, cioè lo vedo, lo rileggo e mi accorgo che tutti i temi sarebbero poi effettivamente tornati. Quello che si trova è una compravendita di esistenze. Sono partito da una storia assurda del 2007, un ragazzo che pretende, o dice, di vendere la sua vita su Ebay. Ho pensato: ma che cos'è che significa vendere la propria vita su Ebay? E da lì con una soluzione più poetica che narrativa ho cercato di domandarmi e di domandare al lettore che cosa significa appunto il corpo, la sostanza di un'esistenza, come si può pretendere di metterla in vendita.”


Sono passati oltre quindici anni da quando il racconto ha visto la luce: com'è stato riconfrontarsi con lui, considerando la crescita personale e artistica negli anni trascorsi?

“Non rileggo mai volentieri le cose che ho scritto in passato, è un po' come vedere delle fotografie in cui fatichiamo a riconoscerci. Cioè sappiamo di essere noi, e magari qualcuno ci dice guarda com'eri bello, com'eri giovane, ma tu non ti ritrovi, non ti somigli. Ecco, più o meno è quell'effetto lì. Verrebbe l'istinto di correggere, di modificare. Alcuni scrittori l’hanno fatta questa cosa un po' assurda di ridare una versione nuova dei loro libri, ma non ha senso. Quindi ho fatto piccolissimi, piccolissimi, quasi impercettibili aggiustamenti, ma ho lasciato così come è. E intanto però ci ritrovo sicuramente lo slancio, l'azzardo, la passione.”


C'è qualche consiglio che il Paolo del 2025 darebbe al se stesso di 20 anni fa?

“È una domanda molto bella che mi è capitata di fare qualche volta ad altri scrittori, e mi piace l'idea che uno possa raggiungere se stesso nel passato per dirgli “attento”. Una cosa che gli direi, e a cui pensavo proprio in questi mesi è “fidati di più senza appoggiarti a una rete di altri libri, di citazioni, come stampelle di sicurezza” che poi sono state anche in quel libro, anche in “Raccontami la notte in cui sono nato”, come dei supporti per camminare più sicuro, l'evocazione dei fantasmi letterari, dei richiami agli altri libri. Potevo forse mollare la presa e provare, di solito un esordio è anche questo, provare a imporre una voce.

Io invece ero, e sono forse anche in parte rimasto, molto intimidito e legato alla tradizione, al rapporto con gli autori che ho amato, ne sento il condizionamento, l'ombra, qualche volta anche un po' la gabbia. Quindi forse gli direi “non ci pensare troppo. Scrivi!”



1999. UN ATTIMO PRIMA DEL MONDO COM’È, IL ROMANZO DIVENTA FONTE D'INTERAZIONE

Arriviamo ora a un altro progetto che ti vede protagonista, "1999. Un attimo prima del mondo com’è": ti cedo nuovamente la parola per le presentazioni... E come mai la scelta di optare per la formula a puntate?

“Potrei rispondere che essendo una persona piuttosto impaziente, insofferente, mi piace variare, sperimentare, cercare di non ripetere, tentare, provare. Così la matrice del romanzo moderno, il Fuilleton, il romanzo a puntate, mi sembrava interessante applicarla a una piattaforma contemporanea, nel caso specifico Substack, una piattaforma di newsletter, e provare a vedere se, visto che la stanno usando moltissimo i giornalisti, funzionasse anche per gli scrittori.

Poi ho scoperto che negli Stati Uniti è già piuttosto diffusa proprio tra gli scrittori, che riescono a costruire così uno spazio di relazione con il loro pubblico. Non però nei termini in cui i social lo impostano, quello spazio di riflessione: spesso lo estremizzano, radicalizzano, lo rendono del tutto esteriore o conflittuale. E ho detto: vediamo se c'è una comunità di un po' di gente. E adesso sono stabili 2.000 persone, 2.000 lettori, e poi però si arriva anche a sfiorare una decina di migliaia di visualizzazioni nel corso delle settimane e anche oltre. Volevo capire se interagire col pubblico, provare a sondare le loro emozioni, raccogliere le loro obiezioni o le sensazioni, potesse comunque creare qualcosa di elettrico e di caldo.

Sta accadendo. Io non reagisco direttamente né mi faccio deviare, però assorbo, assumo le domande, le sollecitazioni, i commenti. E quindi rifletto su quello che è l'orizzonte d'attesa di quei lettori. Non è un farsi dettare la linea, come succede su altre piattaforme, penso a Wattpad per esempio. L'idea non è di essere soli, di fare entrare per una volta nella camera dello scrittore l'interferenza della lettura settimana per settimana.

Non scrivo in anticipo, scrivo tutto tra il giovedì e il venerdì, proprio poco prima di mettere online. Ho solo un brogliaccio: la storia è quella di 4 amici adolescenti nel 1999 come ero io, che ero un sedicenne, che ovviamente stanno nel tempo della trasformazione, già di per sé avventuroso, ma che coincide con la fine di un secolo e addirittura di un millennio, quindi è un'esperienza che capita oggettivamente a poche generazioni sulla crosta del mondo. E quindi l'anno simbolico, forse anche speranzoso e pieno di minacce, mi sembrava interessante per leggere il mondo di oggi, appunto un attimo prima di come è, come dice il sottotitolo, “un attimo prima del mondo come è”. Entrano 5 grandi film che escono quell'anno: “Tutto su mia madre”, “Eyes wide shut”, “Magnolia”, “Matrix” e “American Beauty”, tutti del 1999 e tutti contenenti dei presagi della vita adulta o della vita futura. E questo mi sembrava materiale interessante per mescolare anche letteratura e cinema.”


Cosa bolle in pentola in vista del futuro? Hai già qualche nuovo progetto pronto a essere messo in cantiere?

“Sto cominciando a pensare a un nuovo romanzo, e sono in quella fase in cui, come fossi un regista, faccio dei sopralluoghi, sia mentali che reali. Una storia ambientata non in Italia, in un tempo piuttosto lontano, ma vorrei trattarlo come sempre come un presente. Si chiamerà “Tremare”, dovrebbe uscire alla fine del 2026 ed è un libro che ho cominciato a mettere a fuoco nel tempo, come spesso succede, proprio nella fase in cui, appena concluso un altro romanzo o appena pubblicato un altro romanzo, hai invece la paura che non ti vengano più storie. Misteriosamente poi annoti l'inizio di qualcosa di nuovo, e questo ti dà un senso di grande conforto. Poi insegui quella pista e viene fuori qualcosa.”



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