Quirinale, Mattarella giura per il settennato-bis e parla alle Camere di dignità, giustizia e stabilità

Quirinale, Mattarella giura per il settennato-bis e parla alle Camere di dignità, giustizia e stabilità

Quirinale, Mattarella giura per il settennato-bis e parla alle Camere di dignità, giustizia e stabilità


Due standing ovation, da tutti i gruppi, compreso Fratelli d’Italia, sono state tributate all'ingresso in Aula del Capo dello Stato, e poi subito dopo il giuramento. Circa 50 sono stati gli applausi che hanno segnato altrettanti passaggi del suo intervento

Sergio Mattarella è stato interrotto molte volte durante il suo discorso per il settennato-bis, durato circa 40 minuti. Quasi al limite dei 45 minuti stabiliti per le norme anti-Covid. Due standing ovation, da tutti i gruppi, compreso Fdi, sono state tributate all'ingresso in Aula del Capo dello Stato, e poi subito dopo il giuramento.


Gli applausi

Circa 50 sono stati gli applausi che hanno segnato altrettanti passaggi del suo intervento. Molti sono stati bipartisan (quando il Presidente ha parlato di giustizia, incidenti sul lavoro, operatori sanitari e delle forze dell'ordine), altri sono invece venuti dalle forze di maggioranza, in particolare quando ha citato il governo Draghi. Ma è stato certamente il discorso che potremmo chiamare della dignità parola pronunciata ben 18 volte, ricordando il giovane studente Lorenzo Parelli, tragicamente scomparso pochi giorni fa, le donne uccise, le povertà, i migranti, il razzismo, le carceri, la lotta alle mafie. Altri capitoli sono stati dedicati ai vaccini, alla giustizia, alla crisi ucraina, all’Europa.


La dignità

Eppure, il Capo dello Stato - usando la parola dignità 18 volte - ha sottolineato anzitutto le mancanze, cioè quello che non è stato fatto finora, proprio dal Parlamento. E le urgenze sono sempre quelle che ci portiamo avanti da decenni. Una è la giustizia, ha sottolineato il Presidente: “Per troppo tempo è divenuta un terreno di scontro che ha sovente fatto perdere di vista gli interessi della collettività”, ha detto Mattarella. “Nella salvaguardia dei principi, irrinunziabili, di autonomia e di indipendenza della magistratura – uno dei cardini della nostra Costituzione - l’ordinamento giudiziario e il sistema di governo autonomo devono corrispondere alle pressanti esigenze di efficienza e di credibilità, come richiesto a buon titolo dai cittadini. È indispensabile che le riforme annunciate giungano con immediatezza a compimento affinché il Consiglio superiore della magistratura possa svolgere appieno la funzione che gli è propria, valorizzando le indiscusse alte professionalità su cui la magistratura può contare, superando logiche di appartenenza che, per dettato costituzionale, devono rimanere estranee all’ordine giudiziario”. Insomma, ha aggiunto Mattarella, “occorre per questo che venga recuperato un profondo rigore. In sede di Consiglio superiore ho sottolineato, a suo tempo, che indipendenza e autonomia sono principi preziosi e basilari della Costituzione ma che il loro presidio risiede nella coscienza dei cittadini: questo sentimento è fortemente indebolito e va ritrovato con urgenza. I cittadini devono poter nutrire convintamente fiducia e non diffidenza verso la giustizia e l’ordine giudiziario. Neppure devono avvertire timore per il rischio di decisioni arbitrarie o imprevedibili che, in contrasto con la doverosa certezza del diritto, incidono sulla vita delle persone. Va sempre avvertita la grande delicatezza della necessaria responsabilità che la Repubblica affida ai magistrati”. Per questo, “la magistratura e l’avvocatura sono chiamate ad assicurare che il processo riformatore si realizzi, facendo recuperare appieno prestigio e credibilità alla funzione giustizia, allineandola agli standard europei”.


I fuori programma

Quaranta minuti di discorso, abbiamo detto, e due fuori programma. Entrambi sottolineati da una pausa e da un tono di voce segnato da un accento più personale. Nel suo articolato discorso di insediamento davanti alle Camere Sergio Mattarella fa due aggiunte a braccio. La prima riguarda la settimana di trattative per la scelta del Capo dello Stato: “i giorni travagliati della scorsa settimana", giorni, aggiunge a braccio il Capo dello Stato, "travagliati anche per me". La seconda aggiunta è l'omaggio convinto a Monica Vitti, scomparsa ieri a Roma: "Consentitemi di ricordare una grande protagonista del nostro cinema e del nostro Paese, Monica Vitti", ha detto il Presidente tra gli applausi e l'intera aula che si è alzata in piedi.



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