Quando il calciatore fa...figo!

Cristiano Ronaldo esulta a torso nudo

Cristiano Ronaldo esulta a torso nudo


Da sempre ammirati, invidiati e imitati, oggi le Star del pallone hanno raggiunto vette di popolarità assolute

La popolarità dei grandi campioni non è certo una novità. Come il loro sfruttamento pubblicitario, cominciato nei lontanissimi anni '30. A cambiare completamente, l'immagine pubblica del calciatore. Oggi, è sempre più vicina a quella di un attore (o di un modello). Belli da vedere, insomma, non solo sul campo di gioco...


Prendiamo Cristiano Ronaldo: difficile sostenere che la star del Real Madrid e del Portogallo sia solo un calciatore, per quanto straordinario. E' uno spot che cammina, anzi corre come il vento e realizza una marea di goal. Quanto vola in campo - e qui cambia tutto rispetto a un tempo, neanche troppo lontano - non gli si sposta mai un capello. Il suo taglio, scolpito in un modo che avrebbe fatto invidia alla brillantina di Giuseppe Meazza, regge misteriosamente alle fatiche della partita, regalando alla sterminata platea televisiva un'immagine sempre perfetta e più o meno uguale. Questo, perché Ronaldo non può più essere solo maledettamente bravo, ma deve essere terribilmente bello e perfetto, per corrispondere all'immagine dei suoi spot. Non certo a caso, comprendenti trattamenti per capelli e creme varie.

Gli addominali scolpiti, poi, non sono solo un vezzo del campione, sono l'autostrada (e i canyon...) di nuove opportunità commerciali, da esporre magari dopo un goal, in una finale di Champions League.

Non a caso, dietro al pugile recordman, Floyd Mayweather, gli sportivi più ricchi al mondo sono proprio Cristiano Ronaldo e Leo Messi, rispettivamente con 80 e 74 milioni di dollari guadagnati. Non so se rendiamo l'idea...

Ricchi, belli (ogni tanto), ammirati e imitati da sempre, i calciatori sono arrivati a vette impressionanti di popolarità. Fanno tendenza e lo sanno. Facciamo un esempio: per farsi un'idea di mode e tendenze, legate alle capigliature maschili, un'occhiata a una partita di calcio è obbligatoria. Vedrete di tutto e non sempre cose belle e soprattutto eleganti, ma avrete un'idea di quello che potrebbero proporvi al prossimo taglio di capelli. Alla Neymar o, se siete particolarmente sfortunati, alla Vidal o Pogba.

Capitolo tatuaggi: se escludiamo i galeotti di una volta e la popolazione Maori, nativa della Nuova Zelanda, non troverete al mondo una concentrazione di uomini tatuati così alta, come nel calcio. I loro corpi sono diventati tele d'artista: spazio a fantasia, forme e colori. Non si risparmia centimetro quadro di pelle, a favore di telecamera. I tatuaggi hanno raggiunto colli, volti, dita delle mani, avendo da tempo esaurito lo spazio disponibile su braccia e gambe. Difficile negare che la diffusione del tatuaggio, nella società di oggi, sia legata anche all'enorme esposizione mediatica dei calciatori.

Che dire, poi, degli allenatori: un tempo legati a un look paesano-sportivo, in tute sformate e pance orgogliosamente esposte, oggi sono diventati i guru della nuova e indefinita età dell'uomo, i 'sempre giovani'. O almeno aitanti ed eleganti. Non vedrete mai in tuta Mourinho o Montella, alla domenica in panchina. Non solo per 'disposizioni societarie'. L'allenatore 'sente' il proprio ruolo di ambasciatore di uomo carismatico, autorevole e autoritario. Pensate all'evoluzione di Mazzarri: da 'mi vesto e pettino come capita' a leccatissimo ed elegante uomo da panchina, ai tempi dell'Inter.

Che, poi, un completo non trasformi necessariamente onesti professionisti in 'Special One', è un altro discorso.


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