Popoli indigeni e tribali, nella giornata mondiale da Survival International alcuni dati per non abbassare la guardia

Popoli indigeni e tribali, nella giornata mondiale da Survival International alcuni dati per non abbassare la guardia

Popoli indigeni e tribali, nella giornata mondiale da Survival International alcuni dati per non abbassare la guardia


Dal movimento internazionale la denuncia di spaventosi livelli di razzismo, furto di terra, sviluppo forzato e violenza che i popoli indigeni continuano a subire in tutto il mondo

La giornata mondiale dei popoli indigeni richiama ancora una volta l’attenzione su elevati livelli di razzismo, furto di terra, sviluppo forzato e violenza subiti in tutto il mondo. A denunciarlo è Survival International, il movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni. Fondato nel 1969 a Londra, la sua missione è quella di aiutare i popoli tribali a difendere vite, terre e diritti umani troppo spesso calpestati. Da Survival International arrivano alcuni fatti rivelatori sul tema dei popoli indigeni.

Il Brasile e le parole di Bolsonaro

“Se sarò eletto, non ci sarà un solo centimetro in più di terra indigena”, ha promesso Bolsonaro, l'attuale presidente, quando era candidato alle elezioni presidenziali dell'ottobre 2018. Il Brasile conta più di cento tribù da proteggere.

Il tasso di suicidi tra i Guarani-Kaiowa

“Il tasso di suicidi tra i Guarani-Kaiowa (un gruppo etnico del Brasile e del Paraguay con una popolazione stimata intorno ai 20mila individui in Brasile e ai 9mila in Paraguay) è tra i più alti al mondo. L’85% delle vittime è giovane e sotto i trent’anni – spiega Survival International -, la più piccola ne aveva appena nove. Una donna ha spiegato che i Guarani si suicidano perché non hanno più la loro terra’. Gli allevatori, infatti, hanno occupato la terra guarani e i loro sicari attaccano brutalmente le comunità. La terra fornisce ai popoli indigeni cibo, case, medicine e indumenti, ed è il fondamento del loro senso di identità e appartenenza”.

I bambini indigeni e le famiglie

Sono tanti, nel mondo, i bimbi indigeni che vengono portati via dalle loro famiglie per frequentare scuole che puntano ad assimilarli nella società dominante, di fatto annientando la loro natura ed identità. Era il 2015 quando, in Malesia, cinque bambini Orang Asli sono morti dopo essere fuggiti dal loro collegio perché spaventati dalle botte del personale. A quel punto le autorità hanno accusato i genitori di aver nascosto i figli e, a cercarli, hanno inviato i soldati.



La Dichiarazione delle Nazioni Unite

La Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni è chiara, ma spesso non viene seguita, a volte per soddisfare gli interessi di governi e colossi. Era il 2018, spiega ancora Survival International, quando il governo tedesco ha ammesso che i popoli indigeni in Africa vengono “discriminati in maniera significativa”, ma ha anche aggiunto che le “richieste pubbliche” per il rispetto dei loro diritti potrebbero provocare tensioni.


"I popoli indigeni non sono ombre della civiltà occidentale "

Significative le parole pronunciate da Stephen Corry, direttore di Survival, in questa importante giornata mondiale: “I popoli indigeni – spiega - non sono ombre della civiltà occidentale o tentativi non riusciti di emularla. Lungi dall’essere primitivi o cattivi selvaggi, spesso antepongono la comunità all’individuo, condividono e scambiano beni invece di accumulare ricchezza personale, e praticano l’uguaglianza di genere”. Poi, il richiamo sui diritti. “I popoli indigeni sono nostri contemporanei, e una parte essenziale della diversità umana. Quando i loro diritti vengono rispettati, continuano a prosperare”, ha concluso Stephen Corry.


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