Pil, l’Italia meglio di Francia e Germania. Visco (Bankitalia): “Serve il salario minimo per legge”

Pil, l’Italia meglio di Francia e Germania. Visco (Bankitalia): “Serve il salario minimo per legge”

Pil, l’Italia meglio di Francia e Germania. Visco (Bankitalia): “Serve il salario minimo per legge”


Segnali positivi si riscontrano anche sul fronte prezzi. A maggio l'inflazione ha rallentato, tornando al 7,6% dopo la breve fiammata di aprile sopra l'8%. La decelerazione è legata specie alla perdita di vigore del caro-energia. Frenano pure gli alimentari

L'economia italiana viaggia veloce. Più del previsto e più di Francia, Germania e della media dell'eurozona. Segno che la battuta d'arresto di fine 2022 è stata solo temporanea e che la ripresa post pandemia non ha subito passivamente le turbolenze generate dalla guerra e le conseguenze del caro-energia. Nel primo trimestre dell'anno il Pil è cresciuto dello 0,6% rispetto al periodo ottobre-dicembre contro il +0,5% stimato dall'Istat appena un mese fa e contro il +0,1% della zona euro, su cui ha pesato inesorabilmente il calo dello 0,3% registrato dall'economia tedesca. Su base annua l'Italia è cresciuta dell'1,9%, anche in questo caso 0,1 punti in più rispetto alla stima di aprile. In linea è aumentata anche la stima della crescita acquisita, quella che si realizzerebbe cioè se nei prossimi tre trimestri la variazione del Pil fosse nulla. Se l'attività rimanesse ferma, l'economia chiuderebbe l'anno con un +0,9% (contro il +0,8% stimato ad aprile), praticamente ad un soffio dalla previsione del governo contenuta nel Def pari a +1%, confermata anche dal governatore di Bankitalia Ignazio Visco nelle sue considerazioni finali.


Il traguardo

Il traguardo sembra dunque sempre più raggiungibile, come fatto intendere più volte anche dal governo, che non a caso poco più di 24 ore fa, nelle parole rivolte dalla premier Meloni ai sindacati, ha parlato di un "approccio prudente" nelle stime rese note finora e di previsioni migliorabili. "Responsabilità e serietà" sono le parole ribadite anche dal titolare dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, che - tradizionalmente cauto nei numeri - parla però esplicitamente anche di "un risultato incoraggiante", da accogliere "con giusto entusiasmo, pensando che sia un buon segnale anche per l'Europa". Negli ultimi due anni, il tessuto produttivo italiano ha infatti sostanzialmente tenuto: le imprese più forti, sopravvissute alla tempesta del Covid, hanno saputo reagire e i servizi hanno rialzato la testa trainati dall'esplosione del turismo. Il riconoscimento arriva anche da Moody's che, proprio in concomitanza con le rilevazioni dell'Istat, ha alzato le proprie stime sulla crescita italiana per quest'anno, portandole dal +0,3% stimato a fine febbraio e +0,8%. Segnali positivi si riscontrano peraltro anche sul fronte prezzi. A maggio l'inflazione ha rallentato, tornando al 7,6% dopo la breve fiammata di aprile sopra l'8%. La decelerazione è legata soprattutto alla perdita di vigore del caro-energia. A frenare sono stati poi, in misura minore, gli alimentari lavorati passati da +14,0% a +13,4%. La tendenza ha coinvolto anche il cosiddetto 'carrello della spesa', leggermente meno caro con il passaggio da +11,6% a +11,3%. Un rallentamento non sufficiente però a convincere i consumatori e le associazioni dei commercianti. Per tutti l'allarme inflazione resta e va monitorato con attenzione.


Visco

Intanto i giovani ed il lavoro sono al centro delle considerazioni finali di Ignazio Visco: dal salario minimo al contrasto alla precarietà alla necessità di aumentare il saldo dei migranti nel medio periodo perché anche con più donne e ragazzi la produttività non decollerebbe senza il contributo degli stranieri, La relazione con cui il governatore chiude i suoi dodici anni alla guida di Via Nazionale e con cui intende lanciare un appello per quelli che realizzeranno il futuro del Paese snocciola le cifre di queste priorità "In molti casi - spiega con forza il responsabile di Bankitalia - il lavoro a termine si associa a condizioni di precarietà molto prolungate; la quota di giovani che dopo cinque anni si trova in condizioni di impiego a tempo determinato resta prossima al 20%". Un dato significativo che porta a Visco ad aggiungere come "troppi, non solo tra i giovani non abbiano un'occupazione regolare o, pur avendola, non si vedono riconosciute condizioni contrattuali adeguate".


Le reazioni

Dalla Sinistra al M5S si sottolinea la posizione 'aperturista' della Banca d'Italia sul salario minimo mentre è il vicepremier e ministro degli esteri, Antonio Tajani, a ribadire la posizione del governo: "Il salario minimo credo debba essere utilizzato secondo le regole europee che dicono che bisogna dar vita a un salario minimo fissato per legge soltanto dove non c'è una contrattazione collettiva con una percentuale oltre l'80%. In Italia siamo a circa il 90% quindi è più vantaggioso per i lavoratori avere un salario fissato dalla contrattazione collettiva". Di diverso parere il presidente uscente dell'Inps, Pasquale Tridico: noi diciamo da molti anni che ci sono 4,5 milioni di lavoratori sotto i 1.000 euro lordi al mese, mentre sarebbe necessario un salario di 9 euro lordi l'ora". E la riflessione non può che essere colta dal segretario generale della Cgil, Maurizio Landini: "la relazione rafforza la necessità di riforme che vadano verso la direzione di riqualificare il lavoro: basta precarietà, bisogna aumentare i salari, una vera riforma fiscale che non vada verso la flat tax e una vera lotta alla precarietà, i giovani devono avere un futuro perché usano la loro intelligenza per cambiare il Paese". Il governatore auspica comunque che un aumento dei redditi richiede "un innalzamento della qualità e della capacità produttiva dell'intero sistema economico". Visco segnala anche una crescita, ora stimata ad una quota del 30%, dei lavoratori con retribuzioni annue particolarmente basse, ovvero sotto il 60% della media di 11.600 euro l'anno.


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