
Pier Luigi Pizzaballa a RTL 102.5: “Prego perché l’altro Pizzaballa diventi Papa, ho già pronto il regalo” Photo Credit: Agenzia Fotogramma
30 aprile 2025, ore 10:30
Pier Luigi Pizzaballa, ex portiere dell’Atalanta e parente del cardinale Pierbattista Pizzaballa, è intervenuto su RTL 102.5. All’interno di Non Stop News con Enrico Galletti, Massimo Lo Nigro e Giusi Legrenzi.
IL PRIMO INCONTRO CON PIERBATTISTA PIZZABALLA
«Lui mi ha detto “Finalmente incontro il vero Pizzaballa della famiglia”. Il nostro primo incontro è avvenuto parecchi anni fa a Bergamo. Se n’era parlato a una conferenza, così sono andato a trovarlo. Allora non era ancora cardinale, ma vescovo. Ci siamo confrontati sulle parentele e avevamo questo dubbio sulla parentela a lunga distanza».
LA QUESTIONE DELLA FIGURINA
«Si, io gli avevo promesso la mia figurina. Ultimamente ho fatto la battuta, che se lui viene eletto Papa, gli farò questo regalo di andare a trovarlo e regalargli la mia figurina. Io ne ho avuto due da un professore di Avellino perché adesso è introvabile e questa storia va avanti da sessant’anni. In quel periodo io avevo avuto un infortunio a Lisbona giocando per la Coppa nell’Atalanta ed ero stato ricoverato, mentre stavo facendo anche il servizio militare. Deve esserci stato proprio il buco in quel momento, non so bene cosa è successo, ma quando bisognava rifare la figurina naturalmente nell’archivio la Panini non l’aveva. Aveva solo la replica, che ha un altro valore».
L’ELEZIONE A PAPA DEL CARDINALE PIZZABALLA
«Naturalmente come bergamasco e come credente, sarei felicissimo se diventasse Papa. È una persona che conosco e sicuramente mi farebbe molto piacere, aldilà della parentela, proprio come persona. Prima di tutto mi farebbe molto piacere perché è bergamasco, ma il buon lavoro che sta facendo a Gerusalemme, di cercare la pace in tutti i modi, ha dimostrato che lui ha delle capacità veramente ottime. Può dare conseguenza al Papa che è venuto a mancare. Come credente, sto pregando per Pierbattista Pizzaballa Papa, poi vedremo. Sarei felicissimo di dargli la mia figurina».
LA SUA CARRIERA DA CALCIATORE
«Io sono diventato calciatore grazie ad un prete, Don Antonio di Verdello. Un mio amico era stato selezionato dalla società di Verdello e io sono andato con lui per accompagnarlo, per fargli compagnia, e mentre lui era in spogliatoio, io sono andato in campo a fare due tiri. Il sacerdote è stato a vedermi per un po’ di tempo e mi ha chiesto in che squadra giocassi e mi ha chiesto di andare a giocare con la loro società. E dopo un po’ mi hanno chiesto di andare all’Atalanta e sono stato plasmato dal grande giocatore Ceresoli, che mi ha fatto imparare di tutto e di più».