Papa Francesco a Trieste, "preoccupato dalla cattiva salute della democrazia"

Papa Francesco a Trieste, "preoccupato dalla cattiva salute della democrazia"

Papa Francesco a Trieste, "preoccupato dalla cattiva salute della democrazia" Photo Credit: agenziafotogramma.it


Il papa sta partecipando alla chiusura della cinquantesima Settimana sociale dei cattolici in Italia

''È evidente che nel mondo di oggi la democrazia non gode di buona salute". A dirlo è Papa Francesco dopo il suo arrivo a Trieste per la chiusura della cinquantesima Settimana sociale dei cattolici in Italia promossa dalla CEI, la Conferenza episcopale italiana. Il Papa è arrivato in città in elicottero dopo essere partito questa mattina presto dal Vaticano. E proprio per il cattivo stato di salute della democrazia il pontefice si dice preoccupato: "Questo ci interessa e ci preoccupa, perché è in gioco il bene dell'uomo, e niente di ciò che è umano può esserci estraneo". Ad accogliere il Papa a Trieste, tra le altre autorità, il cardinale presidente della CEI Matteo Zuppi.


Le parole del Papa su democrazia e partecipazione

Nel corso del suo intervento a Triste il Papa ha ricordato di come la democrazia sia partecipazione, "e la partecipazione non si improvvisa: si impara da ragazzi, da giovani, e va allenata, anche al senso critico rispetto alle tentazioni ideologiche e populistiche". Francesco si è detto anche preoccupato dal numero ridotto di persone che vanno a votare. "La parola stessa 'democrazia' non coincide semplicemente con il voto del popolo. Mi preoccupa il numero ridotto della gente andata a votare ma esige che si creino le condizioni perché tutti si possano esprimere e possano partecipare". Secondo il Papa ciò che limita la partecipazione è sotto i nostri occhi, e se la corruzione e l'illegalità mostrano un cuore ''infartuato'', "devono preoccupare anche le diverse forme di esclusione sociale''.


Zuppi, "i cattolici non siano una lobby di parte"

A lanciare un appello al popolo dei cattolici in Italia è stato anche il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Matteo Zuppi. "I cattolici in Italia non sono e non vogliono essere una lobby in difesa di interessi particolari e non diventeranno mai di parte, perché l'unica parte che amano e indicano liberamente a tutti è quella della persona, ogni persona, qualunque, dall'inizio alla fine naturale della vita. Senza passaporto, qualunque. E non un amore qualsiasi, ma quello che ci insegna Gesù". Zuppi ha parlato anche della voglia dei cattolici di partecipare e rendere migliore questo mondo, "aiutando la democrazia del nostro Paese e dell'Europa".



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