Omicidio Pompa, il figlio Alex anche in Corte d'Assise racconta di aver ucciso il padre in difesa della madre

Omicidio Pompa, il figlio Alex anche in Corte d'Assise racconta di aver ucciso il padre in difesa della madre

Omicidio Pompa, il figlio Alex anche in Corte d'Assise racconta di aver ucciso il padre in difesa della madre


19 anni, Alex, come il fratello Loris, descrive un clima di terrore instaurato dal padre nella casa di Collegno, in provincia di Torino, , che in litigio uccise con 34 coltellate


Una vita di violenze, spezzata da una incontrollata reazione di uno dei due figli, in difesa della madre. Una vicenda non del tutto insolita negli scenari delle violenze in famiglia. Le dichiarazioni, le ricostruzioni, fatte agli inquirenti, sono state confermate nella maxi aula 2 del Tribunale di Torino, dinanzi ai giudici della Corte d'Assise . Alex Pompa, 19 anni ha rivissuto cosi' l'omicidio del padre Giuseppe di 52. "Era indemoniato, aveva gli occhi fuori dalle orbite", ha ricordato alla presenza del fratello Loris e della madre, Maria, per difendere la quale e' ora accusato di omicidio volontario aggravato dal vincolo di parentela.


DICEVA CHE C' AVREBBE UCCISO E GETTATI IN UN POZZO

"Diceva che ci avrebbe ammazzato e buttati in un fosso. Il mio istinto di sopravvivenza ha pensato solo ad anticiparlo".Il suo legale Claudio Strata, ha esposto alla corte un quadro di legittima difesa. Alex ha reso dichiarazioni spontanee sul delitto, avvenuto la sera del 30 aprile 2020 nell'abitazione della famiglia a Collegno, che si trova nell'hinterland di Torino. "Sono intervenuto - dice leggendo la sua ricostruzione dei fatti - soltanto per evitare che mia madre subisse un'aggressione". L'ennesima di una vita di violenze accanto a quel marito 52enne cosi' geloso, ha detto, da vietarle persino di andare a fare la spesa. Il racconto, preceduto da una carezza della madre, e' corredato da una serie di episodi, e anche di qualche prova.


ERAVAMO DIVENTATI DEGLI OSTACOLI

"Da piccoli eravamo i suoi figli – sostiene Alex - Poi siamo diventati degli ostacoli". Un 'like' su Facebook, un saluto o un sorriso della madre a un collega diventavano scuse per sfuriate e minacce. Discussioni e insulti che in alcuni casi Alex e il fratello Loris avevano registrato col telefonino, perche' "se un giorno moriamo – si dicevano - si deve sapere che siamo stati uccisi da lui".


DUE MESI DOPO AVER UCCISO IL PADRE ALEX SUPERO’ L’ESAME DI MATURITA’

Il ragazzo, la cui vicenda  balzò al centro dell’attenzione, fu seguita anche dall’allora ministro dell’istruzione, Lucia Azzolina, che lo incoraggiò. La sera dell’omicidio, secondo il racconto dei ragazzi, la madre aveva detto chiaro e tondo al marito di volersi separare ed erano volati spintoni e minacce. "Fatevi sotto vi faccio a pezzi, urlava dopo che sono intervenuto per allontanarlo", ricorda il giovane, lo sguardo fisso in basso e l'espressione del volto che si fa tesa. Il pm Alessandro Aghemo lo accusa di avere colpito il padre con 34 coltellate e di avere utilizzato sei differenti coltelli da cucina. Particolari che lui dice di aver rimosso, la memoria sostiene, arriva soltanto fino a pochi attimi prima che la tragedia si consumasse nel peggiore degli epiloghi: "C'e' stata una colluttazione, una violenta colluttazione, ma da quel momento non ricordo piu' niente. Basta cosi'", ha concluso.


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