
Omicidio Giulia Tramontano: ergastolo anche in appello per Impagnatiello, esclusa la premeditazione Photo Credit: agenziafotogramma.it
25 giugno 2025, ore 16:00
I giudici milanesi hanno confermato invece le aggravanti della crudeltà e del rapporto di convivenza per l'ex barman che uccise con decine di coltellate la 29enne compagna incinta del loro figlio, due anni fa
Ha ascoltato immobile il verdetto della Corte d'Assise d’Appello di Milano, Alessandro Impagnatiello, condannato già in primo grado all’ergastolo, per aver ucciso, con trentasette coltellate, la ventinovenne compagna Giulia Tramontano, nel maggio di due anni fa, a Senago, nel milanese. La giovane era incinta al settimo mese di Thiago, il loro bambino. I giudici hanno però esclusa l’aggravante della premeditazione del delitto, mentre sono state confermate le aggravanti della crudeltà e del rapporto di convivenza. Così Impagnatiello non ha ottenuto la riduzione di pena, l’obiettivo a cui puntava la difesa, ma resta ancora possibile una strada per accedere alla giustizia riparativa, vale a dire a uno dei percorsi ipotizzati dalla riforma Cartabia di recupero del condannato. La Corte, in questo caso, si è astenuta, rimandando a una ulteriore ordinanza specifica
La ricostruzione dei fatti
La sentenza è arrivata dopo due ore di camera di consiglio e al termine di un processo di secondo grado, durato appena mezza giornata. L'ex barman, 32 anni, ha confessato di aver ucciso la compagna con 37 coltellate, dopo il suo rientro a casa la sera del 27 maggio. Quello stesso pomeriggio, infatti, Giulia si era incontrata e confrontata con la donna con cui Impagnatiello aveva da mesi una relazione parallela, facendo così crollare il suo "castello di bugie". Dopo l'omicidio, l'uomo ha tentato per due volte di bruciare il cadavere, decidendo poi di nasconderlo dietro ad alcuni box a poche centinaia di metri dall'abitazione della coppia , in via Novella. Nei giorni successivi aveva simulato la scomparsa della compagna, andando lui stesso a farne denuncia, e continuando a inviarle messaggi.
Il dolore della famiglia di Giulia Tramontano
In lacrime i genitori di Giulia, seduti in aula, a poca distanza dall'assassino della loro figlia. "Vergogna, vergogna. La chiamano legge ma si legge disgusto", ha invece commentato su Instagram, Chiara, la sorella di Giulia, riferendosi all'esclusione dell'aggravante della premeditazione. "L'ha avvelenata per sei mesi. Ha cercato su Internet: 'Quanto veleno serve per uccidere una donna'. Poi l'ha uccisa. Per lo Stato, supremo legislatore, non è premeditazione", aggiunge la sorella. "Vergogna a una legge che chiude gli occhi davanti alla verità e uccide due volte. E smettetela di portare gli assassini ai banchi. Sono assassini. Vanno in cella. Nessuno li vuole liberi, inquinano".