
Omicidio di Chiara Poggi: spunta un DNA maschile ignoto, gli esperti frenano sull'ipotesi di una svolta Photo Credit: foto agenzia fotogramma.it
11 luglio 2025, ore 22:44
Un frammento di DNA maschile non identificato è stato rilevato su un tampone orale prelevato a Chiara Poggi nel 2007, per gli esperti la quantità è minima, è possibile una contaminazione
A 18 anni dall'omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 nella villetta di via Pascoli a Garlasco, emerge un nuovo elemento dal lungo e complesso iter giudiziario: durante un incidente probatorio disposto dalla gip di Pavia, è stata riscontrata una minima quantità di DNA maschile su uno dei tamponi orali prelevati dal corpo della giovane all'epoca dell'autopsia. Il frammento genetico, di tipo Y, non appartiene né ad Alberto Stasi – ex fidanzato di Chiara, condannato in via definitiva a 16 anni – né ad Andrea Sempio, inizialmente finito sotto la lente d’ingrandimento nella nuova inchiesta della procura. Il dato è stato trasmesso da Denise Albani, genetista incaricata dalla giudice Daniela Garlaschelli, come parte degli accertamenti tecnici irripetibili.
Possibile Contaminazione?
Tuttavia, la quantità di DNA rilevata è così esigua da non poter essere ancora considerata un profilo genetico completo o utilizzabile. Si parla di una possibile contaminazione accidentale, forse quello dell’assistente del medico legale che ha eseguito i primi rilievi sul corpo della ventiseienne uccisa il 13 agosto 2007 a Garlasco. Sono i primi riscontri delle analisi del tampone effettuate nell'ambito dell'incidente probatorio in corso nella nuova indagine che vede indagato Andrea Sempio, amico del fratello della vittima. Dario Readaelli, consulente nominato dalla famiglia Poggi, ha invitato alla massima cautela: "È troppo presto per trarre conclusioni. È come cercare di risolvere un'equazione complessa conoscendo solo la prima stringa". Anche Gian Luigi Tizzoni, legale della famiglia Poggi, ha ridimensionato l’importanza del ritrovamento: "Non ci sono DNA di soggetti sconosciuti sulla scena del crimine, né sul corpo di Chiara. Questo elemento, al momento, è privo di fondamento e non scalfisce quanto già accertato nel processo".
Non escluso il concorso
Eppure, la Procura di Pavia, mantiene aperta la pista investigativa. Secondo quanto emerge dal capo d’incolpazione, i magistrati ipotizzano un possibile concorso nell’omicidio, con Andrea Sempio che avrebbe agito con altri. Ma senza conferme oggettive sul DNA e in assenza di nuovi elementi concreti, il sospetto resta appeso a un filo. Intanto, continuano le analisi su altri campioni residui: dai frammenti del tappetino e i tamponi, finora è stato isolato solo il DNA di Chiara. Il segmento pilifero trovato tra i rifiuti, invece, non ha restituito alcun profilo utile. Sulla cannuccia di Estathé, uno dei reperti ignorati nelle prime fasi investigative, è stato invece individuato il profilo genetico di Stasi.
Altre analisi
Resta ancora da affrontare quello che potrebbe rappresentare il cuore dell'accertamento probatorio: l’analisi dei due profili genetici rinvenuti sotto le unghie di Chiara. Uno dei due è stato attribuito a Sempio da una consulenza della Procura, ma la difesa di Stasi ha sempre contestato l’affidabilità di quelle conclusioni. I periti della giudice, in attesa dei dati grezzi e delle schede di lavoro del prof. De Stefano, potrebbero fornire a breve nuovi riscontri.