Ocse, 17% bimbi in ansia senza smartphone o tablet

Ocse, 17% bimbi in ansia senza smartphone o tablet Photo Credit: Fotogramma.it
16 maggio 2025, ore 08:00
Appello ai Stati membri, tra cui l'Italia a 'rafforzare azioni'
Più tutela dei bambini dai rischi di esposizione a schermi e connessione online. Per i piccoli e per gli adolescenti sale infatti ansia e nervosismo se messi offline. "È cruciale che tutte le parti coinvolte lavorino per proteggere e sostenere i bambini nel mondo digitale, tanto più che i rischi online e offline sul benessere dei bimbi si rafforzano spesso mutualmente'', avverte il segretario generale dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), Mathias Cormann, nel giorno della pubblicazione a Parigi del rapporto ' How's Life for Children in the Digital Age?' , Come va la vita dei bambini in età digitale?', disponibile gratuitamente in diverse lingue sul sito dell'Ocse. Quindi l'appello agli Stati membri Ocse, tra cui l'Italia, a ''rafforzare la regolamentazione e gli altri stumenti di azione, migliorare la cultura e le competenze digitali dei bambini, fornire consigli ai genitori e alle persone che si occupano dei bambini, arricchire la base dati disponibile sulle attività digitali dei bambini e la loro incidenza, considerare il punto di vista dei bambini nell'elaborazione delle politiche''. Altrettante misure, auspica Corman, che ''possono contribuire a migliorare la sicurezza, il benessere e le opportunità online".
IL RAPPORTO
Secondo il documento Ocse, il 17% dei bambini dichiara di ''sentirsi nervoso o ansioso quando viene privato delle sue apparecchiature digitali'', tipo smartphone, tablet o schermi. Altro insegnamento: 51% degli studenti di 15 anni nei Paesi Ocse dice di essere in grado di modificare facilmente i parametri digitali sulla protezione della privacy e il 27,6 % riferisce di condividere fake news sui social. Ad oggi, riferisce l'Ocse, il 98% dei giovani di 15 anni possiede uno smartphone. "I bambini - scrive l'Ocse - godono di possibilità senza precedenti per imparare, divertirsi, comunicare con i loro compagni". Ma "un'esposizione precoce ed eccessiva ad un ambiente online genera anche rischi", continua l'organismo, invocando la necessità di politiche fondate su un "approccio globale della vita dei bambini in ambiente digitale". Basandosi sugli ultimi dati disponibili, il rapporto 'How's Life for Children in the Digital Age?' esamina 45 indicatori comparabili su scala internazionale legati ai bambini e agli schermi nonché all'uso che essi ne fanno. Ma anche le loro interazioni on-line, le esperienze negative o le pratiche che possono accentuare o viceversa attenuare i rischi. Dal documento emerge che le cyber-molestie sono in aumento e che una "notevole minoranza di bambini denota un uso problematico dei social. Tra l'altro, l'Ocse mette in guardia dai ''lunghi momenti passati online", che "soppiantano altre attività utili e arricchenti come la lettura, l'esercizio fisico o le interazioni sociali con gli amici, largamente considerate come essenziali allo sviluppo cognitivo e socioemozionale".
E L'ITALIA?
Anche in Italia il tema sta cominciando ad occupare l'agenda politica. Un gruppo di lavoro è stato annunciato presso Palazzo Chigi per velocizzare la definizione di una normativa italiana destinata a diventare possibile riferimento per tutta l'Ue. Del resto Bruxelles ha già ricevuto ed emendato una proposta di legge bipartisan, prime firmatarie Lavinia Mennuni e Marianna Madia, seguite dai componenti le commissioni bicamerali infanzia e adolescenza.