Mosca addio: i colossi commerciali internazionali stanno lasciando la Russia che torna indietro di trent'anni

Mosca addio: i colossi commerciali internazionali stanno lasciando la Russia che torna indietro di trent'anni

Mosca addio: i colossi commerciali internazionali stanno lasciando la Russia che torna indietro di trent'anni


I big del commercio mondiale abbandonano Mosca: dopo Mc Donald's e Amazon, via anche Carlsberg e Heineken e la Playstation

Mosca addio, si potrebbe dire prendendo a prestito il titolo di un film del 1987 di Mauro Bolognini; la scelta di lasciare il mercato russo, dopo l'invasione dell' Ucraina,  da parte delle grandi multinazionali, si estende, in queste ore, anche ai colossi della birra Carlsberg e Heinken e ai big dell'elettronica Sony e Nintendo.


Mc Donald's e Coca Cola, i primi a chiudere

Tra i primi ad annunciare la chiusura temporanea di 850 ristoranti in Russia,  c'era stato Mc Donald's, anche se era stato sottolineato che sarebbe stato  garantito lo stipendio ai 62 mila dipendenti della catena di fast-food. Una presa di posizione contro l'invasione dell'Ucraina alla quale si erano unite, fermando le vendite, anche Starbucks e multinazionali di peso come Coca Cola, Pepsi, Samsung, Paypal, Zara, Microsoft, Lamborghini.


Stop alla birra occidentale  in Russia

A due settimane dai combattimenti anche la Carlsberg, terza azienda al mondo produttrice di birra, ha fatto sapere che interromperà la vendita in Russia del suo prodotto più noto, contestualmente cesserà tutte le campagne pubblicitarie nel Paese e donerà i profitti delle sue operazioni russe per le quali ha già revocato gli investimenti . Tuttavia i birrifici Baltika Breweries, che fanno capo al gruppo Carlsberg e hanno la loro sede centrale a San Pietroburgo, verranno gestiti come un'azienda separata e continueranno a mantenere operativi gli otto birrifici in Russia, che contano un totale di 8.400 dipendenti, "con l'obiettivo di sostenere i dipendenti e le loro famiglie", ha spiegato Carlsberg. Anche Heineken ha intanto interrotto la produzione e la vendita in Russia del suo prodotto. Alla lunga lista di aziende che stanno lasciando la Russia in reazione all'operazione militare lanciata da Mosca in Ucraina si aggiungono anche colossi dell'equipaggiamento pesante come Caterpillar e John Deere che sospendono le collaborazioni con partner russi,  ha riferito la Bbc.

Anche il big dell' e-commerce  Amazon lascia la Russia

Amazon ha annunciato lo stop delle sue attività commerciali in Russia a causa della guerra in Ucraina. Il gigante dell'e-commerce ha sospeso l'accesso al suo canale video Prime per i clienti in Russia, fermato la spedizione di prodotti in Russia e Bielorussia e fermato l'accesso a nuovi clienti del servizio cloud Aws basati nei due Paesi.

Stop a Playstation e giochi da Sony e Nintendo

Il gigante giapponese dell'elettronica Sony ha annunciato di aver sospeso tutte le spedizioni di consolles PlayStation e di videogiochi verso la Russia, sottolineando di aver donato 2 milioni di dollari all'Unhcr e a Save the Children a sostegno delle vittime della guerra . Analoga decisione presa anche da Nintendo.

Dopo oltre trent'anni, svaniscono simboli dell'Occidente 

La caduta del muro di Berlino, la dissoluzione progressiva dell'URSS,  l'apertura al modello economico filo-capitalistico dopo la perestroijka sono stati spazzati via dalle conseguenze della guerra in Ucraina e la Russia, d'un tratto, sembra ripiombare nella tetra autarchia del comunismo sovietico. La domanda è se tutto questo piace e piacerà al popolo russo. Senza più contatti con l'Occidente, anche attraverso quelle icone commerciali che, nel bene e nel male, parlano di modernità, il malcontento verso le scelte di Putin potrebbe crescere, incrinando il consenso anche sulle scelte in Ucraina.


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