Medio Oriente, alle 7.30, ora italiana scatterà la tregua tra Israele e Hamas, ma restano le incognite

Medio Oriente, alle 7.30, ora italiana scatterà la tregua tra Israele e Hamas, ma restano le incognite

Medio Oriente, alle 7.30, ora italiana scatterà la tregua tra Israele e Hamas, ma restano le incognite Photo Credit: foto agenzia fotogramma.it


Il premier israeliano Benjamin Netanyahu in Tv: abbiamo cambiato il volto in medio Oriente

L'attesa per la tregua tra Israele e Hamas sta per concludersi. Scatterà alle 8.30, ora di Tel Aviv (le 7.30 in Italia) ma le incognite sul suo futuro sono molte. Per il premier israeliano Benjamin Netanyahu l'accordo di cessate il fuoco è temporaneo. La sua durata dipenderà dall'impegno di Hamas nel rispettare gli accordi, ha aggiunto. Secondo gli accori, le forze di Hamas manterranno il controllo su Gaza, con l'autorizzazione a dispiegare la propria polizia, anche se non è chiaro come si concilieranno con la presenza delle truppe israeliane. L'aspetto più drammatico di questa lunga vicenda resta il destino degli ostaggi. Israele ha pubblicato una lista di 735 detenuti palestinesi che saranno liberati in cambio dei 33 ostaggi israeliani. Tra questi si stima che almeno 25 siano ancora vivi. C’è attesa per la liberazione delle prime tre donne israeliane. La preoccupazione è per i più piccoli, come Kfir, il bimbo di due anni che tutta Israele spera di rivedere presto.


Resta la tensione

La tensione nella regione resta alle stelle. Perché a poche ore dall’entrata i vigore della tregua, Hamas non ha ancora consegnato la lista dei nomi dei primi ostaggi da liberare. L’organizzazione ha annunciato che arriveranno per tempo, nelle prossime ore. La mancata comunicazione ha scatenato la furia di Netanyahu, che ha minacciato di interrompere l'accordo se non fosse stato rispettato l'impegno preso. Nonostante l'intervento rassicurante da parte di Doha, la situazione è tutt'altro che stabile. Israele continua a fare pressione su Hamas.


Trump

La speranza di vedere gli ostaggi tornare a casa avviene in un clima che resta di estrema incertezza. Ad alimentare le fiamme anche le dichiarazioni di Donald Trump. Il presidente eletto degli Stati Uniti ha sottolineato in un'intervista che Israele deve "fare ciò che deve fare", ribadendo la necessità di porre fine rapidamente al conflitto. Trump , però ha garantito che presto vedrà il primo ministro israeliano e ha garantito che la sua amministrazione manterrà l'accordo di cessate il fuoco, pur mantenendo una posizione di fermo rispetto a Hamas.


La situazione sul campo

La situazione sul campo resta comunque tesa. Non si fermano i raid israeliani a Gaza. Gli ultimi bombardamenti hanno provocato la morte di cinque persone a Khan Yunis. A Tel Aviv e Gerusalemme, intanto, non sono mancati momenti di paura, con sirene che hanno avvertito della presenza di missili, intercettati fortunatamente prima di causare danni.


La situazione politica interna

La politica interna israeliana sta vivendo un momento delicato. Contro l’accordo siglato, il ministro di ultradestra Itamar Ben Gvir che ha annunciato le sue dimissioni dal governo, mentre altri ministri del suo partito, tra cui Bezalel Smotrich, hanno, invece, scelto di restare al governo, anche se contrari alla tregua.



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