Maxi-rissa a Gallarate, con bastoni e catene, provvedimenti cautelari per 17 ragazzi, quasi tutti minorenni

Maxi-rissa a Gallarate, con bastoni e catene, provvedimenti cautelari per 17 ragazzi, quasi tutti minorenni

Maxi-rissa a Gallarate, con bastoni e catene, provvedimenti cautelari per 17 ragazzi, quasi tutti minorenni


Sono 17 i provvedimenti cautelari eseguiti questa mattina nell'ambito delle indagini sulla maxi rissa dello scorso 8 gennaio a Gallarate, in provincia di Varese a cui avevano partecipato almeno cento persone, molte delle quali armate di bastoni e catene; coinvolti 15 minori di diverse nazionalità mentre due sono maggiorenni

Le misure cautelari

Per sette dei giovani nei confronti dei quali sono state emesse le ordinanze, eseguite dalla Polizia, è stata disposta la permanenza a casa con divieto di comunicare con qualsiasi mezzo, per altri otto è stata disposta una serie di prescrizioni (tra cui obbligo di rientrare al domicilio entro le 19). Il procuratore dei minori di Milano, Ciro Cascone, in una nota, ha definito l'episodio "una vera e propria rissa che ha rasentato la guerriglia urbana".

Il passaparola sui social

Come era già avvenuto in altre occasioni, in Lazio, a Roma, a Villa Borghese, i giovanissimi si erano dati appuntamento nel centro di Gallarate, l’8 gennaio scorso, attraverso un passaparola sui social. Diversi testimoni oculari, tra commercianti e passanti, avevano riferito immediatamente dopo la maxirissa di aver avuto la netta impressione che la folla di ragazzini si stesse avvicinando a un luogo convenuto. Secondo ciò che hanno appurato gli inquirenti, il maxi ritrovo era stato organizzato come vendetta per una precedente rissa, avvenuta a Cassano Magnago, sempre nel Varesotto. Secondo gli inquirenti alla "chiamata alle armi" per prendere parte alla rissa, via social hanno risposto in molti. "Alcuni sicuramente animati da intenti aggressivi e vendicativi", ha precisato il Procuratore Cascone, "altri evidentemente senza neanche sapere il motivo della contesa", ma "spinti dalla sola curiosità di esserci, sia pure come spettatori". Nella confusione generale, quel pomeriggio, un quattordicenne albanese era rimasto ferito in maniera non grave, colpito alla testa presumibilmente con catene e manganelli. Il ragazzo, sentito dagli investigatori, aveva riferito di essersi ritrovato in mezzo alla rissa suo malgrado.

Un branco violento disposto a tutto

La gravità dei fatti e la preoccupazione di una deriva verso scelte di vita devianti hanno indotto la Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Milano a richiedere prontamente l'applicazione di misure cautelari, nell'ottica di dare un segnale forte di risposta a comportamenti giovanili di questo tipo. Il procuratore  Cascone ha parlato di fatti molto gravi e ha spiegato perché: “Sono stati posti in essere in pieno giorno e in luoghi frequentati da una moltitudine di persone, adottando una escalation di agiti violenti, tali da generare paura e smarrimento”. Il procuratore poi ha definito ”emblematica, la disinvoltura manifestata dai giovani nel porre in essere le condotte violente contestate, nonché la circostanza che gli stessi abbiano agito come un vero e proprio branco, servendosi anche di armi improvvisate, tutti elementi sintomatici di personalità prive di freni inibitori e facilmente inclini all'uso della violenza".


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