Marco Bocci a RTL 102.5: «Ho avuto un virus al cervello che mi ha tolto parte della memoria. Forse è una fortuna dimenticare alcune cose»

Marco Bocci a RTL 102.5: «Ho avuto un virus al cervello che mi ha tolto parte della memoria. Forse è una fortuna dimenticare alcune cose»

Marco Bocci a RTL 102.5: «Ho avuto un virus al cervello che mi ha tolto parte della memoria. Forse è una fortuna dimenticare alcune cose»


Marco Bocci è stato ospite di RTL 102.5 in compagnia di Angelo Baiguini e Federica Gentile. Durante “W l’Italia”, Bocci ha raccontato in diretta in radiovisione “La Caccia”, il nuovo film di cui firma la regia

Ospite di RTL 102.5, Marco Bocci ha raccontato in radiovisione “La Caccia”, il suo nuovo film da regista, al cinema dal prossimo 11 maggio. Dopo il suo esordio alla regia con “A Tor Bella Monaca non piove mai”, Bocci torna dietro la macchina da presa con il thriller “La Caccia”. «Questo è uno dei film in cui faccio più fatica a spiegarne la storia senza spoilerarne il contenuto. La cosa fondamentale di un film è l’intrattenimento, ma mi piace anche l’idea di lasciare qualcosa in più allo spettatore. È la storia di quattro fratelli che si rincontrano, dopo aver condiviso un passato drammatico. Si chiama ‘La Caccia’, una caccia all’anima, al potere, alla sopravvivenza, non ha niente a che fare con lo sport di cacciare», racconta Marco Bocci a RTL 102.5.

In un racconto ad alta tensione e dagli imprevedibili colpi di scena, quattro fratelli, riunitisi per la morte del padre, dovranno fare i conti col presente ma soprattutto con il loro passato. A vestire i panni dei protagonisti, Laura Chiatti, che condivide per la prima volta un set con il marito, Filippo Nigro, Paolo Pierobon e Pietro Sermonti. «Gli attori sono strepitosi in questo film, con Paolo avevo già fatto Squadra Antimafia e nutro una grande stima nei suoi confronti. È stato piacevolissimo lavorare con lui, così come con tutti gli altri. Mi sono lasciato un cameo all’interno del film, sono un personaggio un po' stronzo. Il tema del film è che se nasciamo con un’infanzia così rigida poi le conseguenze che avremo nella vita possono essere tante. È stato molto spontaneo lavorare con mia moglie Laura Chiatti, lei ha fatto tantissime commedie romantiche negli anni, mentre io continuavo a vedere una parte, forse più privata, che avrebbe potuto interpretare. Lei era molto timorosa perché il suo personaggio è molto forte, ma alla fine è stato stupendo lavorarci insieme. È una persona generosa nel lavoro e nella vita. È disposta a mettersi sempre in gioco, correndo anche dei rischi. Sono un attore e regista operaio, faccio tutto. Abbiamo fatto dei provini ai cinghiali, perché avevamo bisogno che facessero delle cose in particolare. Siamo riusciti ad utilizzarli solo relativamente, solo per qualche immagine, perché sono più nella testa dei protagonisti che realmente presenti», continua Bocci.

«Mi sono chiesto se ci sono esperienze di vita che neanche ricordiamo. Magari ci sono successe delle cose che ci hanno contaminato, senza che ce ne rendiamo conto. Ho avuto un virus al cervello che mi ha impedito di parlare e mi ha tolto parte della memoria. Nei primi mesi cercavo di ricordare ed ho pensato che forse è una fortuna non ricordare alcune cose. Da qui parte il significato del film», svela Marco Bocci.


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