Maggioranza, il premier ribadisce: “Senza il Movimento Cinque Stelle non c’è un esecutivo-Draghi”

Maggioranza, il premier ribadisce: “Senza il Movimento Cinque Stelle non c’è un esecutivo-Draghi”

Maggioranza, il premier ribadisce: “Senza il Movimento Cinque Stelle non c’è un esecutivo-Draghi”


E sulla possibile crisi aggiunge: "La squadra va avanti finché riuscirà a lavorare", ripetendo che il rinvio alle Camere è deciso soltanto da Mattarella. Sottolineati poi molti punti di convergenza tra l'agenda di Palazzo Chigi e il documento di Conte

"Non c'è governo senza M5s e non ci sarà un Draghi 2". Il premier Mario Draghi in conferenza stampa a Palazzo Chigi mette a tacere tutte le voci su un possibile governo senza i grillini. E sulla crisi di governo ha commentato: "va avanti finché riuscirà a lavorare", ribadendo che il rinvio alle camere è deciso solo da Mattarella.

5S e Lega

A proposito del M5s Draghi ha detto anche che ha trovato molti punti di convergenza tra l'agenda del governo e il documento redatto da Conte: "Quando ho letto la lettera consegnata da Giuseppe Conte ho trovato molti punti di convergenza con l'agenda di governo e quindi i temi affrontati nella riunione di oggi con i sindacati sono esattamente in quella direzione, sono punti che era necessario sollevare" ha affermato. Draghi si è rivolto anche alla Lega, seppure senza mai pronunciare il nome di Salvini. "Il governo con gli ultimatum non lavora, a quel punto perde il suo senso di esistere. Se si ha la sensazione che è una sofferenza straordinaria stare in questo governo, che si ha fatica, bisogna essere chiari", ha detto il presidente del Consiglio. "Lo dico anche per tanti altri che a settembre minacciano sfracelli e cose terribili", ha aggiunto Draghi. Alla domanda dei giornalisti se si riferisse alla posizione della Lega, Draghi ha aggiunto di aver fatto un "esempio, poi ci metta il nome che vuole sull'esempio".

Le tasse

Il premier durante la conferenza ha parlato poi dell'intenzione di ridurre il carico delle tasse sui lavoratori a partire dai salari più bassi. E ha spiegato che "è necessario mettere in campo misure strutturali per incrementare i salari netti. Vogliamo intervenire in maniera decisa all'interno degli spazi della finanza pubblica" ha aggiunto Draghi. Senza insomma rischiare di aumentare i tassi di interesse. Draghi ha fatto sapere che il governo si muoverà in direzione direttiva Ue su salario minimo, senza però tralasciare la contrattazione collettiva. La contrattazione collettiva è uno dei punti di forza del nostro modello industriale, non accettabile che alcuni contratti siano scaduti da 3 o 9 anni". Draghi ha aggiunto che "oggi a livello europeo è stata approvata la direttiva sul salario minimo e il governo intende muoversi in questa direzione".

L’intervento

Draghi ha poi annunciato che ci sarà un intervento prima della fine di luglio che riguarderà mezzi e strumenti per mitigare gli effetti dell'aumento del prezzo dell'energia. "Le aree sono simili a quelle già trattate nel passato, bollette, accise su benzina e gasolio, ma anche interventi proporzionati alla ricchezza e al reddito dell'individuo. Le cose ancora in valutazione. La determinazione del governo c'è, non si spendono 33 miliardi in questa direzione se non ci fosse la convinzione che il governo deve lavorare per aiutare le famiglie italiane a superare questo momento difficile", ha dichiarato il presidente del Consiglio. Secondo Draghi per queste misure al momento non è previsto uno scostamento di bilancio. Sull'eventualità di elezioni in autunno Draghi infine non si esprime. "Elezioni in autunno? Io parte in causa..." ha dichiarato. "Non commento scenari ipotetici".
 

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